“Meno investimenti e Zls ferma”

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Il 2024 è stato un anno di incertezza per l’economia non solo polesana, non solo veneta o italiana, ma per tutta l’Europa. E il 2025, purtroppo, non promette molto meglio. L’incertezza legata al perdurare dei conflitti, alle fluttuazioni dei mercati esteri e all’ingresso in campo di nuovi interlocutori dei quali, al momento, abbiamo solo ipotesi di comportamento, non fanno ben sperare. Ma il Polesine, grazie alla peculiarità della sua economia, legata alle piccole e medie imprese, risulta più flessibile e, come aveva “parato il colpo” nel 2024, lo farà anche nel 2025.

Ne è convinto il vicepresidente della Camera di Commercio, Gian Michele Gambato, con il quale abbiamo fatto una analisi dell’anno appena trascorso, e delle ipotesi per quello che verrà.

Gambato, com’è andato il 2024 per le aziende italiane e, in particolare, venete e locali?

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per le aziende

 

“Il 2024 è stato un anno abbastanza complicato, questo ce lo dicono anche gli indicatori che stanno segnando un punto negativo dovuto non solo alla crisi tedesca, ma anche alle incertezze legate alle elezioni europee e alle elezioni americane. Un anno, dicevamo, segnato dall’incertezza e quindi dalla contrazione degli investimenti. Senza dimenticare il perdurare dei conflitti in atto alle porte dell’Europa e nel Medio Oriente. Dobbiamo però dire che l’Italia, tutto sommato, ha avuto meno guai di altri Paesi, anche se abbiamo visto che il Pil non cresce quanto sperato. Anche il Nordest, con le sue dinamiche proiettate all’estero, ne ha risentito. Ma diciamo che la forte presenza del manifatturiero in Italia, caratterizzato da piccole e medie imprese, ci rende maggiormente flessibili e dunque abbiamo sofferto un pochino meno dei trend dei grandi Paesi industrializzati, con velocità diverse: essendo il Nordest caratterizzato da industrie più grandi, c’è stato un trend negativo più accentuato del Sud, ma comunque in questa fase possiamo dire che le peculiarità delle aziende italiane ci hanno fatto attutire il colpo”.

Come sarà il 2025? Si annunciano tempi di crisi….

“Purtroppo sarà un altro anno caratterizzato da notevoli incertezze dovute a fattori esterni. La globalizzazione è difficile da diagnosticare, ma il perdurare, come nel 2024, delle crisi internazionali non ha aiutato e non aiuterà. Anche per il 2025, infatti, dovremo fare i conti con uno stato di tensione dei Paesi Mediorientali e in Europa. I trend annunciati in aumento dei costi di gas ed energia incidono e turbano il mercato: quando il trend è negativo c’è una ricaduta sulle famiglie e questo si traduce in minori consumi, con il cerchio che si chiude sui processi industriali. Inoltre, a proposito di incertezza, abbiamo, allo stato attuale, solo ipotesi di comportamento dei mercati americani, ma non sappiamo ancora cosa succederà. Sicuramente il perdurare della politica sull’automotive genera ulteriori tensioni sul mercato. I sentori non sono positivi, ma quanto questo ricadrà sui processi produttivi lo vedremo. Quel che è certo, purtroppo, è una contrazione degli investimenti che è già in atto. In un momento così, dove dovremmo essere legati allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, contrarre gli investimenti significa rimanere bloccati”.

I provvedimenti presi dal governo con la recente legge di bilancio possono aiutare a sbloccare la situazione?

“C’è poco da dire: una legge di bilancio fatta in queste condizioni con il fardello del 110 e le dinamiche europee di un Paese in sovraindebitamento, non lasciavamo molto spazio di manovra. Credo che sia una legge tutto sommato abbastanza equilibrata. Difficile, ripeto, fare qualcosa di diverso. Chiaro che si tratta di un Paese guidato dalla destra con una legge di bilancio che guarda a destra, ma tutto sommato equilibrata per le risorse che ci sono. Al di là delle valutazioni e convinzioni politiche i volumi di risorse spostabili erano ben pochi: si poteva decidere se mettere qualche risorsa sugli sgravi alle famiglie o sulla sanità, ma parliamo di poca cosa. Abbiamo un indebitamento che si avvicina ai 3mila miliardi, non si poteva fare molto di diverso. E attenzione: non aspettiamoci altro nei prossimi anni. Ringraziamo lo spread che tutto sommato viaggia intorno ai 110 punti e ci dà condizioni meno gravose sul debito. Ma non c’è molto da sorridere”.

La Zls del Polesine non è stata rifinanziata, prorogata invece quella del Mezzogiorno: cos’è successo e cosa succederà?

“Ah, niente. Non è successo niente. Siamo ancora al punto di partenza: palla al centro. E’ stata rifinanziata la Zes unica del Sud, che da quello che sappiamo sta avendo anche risultati interessanti, ma non c’è un centesimo sulla nostra Zls. E non è stata data attuazione agli organi di governance. Cosa succederà? Prima o poi ci sarà una luce verde anche per noi, ma la luce in fondo al tunnel ancora non si vede. Oggi come oggi siamo fermi. Gli 80 milioni di euro assegnati non sono neanche stati tutti impegnati. Abbiamo una macchina sportiva molto bella ma senza benzina e serbatoio. La teniamo in garage e per non voler vedere sempre tutto nero, diciamo che almeno ce l’abbiamo”.

Aziende e Polesine, quali novità ci aspettano nel 2025?

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“Secondo le mie conoscenze delle dinamiche imprenditoriali, non ci saranno variazioni o modifiche così significative né in negativo né in positivo. Ci saranno settori che avranno delle soddisfazioni e altri no, ci sono nostre imprese che zoppicano e altre che vanno molto bene, ma sul piano complessivo il Polesine non avrà traumi negativi ma nemmeno dirompenti. Mi aspetto un anno senza gloria e senza infamia: magari mi sbaglio, ma non vedo nessuno che stia posando mattoni. Le fabbriche non nascono dall’oggi al domani”.

Aziende a gestione femminile: in Polesine la percentuale più alta del Veneto. I numeri sono ancora ridotti, ma qualcosa sta cambiando? Come spiega questo fenomeno?

“E’ senza ombra di dubbio un dato positivo questa tendenza all’aumento dell’imprenditorialità femminile. E non è solo motivo di soddisfazione, ma di vanto. Non vedo motivi legati al territorio ma essere in cima alla classifica è un onore: ora bisogna analizzare le ragioni e capire gli spazi per incentivare e supportare queste iniziative a guida femminile”.





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