Il caro energia spaventa il Piemonte: «A rischio la tenuta delle imprese»

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di
Teresa Cioffi

Rincari fino al 30%. Federconsumatori: «Le famiglie faticano a pagare». Api : «Così non c’è ripresa»

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Il caro energia fa di nuovo paura e mette a rischio i bilanci di imprese e famiglie piemontesi. Lo stop alle forniture di gas russo, come anticipato, è arrivato puntuale il primo gennaio scatenando la speculazione finanziaria sui prezzi con rialzi fino al 30%

Vero è che dai gasdotti ucraini passa solamente il 5% delle importazioni, grazie a una diversificazione delle forniture , partita nel 2022, che ha messo al sicuro l’Europa e l’Italia. E anche se le scorte di gas non rappresenterebbero un problema per l’Italia, le speculazioni sulla tensione geopolitica e l’incognita meteorologica per l’inverno fanno scattare il rischio rincari. 




















































Allarmano le previsioni di Nomisma che prevedono pezzi del gas schizzare da 50 euro per megawattora a 70. Tra le stime si ipotizza che, tra luce e gas, una famiglia nel mercato libero potrebbe arrivare a pagare 2.841 euro, cifra che lo scorso anno si fermava a 2.569 euro.

«Una situazione che rischia di alimentare una povertà energetica che in Piemonte riguarda già il 7,7% delle famiglie» fanno sapere dall’Oipe, Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica. Il team di ricercatori ed esperti aveva già inquadrato la situazione piemontese, diffondendo il dato regionale relativo al 2022 che si attestava al 7%. «Abbiamo già registrato un aumento e prevediamo il dato in crescita nel 2024 e nel 2025, quando i prezzi saliranno e l’inverno non sarà mite. Difficilmente affronteremo nuovamente le difficoltà del 2022 con le bollette alle stelle, ma immaginiamo un anno complicato. Un +0,7% è un lieve incremento, ma si tratta pur sempre di un aumento».

Quando si parla di povertà energetica si fa riferimento all’incapacità delle famiglie di far fronte a una serie di consumi energetici essenziali. E in tal senso anche Federconsumatori registra maggiori difficoltà: «Ai nostri sportelli riceviamo sempre più persone che fanno fatica a pagare le bollette — spiega Giovanni Prezioso, presidente Federconsumatori Piemonte —. Prevediamo che nel 2025 una famiglia media piemontese andrà a spendere, tra luce e gas, 900 euro in più. A questo rincaro bisogna aggiungere anche tutte le altre spese, tra aumenti diretti e indiretti che gravano sui portafogli». La preoccupazione chiama in causa le famiglie e non risparmia certo le aziende, con gli imprenditori che nei primi giorni del 2025 hanno visto le quotazioni del prezzo del gas sfondare il tetto dei 50 euro per megawattora. 

«Le imprese potrebbero risentire degli aumenti tra qualche giorno, quando riprenderanno effettivamente l’attività di consumo dopo le festività — fa sapere Andrea Amalberto, presidente Confindustria Piemonte —. Sicuramente esiste un’incertezza diffusa, pericolosa perché frena sia il mondo produttivo che i consumi. Siamo lontani dalle situazioni vissute negli anni precedenti ma i costi potrebbero aumentare, in un momento non del tutto facile. Le aziende possiedono già delle difficoltà in termini di competitività e anche i settori che stanno performando bene dovranno confrontarsi con un possibile inciampo nei rincari». 

Timori condivisi un po’ ovunque nelle province piemontesi così come nel torinese, come testimoniato dall’Associazione delle Piccole e Medie Imprese: «Il tema dei rincari dell’energia si profila come una ulteriore minaccia per le nostre aziende che arrivano al 2025 già provate da una congiuntura più che difficile — afferma Fabrizio Cellino, presidente Api Torino —. Servono e politiche industriali che prevedano maggiori sostegni per la produzione di energia da fonti rinnovabili mettendo in condizioni le imprese di produrre autonomamente almeno una parte del fabbisogno. È indubbio che quello dell’energia, insieme alla logistica, sia uno dei temi forti di competitività che devono essere all’ordine del giorno delle istituzioni».

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4 gennaio 2025

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