Dora, un emporio solidale al fianco delle famiglie in difficoltà

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Reggio Emilia L’associazione Dora-Emporio Solidale si è posta la missione di famiglie in difficoltà a superare la fase di fragilità in cui si trovano, grazie alla fornitura gratuita di beni alimentari e igienici per un anno, oltre che a servizi di ascolto e orientamenti ai servizi esistenti della città. Il progetto Dora nasce nel 2017 da CSV Emilia (ex DarVoce), insieme al Comune di Reggio Emilia e alle principali associazioni di volontariato della provincia – come Charitas e Auser – reso possibile da un finanziamento della Fondazione Manodori. Dopo tre anni di attività come progetto sociale, l’emporio passa in gestione nel 2020 all’allora neonata associazione Emporio Dora Odv, composta da sette soci in consiglio direttivo e 65 volontari regolarmente iscritti. È stato il 20esimo emporio solidale in Emilia Romagna e il 60esimo nel resto dì Italia, ma il primo a Reggio Emilia. Funziona come un minimarket speciale, dove la merce è gratuita e i commessi sono volontari. Possono accedere circa ottantacinque famiglie di Reggio Emilia, scelte in modo accurato dai servizi sociali del Comune, in stretto dialogo col territorio. Sono persone che hanno perso il lavoro e rischiano di scivolare nella povertà, ma che hanno anche competenze e capacità per tornare ad essere autonome e rimettersi in piedi. In questo modo, Dora li sostiene per un minimo di sei e un massimo di dodici mesi. Ogni beneficiario prima di accedere all’emporio, incontra l’educatore dell’emporio e l’assistente sociale di riferimento.

Al termine del colloquio, con annessa visita all’emporio, al beneficiario viene data una tessera punti, che sono spendibili all’interno dell’emporio per l’acquisizione dei prodotti. Questi ultimi variano a seconda del componente del nucleo famigliare, partendo da un minimo di 500 fino al massimo di 2mila punti. La tessera è nominativa a e ad esclusivo uso familiare, dunque solo i componenti registrati nel nucleo possono utilizzarla. La tessera ha una durata temporanea, da un minimo di 3 a un massimo di 12 mesi a seconda dello specifico caso. I punti mensili non possono essere utilizzati in una sola spesa. Inoltre, gli eventuali punti rimasti inutilizzati non sono cumulabili né trasferibili da un mese all’altro, né possono essere ceduti a terzi. I prodotti sugli scaffali sono tutti integri dal punto di vista igienico sanitario – anche quando la confezione è difettosa – e rispettano tutti il Termine Minimo di Conservazione previsto per legge: per i prodotti da “consumarsi preferibilmente entro” è consultabile la relativa tabella di consumo e utilizzo a norma di legge. Il valore punti della merce è attribuito da Dora sulla base del prezzo di mercato equivalente, della disponibilità a magazzino, della reperibilità e della scadenza.

L’Emporio Solidale è aperto mercoledì pomeriggio, dalle 15 alle 18, e sabato mattina dalle 9 alle 12. Il minimarket è interamente gestito da volontari, suddivisi in persone che si occupano dell’approvvigionamento e del trasporto dei prodotti, i magazzinieri, i commessi, i cassieri, i responsabili dell’accompagnamento e dei servizi alle famiglie, gli addetti alla comunicazione e sensibilizzazione, gli organizzatori di eventi e collette alimentari. «La nostra non è solo un’associazione che distribuisce alle famiglie prodotti alimentari tramite l’emporio – spiega il presidente Emilio De Pascale –. Ha un ruolo fondamentale anche dal punto di vista educativo. Abbiamo infatti un’educatrice, che svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo delle attività con le famiglie». All’inizio della loro attività, l’Emporio Solidale aiutava circa una cinquantina di famiglie all’anno. Poi col tempo si è passato a sessantacinque, mentre adesso la media annuale si è attestata attorno alle ottantacinque famiglie. «Le assistiamo per un anno – continua De Pascale –, periodo entro il quale riteniamo che le famiglie possano reinserirsi nel tessuto sociale, produttivo ed economico della città. A questo punto, finito il periodo di aiuto, le famiglie che escono vengono sostituiti da altri nuclei famigliari. Perciò, dall’inizio della nostra attività noi abbiamo aiutato circa 500 famiglia e oltre 2 mila persone». A giorni d’oggi, però, i tempi sono cambiati, e probabilmente molte famiglie avrebbero bisogno di un livello di aiuto e assistenza superiore ad un anno: «Stiamo valutando con molta attenzione la possibilità di poter prorogare il periodo – ammette il presidente dell’associazione –. Finora un anno è sempre stato sufficiente per la maggior parte delle famiglie. Viste le varie crisi e il conseguente aumento della povertà, questo lasso temporale non è più idoneo. Stiamo facendo serie riflessioni se apportare delle modifiche, sempre naturalmente in accordo con i servizi sociali del Comune e l’assessorato. Ormai, però, i tempi sono maturati per un cambiamento». l © RIPRODUZIONE RISERVATA

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