Bonus ristrutturazione casa 2025: come sfruttare l’agevolazione fiscale del 50%. Le novità per il nuovo anno. I lavori ammessi: elenco completo dell’Agenzia delle Entrate. Tipologie di spesa. Importo massimo. Come effettuare i pagamenti. FAQ.
Il Bonus ristrutturazione 2025 è l’agevolazione fiscale che permette al contribuente di rinnovare gli immobili potendo risparmiare: in questo modo le abitazioni possono avere un notevole beneficio anche in termini di rivalutazione, qualora si decidesse di rivendere l’immobile in futuro.
Sono diverse le opportunità da cogliere: si va dal rifacimento del balcone passando per la creazione di un secondo bagno, allargare la cameretta dei figli oppure rifare la cucina.
Ecco cosa prevedere la normativa specifica e come procedere. Ma soprattutto, sarà importante conoscere il grosso cambiamento normativo che separa in maniera netta, in termini di aliquota, la prima casa dalle seconde/terze case per chi vorrà sfruttare il bonus fiscale.
Bonus ristrutturazione 2025: lavori ammessi
Le tipologie di lavori che danno diritto all’agevolazione fiscale in materia edilizia sono:
- lavori di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati su parti comuni di edifici residenziali, cioè su condomini (interventi indicati alle lettere a), b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001);
- interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia effettuati su singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e pertinenze (interventi elencati alle lettere b), c) e d) dell’articolo 3 del Dpr 380/2001).
Sono molteplici i lavori che rientrano in queste due categorie; ad esempio possiamo indicare:
- rifacimento del tetto dell’immobile
- installazione di un impianto di sicurezza con porte blindate e videocamere
- abbattimento muri interni per la diversa disposizione interna delle stanze.
Possiamo fare un elenco specifico dei principali lavori:
- Accorpamenti di locali
- Rifacimento pavimenti
- Rifacimento balconi
- Impianto elettrico
- Impianto di condizionamento
- Impianto allarme
- Impianto antincendio
- Ristrutturazione bagno
- Piscina
- Porte blindate
- Scale
- Schermature solari
- Sostituzione infissi
- Sottotetto
Spese incluse
E’ importante fare chiarezza su quali costi sostenuti possano essere inclusi al fine di sfruttare l’agevolazione fiscale.
Il contribuente può detrarre, oltre alle opere murarie, anche:
- acquisto dei materiali
- esecuzione dei lavori
- altre prestazioni professionali richieste dal tipo d’intervento come perizie e sopralluoghi
- relazione di conformità degli stessi alle leggi vigenti
- imposta sul valore aggiunto, imposta di bollo e diritti pagati per le concessioni, le autorizzazioni, le denunce di inizio lavori
- oneri di urbanizzazione.
Periodo
La norma è valida per i lavori effettuati dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025, con una detrazione fiscale pari al 50% sulla somma spesa e fino ad un massimo di € 96.000 di spesa
Come funziona
Il bonus ristrutturazione prevede la restituzione, sotto forma di detrazione fiscale al momento della dichiarazione dei redditi, del 50% della somma spesa, in rate uguali, in 10 anni consecutivi.
Chiariamo con un esempio. Se avete speso complessivamente €20000 per i i lavori, avete diritto alla detrazione del 50% (10000 euro) in rate uguali per 10 anni, cioè 10000/10=1000 euro.
In sostanza, ogni anno, al momento della dichiarazione dei redditi, potrete detrarre €1000 dalle tasse da pagare (o già pagate), come sicuramente vi capiterà per le detrazioni fiscali per le spese mediche effettuate.
Novità 2025: differenza fra prima e seconda casa
L’importante novità del 2025 arrivata con l’ultima legge di Bilancio approvata dal Parlamento è la differenziazione delle aliquote fra prima e seconda casa. A partire da quest’anno, soltanto i lavori effettuati sulla prima casa godranno dell’aliquota di detrazione fiscale pari al 50%. Per le seconde e terze case invece si registra una diminuzione, con l’aliquota che passa al 36%, pur mantenendo il tetto massimo di spesa pari a €96.000.
Sono già previste ulteriori riduzioni nei prossimi anni: nel biennio 2026-2027 l’aliquota per le prime case scenderà al 36%, sempre con il tetto di spesa di €96.000 mentre per le seconde/terze abitazioni l’aliquota si ridurrà al 30% ed il tetto di spesa si ridurrà a €48.000.
Obblighi da rispettare
Con il decreto legge n. 157/2021, a partire dal 12 novembre 2021, sono previsti gli obblighi di visto di conformità e attestazione di congruità anche ai bonus casa come già accade per il Superbonus.
Tuttavia, per non rendere eccessivamente il carico burocratico, si è provveduto ad una serie di piccole modifiche che semplificano le procedure.
Il visto di conformità e l’asseverazione dei tecnici abilitati circa la congruità dei prezzi per i lavori, ai sensi dell’articolo 6 del Testo Unico edilizia (DPR n. 380/2021), del decreto MIT del 2 marzo 2018, contente il Glossario dell’Edilizia Libera), e della normativa regionale, non è applicato ai lavori in edilizia libera.
Parimenti, per le opere che non richiedono obbligo di autorizzazione da parte del Comune, cedere il credito d’imposta maturato o beneficiare dello sconto in fattura non prevede il preventivo controllo documentale da parte del professionista, chiamato ad apporre il visto di conformità. Allo stesso modo, non è necessario il requisito della congruità dei prezzi.
Infine, i lavori di minima entità, ovvero quelli con importo complessivo inferiore a €10.000 sono assolti dal duplice obbligo.
Come pagare
Le spese devono sempre essere pagate mediante un bonifico cosiddetto parlante, postale o bancario, sul quale risultano:
- causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr 917/1986)
- codice fiscale del beneficiario della detrazione
- codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento
- data, numero ed importo di ciascuna fattura relativa ai lavori effettuati.
Bonus ristrutturazione: FAQ
La detrazione consente dunque al contribuente italiano di pagare meno imposte, a patto che abbia effettuato i pagamenti nella maniera consentita ed abbia ricevuto regolare fattura. Vi sono però degli elementi da chiarire, che potrebbero determinare il mancato beneficio oppure situazioni che, se gestite nella maniera adeguata, farebbero scattare il bonus fiscale.
Ecco quali sono le cose da conoscere in maniera accurata.
A chi spetta la detrazione per ristrutturazione
La detrazione fiscale del 50% dell’importo speso spetta:
- al proprietario dell’abitazione oppure al titolare di diritto reale di godimento
- al detentore dell’immobile
- al familiare convivente con questi soggetti.
Quali permessi occorre avere per la ristrutturazione
La possibilità di detrazione in dichiarazione dei redditi rimane subordinata all’avvio regolare delle opere, in base alla tipologia del lavoro effettuato. In questo caso, sarà il consulente da voi scelto, ingegnere, geometra od architetto, che saprà indicarvi il tipo di concessione da chiedere presso il Comune.
Nel caso in cui si tratti di lavori in regime di edilizia libera, sarà sufficiente fare redigere una dichiarazione sostitutiva di atto notorio.
Detrazioni con famigliari conviventi
Le detrazione spetta al famigliare convivente del proprietario dell’immobile soggetto a ristrutturazione se provvede al pagamento delle fatture. Il fatto che le autorizzazioni comunali siano intestate al proprietario di casa, come da normativa, non comporta alcune restrizione.
Sarà fondamentale invece che il famigliare risulti già regolarmente convivente presso l’anagrafe del Comune prima che abbiano inizio i lavori.
Se, invece, al momento di avviare i lavori, il familiare che vuole provvedere al sostenimento delle spese, non è convivente, dovrà essere in possesso di un titolo idoneo, ad esempio il contratto di comodato.
Somma dell’importo tra moglie e marito
Qualora il proprietario dell’immobile (moglie o marito è indifferente) abbia raggiunto il tetto massimo dell’importo pari a €96000, il/la consorte non avrà diritto a beneficiare del bonus per la somma eccedente, pur pagando con il proprio conto corrente.
Il Bonus ristrutturazione è infatti accordato all’immobile e non alla persona; dunque non è ammessa in alcun caso la possibilità di estendere la detrazione ad altri famigliari conviventi.
Ripartizione detrazione tra marito e moglie
Nel caso in cui le fatture siano cointestate a moglie e marito, con pagamento effettuato da un conto corrente cointestato, la detrazione può essere imputata al 50% a ciascun coniuge oppure ad un solo coniuge.
La ripartizione delle spese è assolutamente libera e lasciata alla discrezione dei coniugi, secondo la convenienza fiscale.
Quello che è fondamentale è la cointestazione delle fatture, in modo da poter decidere con calma al momento della dichiarazione dei redditi la soluzione più adatta.
Rimane inoltre sempre decisivo l’elemento della residenza del coniuge o dei coniugi nell’abitazione sottoposta alle opere di rinnovamento.
Bonus sono cumulabili ?
Un quesito che spesso complica i calcoli di chi sta affrontando la ristrutturazione ed ha bisogno di comprendere quale agevolazione fiscale sia più conveniente, è capire se i differenti Bonus casa in vigore siano o meno cumulabili.
Poniamo l’esempio di un intervento come la sostituzione degli infissi, opera di ristrutturazione che al contempo migliora l’efficienza energetica. In questo caso sarà il contribuente a dover decidere quale bonus sia più conveniente (Ecobonus 65% oppure Bonus Ristrutturazione 50%).
Tuttavia dovrà anche considerare che il limite di spesa per l’Ecobonus 65% è fino a €60.000 mentre per le ristrutturazioni è pari al 50% ma fino a €96.000.
Bonus ristrutturazione 2025: foto e immagini
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link