“Un genio dipinto come un mostro” – infosannio

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Giorgia Meloni torna a difendere Elon Musk, che definisce “un genio del nostro tempo”. E vanta i risultati del suo governo, con cui sostiene di aver raggiunto il tasso di occupazione “più alto dalla Spedizione dei mille” e quello di disoccupazione più basso “dall’uscita del primo Iphone”.

(di Giulia Casula – fanpage.it) – Giorgia Meloni non ha “né pentimenti, né rimpianti”, perché da quando, il 22 ottobre di due anni fa, chiese al Parlamento la fiducia per il suo governo, la premier non ha “mai fatto una scelta di cui doversi vergognare”.

Dopo diverso tempo Meloni torna a rilasciare un’intervista, questa volta a “7”, il settimanale del Corriere della Sera, con cui ripercorre i suoi due anni a Palazzo Chigi, di cui si mostra particolarmente fiera. “Gli italiani ci hanno chiamato a governare l’Italia in una fase estremamente complessa, e in questa complessità abbiamo sempre cercato di muoverci seguendo un’unica bussola, quella dell’interesse nazionale. Chiaramente tutto è sempre perfettibile, ma non ho pentimenti né rimpianti perché in questi due anni e mezzo non ci siamo mai risparmiati”, dice.

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“Io e Musk? Ottimo rapporto. Lui è un genio”, dice la premier

Meloni passa poi alle sue relazioni con un altro personaggio particolarmente controverso, Elon Musk con cui ha “un ottimo rapporto”. Il patron di Tesla “è un uomo geniale ed è sempre molto interessante confrontarsi con lui”.

La premier difende Musk e lo descrive come “un innovatore straordinario e che ha sempre lo sguardo rivolto al futuro”. E rispetto alle differenze di veduta evidenti su questioni come la gestazione per altri (gpa), tramite cui Musk ha avuto diversi figli in America e che il governo Meloni invece ha reso un “reato universale”, la premier minimizza:”Certo, ci sono cose su cui il nostro punto di vista è più simile, altre che ci vedono più distanti, ma questo non impedisce il confronto”.

E attacca la sinistra: “Mi consenta, fa abbastanza sorridere chi fino a ieri esaltava Musk come un genio e oggi invece lo dipinge come un mostro, solo perché ha scelto il campo ritenuto ‘sbagliato’ della barricata. Io, da sempre, non ragiono così”.

Sui rischi legati alla sicurezza che potrebbero derivare da eventuali accordi con le aziende di Musk (ad esempio Starlink) dice: “In primo luogo, ho lavorato e lavoro per avere maggiori investimenti in Italia e valuto l’utilità di ogni investimento con la lente dell’interesse nazionale, non con quella delle idee politiche o dell’amicizia di chi investe. Questo lo facevano altri. La bussola della mia azione è la difesa dell’interesse nazionale. E questo include, ovviamente, anche la necessità di contemperare le istanze di partecipazione e innovazione con le esigenze di sicurezza. Ma è un ragionamento che si applica a chiunque voglia investire in Italia, indipendentemente dal nome che porta l’azienda”.

Meloni dice che con lei l’occupazione è la più alta dalla Spedizione dei mille

Tra i successi vantati da Meloni ci sono i dati sui tassi di occupazione e disoccupazione, che dice essere, rispettivamente il “più alto dalla Spedizione dei Mille” e il “più basso dall’uscita del primo iPhone”.

La premier inoltre, si dice “particolarmente orgogliosa” che “sotto il primo governo guidato da una donna, il tasso di occupazione femminile sia il più alto di sempre e che per la prima volta abbiamo superato il tetto dei dieci milioni di donne lavoratrici”.

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Il rapporto con Macron: “Dipinti come due bambini che si fanno i dispetti”

Rispetto al suo rapporto con il leader francese Emmanuel Macron, con cui durante il G7 in Puglia si erano registrate diverse tensioni, Meloni nega: “Ho letto spesso ricostruzioni di ogni tipo. C’è chi ci ha addirittura dipinto non come due leader che hanno responsabilità di governo e si confrontano, ma come due bambini che si fanno i dispetti. Non è mai stato così”, ribadisce.

Italia e Francia “sono due pilastri dell’Europa: su molti temi abbiamo abbiamo interessi convergenti, su altri ci sono punti di vista differenti. Ciò che è fondamentale è confrontarsi, se necessario anche con schiettezza e senza infingimenti. L’Italia è tornata autorevole e ascoltata anche per questo approccio”, ha aggiunto.

“Non ho modelli a cui mi ispiro”

Meloni dice inoltre, di non ispirarsi a nessun’altra leader del passato, perché ognuno ha “una sua specifica identità. Nella storia abbiamo avuto donne che hanno ricoperto carichi di grande responsabilità, e di loro si potrebbe sottolineare un aspetto invece che un altro. Io preferisco, semplicemente, a rimanere me stessa”, spiega.

Alla domanda se ci sia qualcuno con cui si confronta tra gli altri leader prima di prendere le decisioni, la premier risponde: “Dipende dal dossier, ma direi che uno dei punti di forza di questo governo è la capacità di dialogare con tutti. In questi due anni abbiamo rafforzato le nostre tradizionali alleanze, ma abbiamo anche aperto canali di confronto con partner con i quali prima si parlava poco o con cui i rapporti erano meno intensi. E questo è un grande valore aggiunto, che permette all’Italia di diversificare la sua proiezione geopolitica e geoeconomica”, prosegue.

Meloni insiste sul piano Albania: “Infliggerà un colpo alla criminalità”

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Secondo Meloni il piano Albania (dove attualmente i centri sono ancora vuoti) “è una soluzione molto innovativa, che sta facendo scuola in Europa e non solo, perché è chiaro a tutti che può infliggere un colpo mortale alle organizzazioni criminali che speculano sui migranti per ingrassare i loro profitti”, sostiene.

E sul rapporto del suo governo coi giudici chiarisce: “Io sono cresciuta con l’esempio di Falcone e Borsellino e ho massimo rispetto per i giudici. Resto convinta che la stragrande maggioranza dei magistrati italiani abbia il nostro stesso obiettivo, ovvero quello di disarticolare le reti criminali e assicurare alla giustizia i trafficanti di esseri umani”.

Fratelli d’Italia non toglierà la fiamma dal simbolo 

Sull’ipotesi di togliere la fiamma dal simbolo di Fdi, Meloni dice che la questione non è “mai stata all’ordine del giorno”. Alla proposta sembrava aver aperto negli scorsi mesi anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, ma per ora l’idea sembra fuori discussione.

Infine, sui contrasti interni alla sua maggioranza, emersi durante l’approvazione della legge di bilancio, Meloni taglia corto e precisa che il confronto è “fisiologico” in una coalizione composta da forze politiche diverse. “Ci confrontiamo, come accade in tutte le famiglie che si rispettino. Il centrodestra è unito da una visione comune e da valori fondamentali, e questo ci rende forti da trent’anni. Le maggioranze davvero litigiose non riescono a concludere nulla, ma non mi pare sia il nostro caso”, conclude.

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