Sanità Calabria Parte Seconda: La Giostra delle Transazioni Milionarie
Un disastro finanziario che sembra non avere fine, un sistema sanitario in ginocchio, e decine di milioni di euro che migrano dalle casse delle ASP calabresi verso le grandi banche milanesi. Questo è il quadro drammatico e complesso delineato da Gianfrancesco Turano nella sua ultima inchiesta pubblicata su L’Espresso. Un rilancio necessario e, forse, inevitabile, vista la portata delle rivelazioni che si intrecciano con quanto già denunciato nei giorni scorsi.
Decine di milioni in fuga verso Milano
La sanità calabrese non smette di stupire, purtroppo in negativo. Con un deficit cronico e una gestione commissariale che, nei fatti, non è riuscita a fermare l’emorragia finanziaria, le ASP di Cosenza e Reggio Calabria hanno versato, tra il Natale e la fine del 2023, quasi 77 milioni di euro alla BFF Banking Gruppo (ex Farmafactoring). La cifra impressionante emerge da due transazioni milionarie firmate in zona cesarini dai commissari delle ASP, nonostante la presenza di anomalie gravissime nelle fatture e nei procedimenti di accertamento del debito.
Turano racconta come l’Asp di Cosenza, guidata da Antonio Graziano, ha chiuso una transazione da 39 milioni di euro a favore della BFF, basata su documenti contabili pieni di lacune. Alcune fatture mancavano dell’indicazione della società emittente o dei dati di decorrenza degli interessi, mentre altre erano già state escluse da frasi precedenti. Stesso copione a Reggio Calabria, dove un accordo quadro di 37,8 milioni è stato sottoscritto dalla DG Lucia Di Furia, sempre con BFF.
Chi guadagna davvero?
Il grande vincitore in questa storia è proprio BFF Banking Group, una società specializzata nell’acquisto di crediti deteriorati dalla pubblica amministrazione. Il suo amministratore delegato, Massimiliano Belinghieri, figura tra i manager più pagati d’Italia, con un compenso annuo che supera i 5,9 milioni di euro. Gli utili netti della banca, sebbene in calo, si mantengono a livelli impressionanti, mentre il titolo azionario ha subito solo oscillazioni temporanee dopo alcune osservazioni di Bankitalia.
I sospetti della Procura di Milano
Ma non tutto fila liscio. La Procura di Milano e la Guardia di Finanza stanno indagando sulle operazioni di pagamento e sugli intrecci tra creditori, fornitori e amministrazioni calabresi. Turano lascia cadere due righe sibilline ma pesanti come macigni: i finanzieri impegnati nelle indagini non sembrano coincidere con quelli coinvolti nel protocollo di collaborazione vantato dal subcommissario alla sanità Ernesto Esposito. Questo dettaglio conferma quanto sospettato: ci sono due indagini parallele, e una di queste si concentra proprio sulle transazioni milionarie delle ASP calabresi.
La Calabria come caso nazionale
La sanità calabrese è ormai un caso emblematico a livello nazionale. Con un saldo negativo di 294 milioni di euro nei cosiddetti “pellegrinaggi della salute”, la regione si conferma fanalino di coda. E mentre i calabresi continuano a emigrare al Nord per curarsi, le casse pubbliche pagano il conto a chi ha la forza economica e legale per imporsi. Il paradosso è che, in questo scenario di rovina finanziaria, si continua a favorire i grandi gruppi bancari e finanziari, penalizzando le piccole aziende locali.
Un sistema da rifondare
Come sottolineato anche da Turano, il caos contabile non è solo una conseguenza della cattiva gestione, ma un sistema funzionale alla corruzione e agli interessi mafiosi. Le infiltrazioni criminali, i commissariamenti fallimentari e le transazioni sospette sono solo la punta dell’iceberg. La gestione Occhiuto, con i suoi proclami di trasparenza e rigore, sembra non essere riuscita a invertire la rotta. Anzi, la creazione di enti come Azienda Zero e il ricorso a consulenze milionarie, come quelle affidate all’avvocato Crisci, sollevano nuovi interrogativi.
Un futuro incerto
Le domande sono molte, le risposte poche. La sanità calabrese continuerà a essere un laboratorio di fallimenti o diventerà finalmente un esempio di riscatto? L’indagine della Procura di Milano riuscirà a fare luce su questi scandali? E soprattutto: quanto dovranno ancora pagare i cittadini calabresi per un sistema che sembra costruito per favorire pochi a scapito di molti?
Questo rilancio non vuole solo raccontare i fatti, ma invitarci a riflettere su un sistema che sembra condannare la Calabria a una cronica condizione di subalternità e sfruttamento.
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