Operazione Blue Moon in Italia. Una generazione di italiani annientata con l’eroina da un progetto politico della Cia e dei servizi italiani deviati (M.I.)

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“Italiani Popolo di drogati devastato dagli stupefacenti e dal comunismo” questa è una delle frasi del discorso che, nel dicembre 1970, Junio Valerio Borghese avrebbe dovuto pronunciare in televisione dopo il golpe. Nove mesi prima del tentato e fallito golpe, nel marzo 1970, il nucleo del reparto antidroga dei carabinieri aveva fatto irruzione su un barcone ancorato sul Tevere, il New Sporting Club, dopo una segnalazione che comunicava una presenza massiccia di ragazzi – circa novanta – in possesso di sostanze stupefacenti.
Furono mobilitate una moltitudine di pattuglie facendo diventare la vicenda un “caso” sui media del tempo. Il fatto fu voluto e organizzato ad arte, visto che le accuse si riveleranno poi infondate, infatti si trovò solo qualche “cicca”, e non i chili di hashish annunciati e, come spesso avviene, sui media “mainstream” si mise l’accento solo sul clamore del blitz. Fu così che nacque sui giornali il binomio “capellone = contestatore” o “capellone = tossico”. L’ accanimento mediatico senza precedenti marchiò in modo indelebile le proteste del ’68. Un agente dei servizi americani, Ronald Stark, detto il “camaleonte” per aver assunto molte identità, arrivò in Italia, infiltrandosi nei gruppi pacifisti e di contestazione, ai quali cominciò a fornire droghe.

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In tale scenario l’unico sequestro significativo di eroina, circa due chili, in quegli anni sarà attuato nel 1975 dalla squadra mobile di Roma coordinata dal commissario Ennio Di Francesco, a cui tuttavia l’inchiesta verrà avocata immediatamente. Stava cominciando la segretissima operazione “Blue Moon” orchestrata dalla CIA e dai servizi segreti deviati. La diffusione massiccia dell’eroina in Italia, tra il 1974 e il 1975, fu un’operazione di controllo delle masse e dei movimenti giovanili che, attraverso la “contestazione” del sistema, volevano cambiare il mondo.

Ma non avevano fatto i conti con la Guerra Fredda. Si cominciò a far sparire dalle “piazze di spaccio” tutte le droghe usate fino a quel momento e il vuoto nelle piazze romane venne colmato da una nuova sostanza, distribuita gratis e di ottima qualità: la morfina che, nel 1974, sparì improvvisamente dalla circolazione costringendo i tossicomani a passare all’eroina. Cominciava anche la guerra psicologica che in Italia fu condotta in particolar modo dall’Aginter Presse, formalmente un’agenzia d’informazione, con sede a Lisbona, ma che in realtà era una centrale operativa dei servizi segreti occidentali, attiva tra il 1962 e il 1974, che gestiva una rete internazionale di sovversori di estrema destra. Uno dei suoi uomini di punta era Stefano Delle Chiaie.

Proprio l’Aginter si sarebbe poi incaricata dello stoccaggio dell’eroina e dell’addestramento degli agenti responsabili della diffusione degli stupefacenti a Ovest del Muro. Si trattò di una strategia ben studiata, portata avanti anche grazie alla realizzazione di uffici di guerra psicologica creati ad hoc che alimentavano tensione e paura. “Con due gocce d’eroina s’addormentava il cuore” scrisse Fabrizio De André e dal ’75 all’ ’80 il problema eroina diventò endemico mentre l’informazione latitava, nessuno parlava degli effetti mortali della sostanza e i telegiornali erano troppo occupati a stigmatizzare le conseguenze della marijuana, nemmeno paragonabili a quelli dell’eroina. La disinformazione arrivò al punto di instillare la convinzione, delirante, che droghe come la marijuana fossero più pericolose dell’eroina. Nel 1970 non c’era in Italia nessun consumatore di oppiacei, nel 1977 ce ne saranno 28 mila e nel 1982, 92 mila (secondo i dati British Journal of Addiction, 1992).

L’eroina fu lasciata libera di devastare la vita di centinaia di migliaia di giovani e delle rispettive famiglie. Il tutto organizzato dagli “Alleati”. L’operazione “Blue Moon” è un esempio di manipolazione delle masse attraverso le informazioni e attraverso le droghe, ma non fu l’unica nella storia. Con la complicità del maggiore Roger Trinquier e del colonnello Maurice Belleux dello SDECE (il servizio segreto francese), durante la Prima guerra d’Indocina (1946-54), alcuni gangster corsi costituirono piccole compagnie di charter nel Laos, soprannominate “Air opium”, che trasportavano oppio fino a Saigon, dove veniva mandato a Marsiglia per essere raffinato in eroina: e tale traffico servì a finanziare la guerra.

Oggi il 14% dei giovani afferma di aver provato ecstasy, MDMA, GHB, poppers, protossido di azoto o LSD; l’11% afferma di aver assunto cocaina; 8%, eroina. “L’uso di droghe pesanti, in particolare cocaina è sempre più diffuso in tutti gli strati sociali. L’”Operazione Blue Moon” ha fatto scuola diventando l’esempio per ogni tipo di potere che voglia impedire cambiamenti democratici.

Marco Interlachen



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