un anno di cambiamenti nel diritto italiano

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Il 2024 è stato un anno di importanti pronunce giurisprudenziali in Italia. Diritti dei lavoratori, sicurezza stradale, libertà di espressione e condominio sono solo alcuni dei temi toccati dalle sentenze più significative.

Il panorama giuridico italiano è in continua evoluzione, soprattutto grazie all’opera della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione, che con le loro sentenze interpretano le leggi, così influenzando la vita di tutti i cittadini. Il 2024 è stato un anno particolarmente ricco di pronunce significative, che hanno fatto giurisprudenza e meritano di essere approfondite. Analizziamo brevemente le sentenze più importanti del 2024 per constatare quali cambiamenti hanno apportato nel diritto italiano.

Mobbing: una tutela più ampia per i lavoratori

Con la sentenza n. 2084 del 19 gennaio 2024, la Cassazione ha ampliato la tutela dei lavoratori contro il mobbing, stabilendo che il datore di lavoro è responsabile dei danni alla salute psicofisica del dipendente anche in assenza di un vero e proprio intento persecutorio, se l’ambiente di lavoro è “stressogeno“.

Questa sentenza rappresenta un importante passo avanti nella tutela della salute dei lavoratori, che potranno ottenere il risarcimento del danno anche in caso di “straining“, cioè di un clima aziendale caratterizzato da stress eccessivo, anche se non si configura un vero e proprio mobbing.

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Licenziamento per superamento del comporto: attenzione alla discriminazione

La sentenza n. 11731 del 2 maggio 2024 della Cassazione ha affrontato il delicato tema del licenziamento per superamento del periodo di comporto, stabilendo che applicare lo stesso periodo di comporto (cioè la durata massima di assenze per malattia) a tutti i lavoratori, indipendentemente dalle loro condizioni di salute, può costituire una discriminazione indiretta.

In particolare, la Corte ha ritenuto discriminatorio il licenziamento di un lavoratore affetto da una grave malattia, che aveva superato il periodo di comporto a causa delle cure mediche. A fronte di tale situazione, il datore di lavoro non aveva valutato la possibilità di adottare «accomodamenti ragionevoli» per consentirgli di continuare a lavorare. Questa sentenza apre la strada a una maggiore tutela dei lavoratori con disabilità, che non potranno essere licenziati senza che l’azienda abbia preso in considerazione soluzioni alternative per il loro reinserimento lavorativo.

Autovelox: la Cassazione annulla le multe degli apparecchi non omologati

La sentenza n. 10505 del 18 aprile 2024 della Cassazione ha annullato una multa elevata con un autovelox non omologato, sottolineando l’importanza del rispetto delle procedure di omologazione per garantire la validità delle sanzioni.

La pronuncia ha determinato il sequestro a catena di numerosi autovelox e tutor installati sulle strade italiane. Difatti per lungo tempo il Ministero ha ritenuto che omologazione e approvazione fossero la stessa cosa, attivando solo la seconda procedura e non anche la prima. Risultato: moltissimi autovelox installati sulle strade italiane si sono trovati, improvvisamente, “fuorilegge” per effetto di questa importante pronuncia.

Codice della Strada: la Corte Costituzionale boccia le sanzioni eccessive

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 52/2024, ha dichiarato illegittima la revoca della patente prevista per chi circola con il fermo amministrativo, ritenendola una sanzione eccessiva e sproporzionata rispetto alla gravità dell’infrazione.

Questa sentenza apre la strada a possibili pronunce di incostituzionalità per altre norme del Codice della Strada che prevedono sanzioni sproporzionate, contribuendo a un riequilibrio del sistema sanzionatorio in materia di circolazione stradale.

Saluto romano: quando è reato?

Le Sezioni Unite della Cassazione, con la sentenza n. 16153 del 17 aprile 2024, hanno affrontato il tema del saluto romano, stabilendo che questo gesto, sebbene riconducibile al regime fascista, non è sempre reato.

Per configurare il reato, è necessario che il saluto romano sia accompagnato da un rischio concreto di «emulazione» del fascismo, cioè che possa favorire la riorganizzazione del disciolto partito fascista. La sentenza chiarisce che anche il contesto commemorativo non esclude il reato, se sussiste il rischio di emulazione.

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Licenziamento: obbligo di repechage anche con mansioni inferiori

La sentenza n. 31505/2024 della Cassazione ha rafforzato la tutela dei lavoratori in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, stabilendo che il datore di lavoro non può licenziare un dipendente per motivi economici o organizzativi se non gli ha prima offerto mansioni alternative, anche di livello inferiore e con una retribuzione più bassa. Bisogna, quindi, applicare anche in questi casi il cosiddetto obbligo di repechage.

Donazioni esentasse

Una buona notizia per molti contribuenti italiani è arrivata con la sentenza n. 7442 della Cassazione, datata 20 marzo 2024, che ha chiarito molti dubbi. La Corte, contraddicendo quanto sostenuto dall’Agenzia delle Entrate (si veda la circolare n. 30/2015), ha stabilito che le “donazioni informali” (quelle cioè senza atto notarile) e indirette (quelle rivolte ad acquistare beni specifici come la casa) non sono soggette a registrazioni e, quindi, non scontano l’imposta di registro.



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