Palermo, l’asilo di Brancaccio finisce al centro delle polemiche

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PALERMO – L’asilo nido di Brancaccio, dedicato alla memoria di don Pino Puglisi, si farà ma l’iter per la sua realizzazione provoca un vero e proprio terremoto nella politica palermitana, con accuse incrociate tra il consiglio comunale e i sostenitori del progetto che rendono il clima incandescente. Cronaca di un inizio d’anno movimentato, dalle parti di Palazzo Comitini.

L’asilo della discordia

Oggetto del contendere è il progetto per la costruzione di un asilo nido in nome del sacerdote ucciso dalla mafia: progetto confezionato dal Centro Padre Nostro guidato da Maurizio Artale, donato al Comune alcuni anni fa e rifinanziato nel 2023, dopo che i primi fondi erano stati persi.

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I soldi a disposizione, quasi 4 milioni di euro, vanno però spesi entro il 2026: nel marzo scorso il consiglio comunale ha approvato la variante urbanistica e il progetto è stato inserito nel piano triennale delle opere pubbliche ma nell’elenco annuale 2025.

La modifica del piano triennale

Per accelerare le procedure, il Comune ha provato ad anticipare i tempi approvando in giunta il progetto esecutivo e chiedendo al consiglio comunale di spostare l’asilo nell’elenco annuale 2024 delle opere pubbliche; una modifica, quest’ultima, chiesta dagli uffici dell’assessore alla Scuola, Aristide Tamajo, quasi allo scadere, finendo così nell’imbuto delle scadenze di Sala Martorana.

Strada in salita

Il progetto, fortemente criticato dal gruppo Oso per i costi ritenuti eccessivi, è arrivato così al 31 dicembre quando il consiglio comunale ha aperto la seduta, dopo un confronto tra il sindaco Roberto Lagalla e i capigruppo di maggioranza.

La strada, però, è apparsa subito in salita: al netto delle richieste di maggiori approfondimenti della consigliera Giulia Argiroffi, specie sui costi del progetto, diversi consiglieri comunali non avrebbero gradito l’accelerazione sul percorso d’Aula chiesta dal Centro Padre Nostro. E il risultato è stata una profonda spaccatura, anche nella maggioranza, che ha fatto saltare il numero e chiudere la seduta.

Forza Italia divisa

A colpire però è stata lo scontro violento dentro Forza Italia, consumatosi praticamente in diretta streaming. Da un lato Gianluca Inzerillo, vicino al vicepresidente della Camera Giorgio Mulè che annovera fra i suoi consulenti Artale; dall’altra il presidente del consiglio, Giulio Tantillo, e il capogruppo Ottavio Zacco.

“Sono basito dalla conduzione d’Aula”, ha detto Inzerillo chiedendo una sospensione dei lavori rifiutata però dalla presidenza. Votata la variazione di bilancio i forzisti si sono così riuniti e, raccontano i presenti, sarebbero volate parole grosse, specie tra Inzerillo e Tantillo.

La lettera a Tajani

Un clima da lunghi coltelli che rischia di avere ulteriori strascichi dentro il partito azzurro. Inzerillo ha infatti inviato una nota al segretario nazionale di Fi Antonio Tajani e al coordinatore siciliano Marcello Caruso per puntare il dito contro Tantillo.

“Chi presiede il consiglio comunale di Palermo è inadeguato al ruolo – dice Inzerillo – tutt’altro che liberale, democratico e alleato del gruppo di Forza Italia. La vicenda dell’asilo di don Pino Puglisi rischia di far diventare questo consiglio il peggiore della storia”.

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“Io ho il dovere di tutelare la città e il consiglio comunale – ribatte Tantillo -. Ho sempre concesso le sospensioni ma era impossibile farlo il 31 dicembre con gli atti in scadenza, sarebbe stato un errore”.

L’asilo si farà?

Il progetto, comunque, non subirà ripercussioni. A confermarlo è stato il sindaco Lagalla che, in una nota, ha rassicurato tutti: l’atto non aveva scadenze vincolanti e il Rup potrà comunque avviare la gara, recuperando il tempo che servirà alla giunta per approvare il nuovo piano triennale delle opere pubbliche.

Lo scontro

La miccia, però, è stata ormai accesa. I familiari di don Pino Puglisi, in una lettera pubblicata sul sito del Centro Padre Nostro, non hanno usato il guanto di velluto: “Chi ha interesse a non costruire l’asilo nido a Brancaccio? La risposta, parimenti alla domanda, nasce spontanea: la mafia”.

Un attacco che ha spiazzato gli inquilini di Sala Martorana. “Che qualcuno si permetta di strumentalizzare il martirio di padre Puglisi per giustificare sperpero di denaro pubblico che basterebbe per costruire cinque e non un asilo nido è una ferita aperta – dicono Giulia Argiroffi e Ugo Forello di Oso –. Non accetteremo prezzi di opere pubbliche gonfiati ed è grave e inaccettabile che una persona, anche politicamente esposta, si permetta di interferire con il voto, indirizzando messaggi ai consiglieri”.

“Nessuno ha mai detto che l’asilo a Brancaccio non si debba fare – spiega Mariangela Di Gangi del Pd -. Nessuno ha mai lontanamente pensato che quell’asilo non serva. Ciò detto, non capisco una così forte sollecitazione a iscrivere il progetto nel piano annuale del 2024, a 48 ore dalla fine dell’anno, essendo già previsto per il 2025, che sarebbe iniziato poche ore dopo la seduta di consiglio. Proprio perché ispirato a chi ha ci insegnato cosa vuol dire fare antimafia sociale, merita la più alta attenzione possibile del consiglio comunale e valutare con attenzione un progetto non significa ostacolarlo, ma garantirne qualità e rispetto dell’interesse collettivo”.



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