Esami affidati ai Ris di Parma: il corpo trovato nel bagno, la porta chiusa e il compagno indagato. La famiglia: «Non sappiamo cosa sia successo»
«Non sappiamo ancora che cosa sia successo a Cristina. Sua figlia di 5 anni continua a chiederci della mamma. Abbiamo chiuso male il 2024 e non inizieremo bene nemmeno quest’anno con un funerale ancora da organizzare». Parole di sconforto quelle di Rocco, il fratello di Cristina Pugliese, la 27enne trovata morta l’1 dicembre a Caldiero in bagno nella casa del compagno M.C., con il tubo flessibile della doccia attorno al collo. A distanza di un mese sono ancora molti i dubbi da chiarire sul suo decesso. Per il momento rimangono ancora aperte tutte le piste: il sostituto procuratore Elisabetta Labate ha aperto in dicembre un fascicolo di indagine per omicidio volontario, ma anche l’ipotesi iniziale del suicidio non è ancora stata scartata. Dai primi risultati dell’autopsia non sono stati evidenziati segni di colluttazione. L’unica persona iscritta al registro degli indagati per omicidio volontario è il 40enne M.C., il compagno con cui Cristina conviveva, difeso dall’avvocato Filippo Vicentini.
Le indagini
A chiarire come sia morta la giovane saranno la relazione del medico legale Francesco Ausania e gli esami tossicologici svolti il 27 dicembre dalla dottoressa Rossella Gottardo dell’istituto di medicina legale di Borgo Roma. Per i risultati bisognerà però attendere un altro mese, ovvero la prima settimana di febbraio. Nel frattempo, il 30 dicembre, il sostituto procuratore Elisabetta Labate, che sta coordinando le indagini dei carabinieri di Colognola ai Colli, ha disposto anche un esame merceologico, ovvero su tutte le impronte e i reperti rinvenuti nel corso dei diversi sopralluoghi nella casa e che verranno analizzati dal Reparto Investigazioni Scientifiche dei carabinieri di Parma per comprendere chi si trovasse nell’abitazione tra sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre, oltre a Cristina e a M.C..
Il ritrovamento
Accertamenti ulteriori che si aggiungono a quelli richiesti pochi giorni prima di Natale: Labate aveva infatti nominato il maresciallo maggiore Cesare Res come consulente per la perizia dattiloscopica, ovvero per l’analisi delle impronte rinvenute in casa, in particolare nel bagno.
La mattina dell’1 dicembre il 40enne aveva fatto il giro di alcuni bar di Caldiero, dicendo che non trovava più la compagna e chiedendo se qualcuno poteva aiutarlo a rintracciarla. Aveva contattato anche il fratello Rocco e l’ex compagno, nonché padre della figlioletta di 5 anni. Al bar Fantasmino un avventore si era offerto di dargli una mano. Aveva quindi accompagnato M.C. a casa sua. Aveva trovato la porta del piano inferiore chiusa. Aveva allora preso la chiave del bagno al piano superiore per provare ad aprire la serratura. Una volta girata la maniglia, Cristina era nella doccia morta e con il tubo flessibile attorcigliato attorno al collo. M.C. aveva poi chiamato i carabinieri di Colognola ai Colli, dicendo che aveva trovato Cristina senza vita e che si era suicidata.
I dubbi
Una versione dei fatti che però non ha convinto la procura. Tra le incognite ci sarebbe infatti proprio quella porta del bagno chiusa, dove c’era il cadavere di Cristina, e al cui interno non sarebbe stata trovata nessuna chiave nella toppa. Un altro elemento è la mano di M.C. incrostata di sangue e notata da una dipendente del bar Gallery, poche ore prima che la 27enne venisse trovata nella doccia.
M.C. e Cristina si frequentavano da sei mesi ed erano presto andati a vivere insieme a Caldiero. I vicini di casa dicevano che la coppia litigava spesso. Qualcuno aveva riferito di averli visti discutere anche la sera del 30 novembre fuori da un club. Quel weekend la figlia di 5 anni era con il papà, l’ex compagno 30enne di Cristina, e non ha più potuto rivedere e riabbracciare la mamma. Anche i genitori della 27enne non si danno pace, oltre a credere che difficilmente la loro figlia possa essersi tolta la vita. «Sono molto provati – dice l’avvocato Davide Osti che li rappresenta -. A distanza di un mese non possono vedere la figlia e non la possono seppellire. Devono ancora aspettare il nullaosta. Per loro è una situazione molto straziante».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link