«La speranza siamo noi» – Chiesa di Milano

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«La pace che non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità». Così Sergio Mattarella, presidente della Repubblica italiana, nel suo messaggio di fine anno: «La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunziabile, che l’Italia ha sempre perseguito, anche con l’importante momento quest’anno della presidenza del G7».

Il presidente ha sottolineato la gravità degli eventi internazionali: «Nella notte di Natale si è diffusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata. Nella stessa notte di Natale feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell’Ucraina per costringere quella popolazione civile al buio e al gelo. Gli innocenti rapiti da Hamas, e tuttora ostaggi, vivono un secondo inizio di anno in condizioni disumane».

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Mattarella ha condannato fermamente questi atti, definendoli “forme di barbarie” che non risparmiano neppure i momenti festivi: «Eppure mai come adesso la pace grida la sua urgenza». In questa prospettiva, il capo dello Stato ha espresso l’augurio che «il nuovo anno porti vera pace ovunque», poiché solo così si può costruire un futuro condiviso in cui «non vengano aggrediti altri Paesi d’Europa».

La vicinanza a Cecilia Sala

«Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia». Nel suo discorso di fine anno il Presidente ha voluto rimarcare l’importanza della libera informazione: «Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove».

Mattarella ha ricordato che proprio l’impegno dei cronisti sul campo porta alla luce verità spesso scomode: «Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità». Nel citare la cronista trattenuta, ha invitato a non abbassare la guardia sui diritti fondamentali: «La pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità». Parole che si collegano alla difesa della democrazia, cardine della Costituzione, di cui il capo dello Stato ricorda l’ispirazione pacifista: «È l’unica garanzia di una vera pace». E ha ribadito la speranza di un pronto ritorno di Cecilia Sala e di quanti operano in scenari di pericolo.

Povertà di tanti, ricchezza di pochissimi

«A livello globale aumenta in modo esponenziale la ricchezza di pochissimi mentre si espande la povertà di tanti». È un passaggio centrale del messaggio di fine anno di Sergio Mattarella: «La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina – che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa – ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari».

Il capo dello Stato ha evidenzia la «sconfortante sproporzione» tra i fondi militari e le risorse stanziate alla recente Cop 29 di Baku: «Otto volte di più di quanto stanziato per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità».

Nel suo discorso è tornato il legame tra crisi ambientale e instabilità internazionale: «Il mutamento del clima incide decisamente anche sugli eventi meteo che subiamo in Italia». Richiamando il dovere di lungimiranza, ha invitato a ricalibrare le priorità globali, investendo di più nella difesa della vita e meno nell’industria bellica.

Ascoltare i giovani

«Un’attenzione particolare richiede il fenomeno della violenza. Tocca tutto il mondo ma diviene ancor più allarmante quando coinvolge i nostri ragazzi». Da qui il monito di Sergio Mattarella nel messaggio di fine anno: «Bullismo, risse, uso di armi. Preoccupante diffondersi del consumo di alcool e di droghe, vecchie e nuove, anche tra i giovanissimi». E ha precisato: «Comportamenti purtroppo alimentati dal web che propone sovente modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo».

Il presidente ha invita le istituzioni a non ignorare i segnali di disagio: «I giovani sono la grande risorsa del nostro Paese. Possiamo contare sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso». Mattarella ha sottolineato la necessità di ascoltare «il loro disagio, di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni». E collega questa fragilità alla crisi demografica: «La precarietà e l’incertezza che avvertono le giovani generazioni vanno affrontate con grande impegno».

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Il vero patriottismo

«È patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità».

Queste le parole di Sergio Mattarella, che nel suo discorso di fine anno ridefinisce il senso del patriottismo, distanziandolo da logiche esclusive: «È fondamentale creare percorsi di integrazione e di reciproca comprensione perché anche da questo dipende il futuro delle nostre società».

Il Presidente ha ricordato l’impegno di chi opera in condizioni difficili: «Patriottismo è quello dei medici dei pronto soccorso, degli insegnanti che si dedicano con passione alla formazione dei giovani e di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto». Ha insistito poi sull’importanza della sicurezza, evidenziando i risultati raggiunti: «Dal 2013 al 2024, sono stati raggiunti risultati significativi sul fronte della prevenzione, con una forte riduzione degli omicidi volontari, delle rapine, dei furti nelle abitazioni». E ha ringraziato le Forze dell’Ordine «per il contributo decisivo che recano alla cornice di sicurezza in cui vive il nostro Paese».

80 anni dalla Liberazione

«Nel 2025 celebreremo gli ottanta anni della Liberazione. È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità».

«Una ricorrenza importante – ha ribadito mattarella -. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia».

Il capo dello Stato ha invitato a «consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione alla base della comunità nazionale», sottolineando che «la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa». E ha aggiunto: «La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte».

In questo anelito di responsabilità condivisa, Mattarella ha ricordato quanto sia cruciale il coinvolgimento politico: «Si esprimono e si ricompongono attraverso l’ampia partecipazione dei cittadini al voto, che rafforza la democrazia; attraverso la positiva mediazione delle istituzioni verso il bene comune».

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