Come è andato questo 2024? Quali sono state le note positive e quali quelle negative? I voti all’anno solare: tra delusioni e sorprese inaspettate
Il 2024 si è chiuso con il pareggio casalingo contro l’Atalanta e con la Lazio al quarto posto in classifica. L’anno solare ha visto il mondo biancoceleste trascinato in un turbinio senza fine di emozioni contrastanti: prima il deludente finale dell’avventura di Maurizio Sarri con tutte le polemiche che si sono trascinate, poi gli arrivi di Tudor e Baroni. Nelle nostre pagelle ripercorriamo alcuni dei momenti fatidici dell’anno appena concluso. Non analizzeremo giocatore per giocatore, ma ci concentreremo su alcune componenti che riteniamo fondamentali: abbiamo preso in esame società, tecnici, miglior giocatore, peggiore e sorpresa.
Partiamo la nostra analisi dalla società: il voto coinvolge Lotito e Fabiani in un’unica entità. Impossibile dividere pregi e responsabilità dell’uno e dell’altro. I due dirigenti hanno costruito e pensato la Lazio di oggi, plasmandola sul mercato. Voto che comprende tutto l’anno solare… e che potrebbe essere aggiornato alla luce del mercato attuale.
Le pagelle: la società
Lotito e Fabiani 7,5: Per il coraggio fatto vedere da giugno in poi, avrebbero meritato un voto più alto: hanno salutato senza troppi problemi numerosi senatori, dando il via ad un processo di rinnovamento che era necessario. Hanno puntato su un tecnico esperto, e poco considerato da tifosi e media, credendo nelle sue doti, ed hanno costruito una Lazio capace di chiudere l’anno al quarto posto in classifica e in prima posizione in Europa League.
Uniche pecche: la conclusione del rapporto con Sarri (poco accompagnato nelle scelte di mercato) e la mancata sostituzione di Danilo Cataldi nell’ultima giornata di mercato. L’ex capitano è stato ceduto alla Fiorentina e non è stato rimpiazzato in rosa. Un errore che ha portato Baroni a fare i conti con l’emergenza. Ma ora c’è tempo per rimediare…
Le pagelle: i tecnici
Maurizio Sarri 5: Come chiudere nel peggiore dei modi un’avventura emozionante e che aveva portato la Lazio al secondo posto in classifica. Sarri aveva chiesto dei giocatori (alcuni impossibili da prendere) e non è stato accontentato, ma poi, per sua stessa ammissione ha “trasferito alla squadra la sua inquietudine”. Non ha saputo valorizzare il capitale che gli era stato messo a disposizione: veva chiesto Berardi, Ricci e Milik (operazioni potenzialmente da 70 milioni di euro), ma ha ricevuto Rovella, Guendouzi, Kamada, Castellanos, che altri tecnici hanno saputo valorizzare. Poteva e doveva fare meglio: ha lasciato la Lazio al nono posto e fuori dalla Supercoppa (manifestazione considerata un peso) e dalla Champions League, unica competizione nella quale la sua ultima Lazio ha lasciato il segno. Due i momenti da ricordare del 2024: la vittoria nel derby di Coppa Italia (l’ultimo contro Mourinho) e il successo casalingo con il Bayern Monaco del 14 febbraio. Vittoria che però, non è servita per la qualificazione.
Igor Tudor 6-: E’ arrivato nel momento peggiore, con una Lazio in difficoltà, con un ambiente diviso e con giocatori in balia degli eventi. Ha gestito la situazione come poteva: in undici partite ha collezionato sei vittorie, tre pareggi e due sconfitte (contro Juventus e Roma), ed ha riportato la Lazio in Europa League, traguardo che sembrava impossibile da raggiungere al suo arrivo. Ma per tutto il tempo in cui è rimasto nella capitale, sembrava un illustre sconosciuto: fuori da qualsiasi contesto laziale. Non ha legato con la piazza, con i giocatori e con la società: sembrava quasi un pesce fuor d’acqua. Ha avuto il merito di dare un senso al finale di stagione ed ha sfiorato la finale di Coppa Italia, ma ha anche bocciato preventivamente alcuni calciatori che oggi rappresentano la forza portante di questo gruppo. Aveva chiesto alla società di scegliere tra la sua conferma e quella di Rovella e Guendouzi, che non riteneva adatti al suo modo di giocare. Lotito e Fabiani hanno fatto la scelta migliore.
Marco Baroni 8: E’ arrivato all’improvviso, quasi dal nulla. Alle spalle aveva due stagioni straordinarie sulle panchine di Lecce e Verona: squadre che aveva portato alla salvezza, giocando un bel calcio e andando oltre cessioni improvvise e delusioni di mercato. Ma quando si è presentato nella capitale, è arrivato trascinandosi dietro la fama di tecnico “inappropriato” per una piazza così. Baroni non ha fatto una piega. Ha superato le critiche attraverso il lavoro. Ha creato con i suoi giocatori un gruppo solido, attingendo alla totalità della rosa a disposizione: ha tenuto tutti sulla corda ed ha ottenuto risultati straordinari. Quando è rimasto con pochi mediani, ha studiato un modulo che gli permettesse di andare oltre l’emergenza, quando ha capito che il centrocampo aveva bisogno di maggior sostanza, ha inserito un mediano in più. Oggi non c’è un solo giocatore in rosa che potrebbe avanzare pretese nei suoi confronti: e questo è certamente uno dei suoi più grandi meriti.
Le pagelle: la squadra
Il migliore: Guendouzi (8): Lungo ballottaggio tra Guendouzi e Rovella per il ruolo di miglior giocatore del 2024. I due centrocampisti sono stati fondamentali per la Lazio di quest’anno: entrambi arrivati ad agosto scorso, hanno faticato ad imporsi, ma una volta entrati nei meccanismi di gioco, hanno lasciato il segno: poi con l’arrivo di Tudor sono stati messi ai margini, per rilanciarsi con Baroni. Il francese si lascia preferire solo per una maggiore continuità di rendimento (Rovella ha saltato la prima parte dell’anno per infortunio). Ma si tratta di due elementi fondamentali. Dai quali ripartire. Nell’elenco dei migliori del 2024 vanno inseriti di diritto anche Romagnoli, Vecino (fino all’infortunio di novembre), Zaccagni (che si è trasformato in capitano e uomo squadra) e Castellanos, capocannoniere del 2024 biancoceleste.
Discorso a parte per Pedro (voto 8), che merita un capitolo unico: calciatore eccezionale, recordman di trofei e di esperienza. Ha iniziato questa stagione con lo spirito di un ragazzo alle prime armi mettendosi pienamente a disposizione dell’allenatore. Ha segnato gol belli (quello con l’Ajax è stato scelto dal club come il più bello del 2024) e significativi. Ed è pronto per un 2025 ancora più decisivo. Eterno…
La sorpresa: Nuno Tavares (7,5): E’ arrivato come giocatore in cerca di rilancio e che si trascinava dubbi fisici e tattici. In poche settimane è diventato il miglior terzino sinistro della serie A e il più bel colpo dell’ultima sessione di calciomercato: ha regalato assist, giocate di livello, discese super sulla fascia e strappi fantastici. Finalmente, dopo anni di attesa, la Lazio ha trovato un esterno mancino sulla sinistra. E che esterno. Tra le sorprese anche Dele Bashiru (arrivato come oggetto misterioso e diventato ora un centrocampista sul quale puntare e al quale la tifoseria ha dedicato un coro diventato iconico) e Mandas, che ha esordito proprio in un derby e che ogni volta che è stato chiamato in causa, ha lasciato il segno.
Le delusioni
La delusione: Castrovilli (5): Era arrivato per rilanciarsi e per tornare a sentirsi giocatore. Non c’è riuscito ed è stato costretto ad un nuovo intervento chirurgico. L’esperienza laziale di Gaetano Castrovilli, è stata deludente. Probabilmente l’unico calciatore che Baroni non ha saputo valorizzare dal suo arrivo. A gennaio potrebbe salutare tutti: senza aver lasciato una traccia della sua presenza.
Discorso a parte per Ciro Immobile e Luis Alberto, che hanno lasciato la Lazio a giugno per trasferirsi all’estero. La fine della loro avventura biancoceleste e gli ultimi mesi, avrebbero probabilmente meritato l’inserimento nella categoria delusioni: ma una lunga storia d’amore, fatta di vittorie, trofei, gol, assist ed emozioni, merita rispetto e applausi. Ed un grande in bocca al lupo per la fine delle rispettive carriere.
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