Non c’è periodo dell’anno più di quello delle festività natalizie che catalizzi il desiderio di indossare un abito impreziosito. Raffinati e speciali, li abbiamo visti sfilare sulle passerelle dell’Autunno Inverno 2024/2025 e ora è arrivato il momento perfetto per indossarli. Che siano percorsi da motivi intricati oppure ornati con applicazioni brillanti, gli abiti ricamati sono un classico da grand soirée fatto per rubare la scena. E puntualmente si confermano in cima alla lista dei desideri, grazie a quel mix di poesia e alto savoir faire che che li rende unici.
Non a caso, prima di debuttare nel prêt-à-porter, il ricamo è stato a lungo una tecnica esclusiva della Haute Couture. Vera espressione di lusso e sinonimo quindi di status, soprattutto nella moda parigina, dove, anche dopo l’introduzione delle macchine con la Rivoluzione industriale, case di moda come Worth continuarono a realizzare abiti ricamati a mano per l’alta società. Se oggi gli abiti ricamati sono invece alla portata di tutti, lo si deve a un gruppo di designer che, a partire dagli anni Sessanta, esplorarono le potenzialità del ricamo nel ready to wear.
A Coco Chanel si devono le prime sperimentazioni con il ricamo per dare un tocco di modernità alle sue creazioni, utilizzando perline, cristalli e piume in modo innovativo. Ma furono Christian Dior e Yves Saint Laurent, allora già due pilastri della Haute Couture, che incorporarono per primi i ricami nelle collezioni rivolte al pubblico di massa. In seguito, Pierre Cardin e André Courrèges, tra i pionieri del ready to wear, adottarono il ricamo in modo più sperimentale in linea con lo stile minimalista e anticonvenzionale della loro moda.
Negli anni Ottanta il ricamo divenne sinonimo di sfarzo e glamour, grazie a nomi come Gianni Versace e Jean Paul Gaultier, autori di sperimentazioni più audaci che lo combinavano ad altre tecniche, come l’uso di paillettes, cristalli e perline per creare capi ricchi di dettagli e personalità. Facendo un passo avanti, oggi il prêt-à-porter continua a integrare il ricamo, ma con un approccio più sofisticato e sperimentale. In altre parole, il ricamo non è più visto come un mero strumento decorativo, ma come una vera forma di arte tessile che si adatta a diverse estetiche.
E campioni contemporanei del ricamo — tanto da farlo diventare una cifra stilistica identitaria ampiamente riconosciuta — sono oggi case di moda come Chanel, che ne ha da poco dato un saggio con la collezione Métiers d’Art 2024/2025, e Dolce&Gabbana. Anche un designer come Alessandro Michele con il ricamo ha costruito la sua identità stilistica prima da Gucci e ora da Valentino. Gli abiti più preziosi della sua collezione Avant Les Débuts per la casa di moda romana sono un inno all’arte del ricamo che ha generato non poca confusione, portando a scambiare per “guccificazione” la riproposizione di uno stile preciso.
Valentino e il suo nuovo direttore creativo non sono stati di certo gli unici a proporre abiti ricamati per l’Inverno 2025. Tra i colori, il nero, l’argento e l’oro dominano la palette, mentre le lunghezze spaziano dalle mini alle midi, fino agli abiti lunghi per un incedere regale. Da Alberta Ferretti, abiti da sera in tessuti impalpabili sono percorsi da applicazioni di paillettes, canottiglie e monete décor a scolpire una sensualità sofisticata. Principesco il gown con crinolina di Carolina Herrera, in seta nera e ricami di cristalli che riproducono un’intricata trama di fiori.
Da Dior, Maria Grazia Chiuri immagina un tripudio di abiti da occasione che rileggono l’anima preziosa delle silhouette anni Venti tra minuziosi ricami e frange brillanti. Linee scivolate e minimali, ma ricche di ricami da McQueen e Louis Vuitton, dove l’abito lingerie si completa con guanti pelosi come dettaglio funny. Per Coperni l’abito ricamato è invece un polo dress cortissimo in maglia argentata con paillettes all-over. E se da Hermès il ricamo gioca con applicazioni geometriche, da Philosophy e Ferragamo si preferiscono perline sia bianche che nere.
Abiti ricamati sui toni dell’oro e dalle linee super sensuali per Gucci, Dolce&Gabbana e Ralph Lauren, ma anche Tom Ford, Ermanno Scervino ed Elisabetta Franchi. Mentre fantasie botaniche fioriscono come ricami luxury sugli abiti di Elie Saab, Giorgio Armani, Erdem ed Etro. Più o meno romantici a seconda della rispettiva visione stilistica, ma soprattutto memori di una tecnica preziosa e antichissima.
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