Anno nuovo, ed ecco il calendario delle nuove riunioni della Banca centrale europea. Nel 2025 le riunioni dell’istituto centrale di Francoforte guidato da Christine Lagarde si terranno come di consueto in giorni prestabiliti. Si tratta di meeting molto importanti visto che decideranno la direzione della politica monetaria della zona euro nei prossimi mesi, dopo il taglio dei tassi di interesse deciso nelle scorse settimane.
Bce: quando ci saranno le riunioni nel 2025
Nel dettaglio il calendario delle riunioni di politica monetaria della BCE previste per il 2025 saranno le seguenti:
- 30 gennaio
- 6 marzo
- 17 aprile
- 5 giugno
- 24 luglio
- 11 settembre
- 30 ottobre
- 18 dicembre
Ogni sei settimane, si legge nel sito della Bce, vengono assunte le decisioni di politica monetaria, stabilendo cioè come agire per mantenere l’inflazione sull’obiettivo del 2%. Subito dopo la presidente e il vicepresidente ne illustrano i dettagli in una conferenza stampa.
All’ultima riunione del 12 dicembre scorso, la banca ha deciso per un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base.
Cosa significa politica monetaria
La politica monetaria della Bce riguarda decisioni prese dalla banca centrale per influenzare il costo e la disponibilità del denaro nell’economia.
Nell’area dell’euro la decisione di politica monetaria più importante della Banca centrale europea è solitamente quella sui tassi di interesse di riferimento. Come scrive la stessa banca centrale sul suo sito, “qualsiasi modifica dei tassi di riferimento incide, a sua volta, sui tassi di interesse che le banche commerciali applicano ai prestiti concessi alla clientela. In altre parole, questa decisione influisce sulla spesa per consumi e sugli investimenti delle imprese”.
Per la BCE l’obiettivo della politica monetaria è preservare la stabilità dei prezzi, ossia mantenere l’inflazione al 2% nel medio termine. Queste condizioni aiutano la BCE a sostenere le politiche economiche generali dell’UE che mirano alla piena occupazione e alla crescita economica.
I nostri tassi di interesse sono solo uno dei vari strumenti di politica monetaria che utilizziamo. Negli ultimi anni abbiamo aggiunto nuovi strumenti per rispondere ai grandi cambiamenti economici che hanno reso più difficile il nostro compito di mantenere la stabilità dei prezzi.
Cosa deciderà la Bce nel 2025
Secondo diverse previsioni, il taglio dei tassi deciso nelle ultime riunioni continuerà in tutte e sei le riunioni della BCE in calendario nella prima metà nel 2025 fino a settembre, portando di conseguenza il tasso di riferimento dal 3% all’1,5%.
Si prevede quindi che l’istituto di Francoforte taglierà ulteriormente i tassi nel 2025 a causa della debolezza della crescita e del raffreddamento dell’inflazione. Mentre i mercati prevedono un calo al 2%, alcuni analisti suggeriscono che potrebbero seguire tagli più profondi se i rischi commerciali e le incertezze globali si intensificassero. L’orientamento della BCE verso l’allentamento della politica monetaria è stato determinato dal calo dell’inflazione e da una crescita poco brillante.
L’inflazione annuale dell’Eurozona è scesa dal 2,8% di gennaio 2024 al 2,2% di novembre e la crescita economica è rallentata a un tasso annualizzato dello 0,4% nel terzo trimestre, sfiorando la stagnazione. “Dopo un lungo periodo di politica restrittiva, la nostra fiducia nel tempestivo ritorno all’obiettivo del [2%] è aumentata”, ha dichiarato il Presidente della BCE Christine Lagarde in un recente discorso a Vilnius.
Nella dichiarazione di politica monetaria di dicembre, la BCE ha abbandonato l’impegno a mantenere i tassi “sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario”, segnalando un chiaro spostamento verso una posizione più accomodante. “Questo orientamento non riflette più l’evoluzione del panorama macroeconomico, le nostre prospettive di inflazione o l’equilibrio dei rischi che la circondano”, ha dichiarato la Lagarde della BCE.
Le ultime proiezioni macroeconomiche mostrano lievi aggiustamenti al ribasso delle previsioni di inflazione, con l’inflazione principale che dovrebbe raggiungere il 2,1% e l’inflazione di fondo il 2,3% prima di allinearsi entrambe all’1,9% entro il 2026. Anche le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso, con il 2025 previsto all’1,1% – dall’1,3% di settembre – e il 2026 all’1,4% – dall’1,5% precedente.
La BCE sembra pronta quindi ad adeguare il suo tasso di deposito al cosiddetto livello “neutrale”, un punto ampiamente considerato come il mantenimento dell’equilibrio economico senza stimolare o frenare la crescita.
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