Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Massimo Di Cesare, segretario generale Cgil Brindisi, indirizzata al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, all’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Alessandro Delli Noci, all’assessora regionale alle Crisi industriali, Serena Triggiani, e al presidente del Comitato Sepac, Leo Caroli.
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L’accordo raggiunto salvaguardando fino a luglio del prossimo anno i 67 posti di lavoro dell’azienda Sir in appalto Enel rappresenta un risultato indubbiamente importante. Tale risultato, tuttavia, impone una seria riflessione per la gestione della fase complessa del processo di decarbonizzazione. Abbiamo bisogno di un accordo quadro territoriale per gestire, dentro i paletti fissati, le singole vertenze con una visione complessiva che poi ci accompagnerà all’Accordo di programma.
Proprio per questo motivo la Camera del lavoro territoriale di Brindisi invierà nelle prossime ore al presidente della Regione Puglia, agli assessori regionali allo Sviluppo Economico e alle Crisi industriali e al presidente del Comitato Sepac, la seguente ipotesi di un accordo quadro che affronti la transizione energetica e la decarbonizzazione nelle aree Enel ed Eni della Provincia di Brindisi.
Questa proposta nasce dalla necessità di adottare un approccio sistemico complessivo che possa non solo affrontare le singole crisi aziendali isolatamente, ma che integri e coordini tutte le realtà produttive e di appalto in un’unica visione.Â
La gestione di questa fase transitoria richiede una visione di insieme, che siamo pronti a costruire attraverso la costituzione di una “Cabina di regia”. La Cabina di regia vedrebbe nella Regione Puglia e gli assessorati al ramo, attraverso il Comitato Sepac, il garante della gestione di tutte le crisi, con un tavolo di coinvolgimento che include la Prefettura di Brindisi, Eni, Enel, le organizzazioni delle parti pubbliche in rappresentanza delle aziende di appalto, Arpal e le organizzazioni sindacali.
Per realizzare un quadro chiaro della situazione attuale, proponiamo una ricostruzione puntuale del perimetro, iniziando con un censimento al 1 gennaio 2023, che certifichi le aziende coinvolte e il numero di lavoratori impiegati.Â
È fondamentale stabilire tempi precisi per attivare il processo di cambiamento, considerando che la scadenza finale prevista dal Pniec è il 31 dicembre 2025, ma che, per supportare adeguatamente le attività di accompagnamento, potrebbe essere necessario spostare questa data al 31 dicembre 2026 o al 31 dicembre 2027.
La nostra proposta include anche la definizione delle attività necessarie da parte delle aziende madri, quali l’individuazione dei processi e della forza lavoro necessaria, oltre all’attivazione di ammortizzatori sociali straordinari, accordi aziendali di integrazione al reddito e percorsi formativi che aiutino i lavoratori a riqualificarsi e ad essere pronti per i nuovi insediamenti industriali.
Inoltre, assicuriamo la ricollocazione dei lavoratori nelle nuove aziende di reindustrializzazione con diritto di precedenza e forme incentivanti straordinarie per facilitare le assunzioni. Sarà considerato anche un possibile accompagnamento alla pensione per i lavoratori prossimi al raggiungimento dei requisiti.
Questo accordo quadro non è solo una necessità ma un imperativo per prevenire uno shock economico e sociale devastante per la comunità di Brindisi. La nostra visione è quella di una transizione gestita umanamente e efficacemente, garantendo sicurezza e nuove opportunità per i nostri lavoratori. Con fiducia e speranza, invito il presidente Caroli e tutti gli stakeholder coinvolti a unirsi a noi in questo sforzo propositivo e costruttivo per affrontare insieme una fase critica che non ha precedenti nella storia di questo territorio.Â
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