Venti anni fa la scomparsa di Carlo Turchi

Carlo Turchi, senese illuminato, ragioniere tra i più apprezzati e figura di riferimento delle istituzioni senesi, ha sempre detto che il suo maestro era stato Marino Vetturini, già capitano dell’Oca, partecipante alla prima riunione del Comitato Amici del Palio, aderente alla libera muratoria e persona popolarissima. Lo definiva “un esempio” e lui stesso ha voluto seguire la strada della trasparenza e dell’umiltà. Per quasi due decenni è stato sindaco revisore della banca Monte dei Paschi, dirigente serissimo e dai grandi meriti non solo morali, ma anche e soprattutto umani. È grazie a figure come Turchi che la città ha saputo progredire, svilupparsi, essere esempio.

Oggi, a venti anni esatti dalla sua scomparsa, lo ricordiamo come un protagonista che ha segnato profondamente la vita politica e sociale di Siena. Contradaiolo verace della Chiocciola, Turchi è stato uomo delle istituzioni e professionista di grande spessore. Per rendere omaggio alla sua memoria, presentiamo una foto inedita e toccante che lo ritrae in un momento di relax in Piazza del Campo, insieme al collega Sergio Franci, ex consigliere provinciale e comunale del Msi-Dn. La loro amicizia, nata all’Accademia dei Rozzi e in un contesto politico complesso, superava le differenze ideologiche: Turchi, già dirigente giovanile e iscritto al Partito comunista, e Franci, tra i fondatori del Msi-Dn e punto di riferimento di Giorgio Almirante a Siena, hanno collaborato costantemente insieme in modo fruttuoso per il bene della comunità.

La loro connessione è stata particolarmente forte all’interno del Collegio dei Ragionieri di Siena, dove Turchi ha ricoperto il ruolo di consigliere e poi presidente, mentre Franci ha svolto il compito di segretario. Insieme hanno dato vita a numerose iniziative culturali e corporative, contribuendo a far crescere l’ordine professionale senese. Durante i quasi venti anni di collaborazione, hanno organizzato convegni, seminari e manifestazioni che hanno arricchito la vita economica e sociale della città, coinvolgendo professionisti ed autorità locali e nazionali.

In un periodo in cui le professioni economico-finanziarie stavano subendo un processo di unificazione a livello nazionale, Turchi e Franci si sono impegnati per superare le resistenze locali. La loro determinazione ha portato alla creazione di una sede condivisa con l’Ordine dei Dottori Commercialisti (fino ad accettare l’unificazione dell’Albo con il Collegio dei Ragionieri), dove hanno potuto realizzare eventi e incontri volti a promuovere aggiornamenti professionali e relazioni pubbliche. La loro capacità di lavorare in sinergia ha reso possibile un dialogo proficuo tra le diverse categorie, contribuendo a dare maggiore visibilità al Collegio.

Carlo Turchi è stato un uomo che sapeva mantenere un profilo basso, ma i suoi meriti sono stati evidenti e sempre riconosciuti. Durante i suoi 19 anni come sindaco revisore del Monte dei Paschi, ha guidato la banca attraverso un periodo di importanti trasformazioni, sempre con un occhio attento alle esigenze della comunità. La sua visione politica ed economica si fondava su un principio di cooperazione, cercando di garantire che i benefici dell’economia locale fossero accessibili a tutti, non solo a pochi privilegiati. Nel 2006, alla sua commemorazione all’hotel Garden dal titolo “Un uomo buono, un riformista”, arrivò anche Massimo D’Alema il cui babbo era stato molto amico di Turchi.

La figura di Carlo Turchi rimane ancora oggi, a distanza di venti anni dal suo addio, un esempio da seguire per le nuove generazioni, un uomo che ha saputo anteporre il bene comune a qualsiasi ambizione personale. E certamente, la sua mancanza in momenti cruciali per Siena si è fatta sentire. Rappresentava l’idea di un “uomo invisibile”, capace però di muovere le lancette del cambiamento con umiltà e determinazione. La sua vita e il suo operato ci ricordano che il vero servizio alla città e al suo popolo spesso avviene lontano dai riflettori, ma lascia sempre un’impronta indelebile. Come Carlo Turchi ha fatto nel cuore di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo.