Hezbollah ridimensionato, Assad caduto, gli Houthi sotto attacco: l’Iran è debole e reagisce da animale ferito. Minaccia di portare a compimento il suo programma nucleare e ricatta l’Occidente sfruttando casi come quello della giornalista italiana Cecilia Sala, arrestata per violazione della legge islamica, in realtà pedina di uno scambio con Mohammad Abedini Najafabadi, arrestato a Malpensa su ordine degli americani perché accusato di aver fornito del materiale usato per un’incursione in Giordania nella quale sono morti tre militari USA. A Teheran, spiega Toni Capuozzo, giornalista e inviato di guerra, in realtà interessa solo scambiare i due arrestati. L’Italia ora però si trova in imbarazzo, stretta tra la richiesta americana di estradizione dell’iraniano bloccato all’aeroporto milanese e la necessità di riportare a casa la Sala.
Ora sappiamo che Cecilia Sala è stata arrestata per violazione della legge islamica, in realtà gli iraniani la volevano solo come pedina di scambio per ottenere la liberazione dell’iraniano bloccato in Italia?
Credo che l’arresto non abbia nulla a che vedere con l’attività giornalistica di Cecilia Sala. Avrebbe potuto essere chiunque altro, una cantante, una ballerina, una ricercatrice scientifica o un’antropologa. Il suo è il sequestro di una persona come pedina di scambio: avrebbe potuto chiamarsi altrimenti o esercitare un’altra professione, non sarebbe cambiato niente. Ovvio che il giornalismo può offrire qualche pretesto in più, perché si fanno delle domande, si intervistano le persone, ma alla fine è ininfluente.
L’arresto a Malpensa di Mohammad Abedini significa che l’Iran è sotto tiro a livello internazionale? Questa circostanza come può influire sulle possibilità di liberazione della giornalista italiana?
Credo che l’Italia, in questo momento, sia fortemente in imbarazzo, perché gli iraniani sono liberi di formulare qualunque tipo di accusa in termini di reato nei confronti di Cecilia Sala, possono addebitarle qualunque cosa: per questo siamo combattuti tra l’alleanza con gli americani e la necessità di riportare a casa questa ragazza. Ovviamente più se ne parla, più il valore dell’ostaggio cresce di prezzo.
Cioè nessuno di noi la sta aiutando.
No, infatti. Né i social, né il Dipartimento di Stato USA, che ha chiesto la sua scarcerazione collegandola a quella di tutte le altre vittime della mancanza di libertà. Anzi, in qualche modo hanno peggiorato la sua situazione.
Vista la debolezza oggettiva dell’Iran in questo momento gli americani hanno ordinato un giro di vite contro chi opera all’estero in favore di Teheran?
C’era una massima del libretto rosso di Mao che diceva di bastonare il cane che affoga, cioè di approfittare delle debolezze del nemico. L’Iran non è mai stato così debole come ora: ha perso il regime amico e alleato della Siria, ha subito i raid israeliani che hanno azzerato le sue difese aeree. È in evidente difficoltà. Israele ha regolato i conti con Hezbollah ed è crollato Assad, ora si sta dedicando agli Houthi e a quello che rimane dell’asse della resistenza. Probabilmente l’ingegnere arrestato a Malpensa e il suo collega americano erano da tempo sotto indagine: potevano bloccarli prima, ma forse questo era il momento giusto.
L’Iran, insomma, può davvero essere il prossimo obiettivo per cambiare la geopolitica mediorientale?
Il riyal, la moneta iraniana, è calata del 18% da quando Trump ha vinto le elezioni. Il nuovo presidente USA è quello che ordinò l’uccisione del generale Soleimani, che stracciò l’accordo firmato da Obama sul nucleare nel 2015. Forse Trump potrà essere considerato “pacifista” in Ucraina, ma nei confronti dell’Iran potrebbe essere per la linea dura: probabile che Netanyahu avrà mani libere per colpire ancora.
Tutto questo come influisce sulla vicenda di Cecilia Sala?
La complica. Il ministro degli Esteri iraniano in visita a Pechino ha detto che il 2025 sarà un anno decisivo per il programma nucleare iraniano, confermando quello che era il timore di tanti, che dopo aver perso, cioè, Hezbollah e Assad, Teheran reagisse puntando, appunto, sul nucleare: ci stiamo confrontando con un animale ferito.
Quindi che possibilità ci sono per liberare la giornalista italiana?
In questo momento poggiano solo sulla Procura di Milano. L’arresto a Malpensa di Mohammad Abedini presenta alcuni punti di domanda. C’è da chiedersi se la magistratura era stata informata o se si è trattato di un’operazione della Polizia d’intesa con l’FBI. Ci sono dei punti oscuri nelle procedure di arresto. C’è un’inchiesta su questo della Procura di Milano che, intanto, assolve il governo perché la magistratura è indipendente e può agire in modo da dispiacere agli americani o al governo stesso.
Quale potrebbe essere, quindi, il modo per risolvere la questione?
Secondo me si potrebbe arrivare a una soluzione in cui si dichiarino irregolarità procedurali, disponendo una libertà provvisoria, con una soluzione sul tipo di quella dell’imprenditore russo Artem Uss, che poi divenne uccel di bosco. Tutto questo per consentire uno scambio di fatto con Cecilia Sala. L’amministrazione Biden è in scadenza, se facesse una brutta figura non credo che a Trump dispiacerà. Comunque il fatto che si indaghi su questi personaggi è una conferma che si sta mettendo alle strette l’Iran da tutti i punti di vista: stanno sfruttando la sua debolezza.
(Paolo Rossetti)
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