Buon compleanno, Napoli, anzi Partenope, o «Parthenope» come ci ricorda Paolo Sorrentino. Duemilaecinquecento anni sono tanti, ma la città porosa non li dimostra e poi, come insegna Francesco De Gregori, partenopeo ad honorem da quando ha inciso «Anema e core», «poi ti volti a guardarli e non li vedi più».
Il 2025 napoletano sarà scandito da festeggiamenti ancora in itinere, il mito della sirena fondatrice riecheggerà spesso e volentieri, resta da vedere chi ne saranno gli aedi, i narratori, i rievocatori. È un’occasione da non perdere per una metropoli tornata capitale di cultura, ma ancora incapace di mettere a sistema i propri attrattori culturali, di aggiungere servizi all’altezza di un’offerta che inizia a diventare importante. Ma non di solo compleanno vivrà l’anno che sta arrivando, forte di una programmazione musicale finalmente annunciata a tempo debito, diventando volano per un incoming turistico legato ad eventi, concerti, mostre (su quel fronte la proposta latita un po’, tra musei che aspettano nuovi direttori, a partire dal Mann, e una certa stasi di proposte), festival, stagioni teatrali che vogliono uscire dai cartelloni-paesi per vecchi e provare a lavorare all’«europea», con lunghe teniture, con nomi internazionali. Su questo fronte si segnala la scelta del Bellini che, dopo l’epifania di Ostermeier e del suo «Hamlet», vuole ripensare l’intera filosofia dellapropria proposta.
La disponibilità degli spazi è centrale nel meccanismo organizzativo del fronte del palco. Il Maradona, piazza del Plebiscito, ora anche l’ippodromo di Agnano, e poi la reggia di Caserta, e gli scavi di Pompei, sono e saranno le cornici privilegiate di una lunga estate musicale, che riporta ulteriormente la Campania tra le regioni centrali anche per lo showbusiness. Allo stadio è in programma un giugno di fuoco con Gigi D’Alessio (2 e 3), Sfera Ebbasta (7), Marracash (10), Elodie (12) Vasco Rossi (16 e 17), gli Imagine Dragons a rompere una dittatura autarchica che è sinonimo di chiusura culturale (21), Cesare Cremonini (24), Marco Mengoni (26), Pinguini Tattici Nucleari (28). L’ippodromo di Agnano, dove dovrebbe nascere un’arena destinata ai concerti, aspetta il re Mida Geolier per due show, il 25 e il 26 luglio. Piazza del Plebiscito, ormai location televisiva tra le più ricercate, quest’anno dovrebbe riempirsi di suoni e spettatori a settembre, magari ospitando, oltre ad Alessandra Amoroso (il 24), l’evento «Una. Nessuna. Centomila», come confermato, o quasi, da una recente apparizione in città di Fiorella Mannoia: «Un uccellino vi ha detto che verremo da queste parti? L’uccellino è ben informato, ma aspettiamo l’annuncio ufficiale». Cast e occasione importante anche quella del 18 settembre per «Pino è – Il viaggio del musicante», evento che porta la griffe della Fondazione Pino Daniele e segnerà quasi la chiusura dell’anno pinodanieliano con i suoi due anniversari prossimi venturi: il 4 gennaio i dieci anni dalla morte, il 19 marzo i 70 dalla nascita. Settembre sarà anche il mese della reggia di Caserta: con palco che guarda il complesso vanvitelliano, dopo Ligabue (il 6 settembre, per un Campovolo bis), ha già prenotato piazza Carlo di Borbone Tananai (13 settembre). Anastasia è attesa il 18 luglio al belvedere di San Leucio, due sere dopo toccherà a Diodato. L’anfiteatro degli scavi ospiterà la seconda edizione del festival «Beats of Pompeii»:finora annunciate le presenze di Gianna Nannini (1 luglio), Dream Theater (il 2),Ben Harper & The Innocent Criminals (15), Bryan Adams in acustico (25), si parla sempre più insistentemente anche di Nick Cave. Fuori dal festival, ma nello stessa, storica, venue, la doppietta belcantistica di Andrea Bocelli, in programma il 27 e 28 giugno. Ma il colpo grosso su cui si sta lavorando proprio in queste ore, è la presenza di Riccardo Muti il 24 luglio per un concerto con l’Orchestra Cherubini. Un ritorno per lui, a distanza di tre anni dalla sua ultima esibizione tra gli scavi. Impossibile segnalare tutto, con i cartelloni del Palapartenope, dell’Arena Flegrea, del PalaSele di Eboli, che arricchiscono un’agenda sempre più fitta, a cui spera si aggiungerà una simile vivacità del circuito alternativo, quello più lontano dal mainstream.
Il 2025 sarà anche l’anno di un nuovo sovrintendente per il San Carlo, dopo l’era Lissner, fatta di grandi voci, bilanci in ordine e grandi polemiche. La prima cosa da chiedere all’anno che verrà è un grande sovrintendente, libero dalle polemichette politiche di basso rango. Il teatro più bello del mondo merita solo il meglio. Come Napoli con i suoi 2.500 anni
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