da Federica Manzon a Luigi Nacci, da Ilaria Tuti a Giani Stuparich, da Paolo Rumiz a Gian Mario Villalta

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LIBRI

Anche il 2024 si è dimostrato propizio per gli scrittori del territorio.

Premi, classifiche, riconoscimenti, tutto sta indicarci la ricchezza della letteratura del Friuli Venezia Giulia, la fertilità dei suoi autori. Ma anche la curiosità dei suoi abitanti, non a caso anche per quest’anno Trieste è entrata tra le prime dieci città che leggono di più. Un anno insomma che ha ottenuto i premi più ambiti e scalato classifiche importanti e che apre le porte all’avvento di Gorizia – Nova Gorica Capitale nazionale della Cultura 2025.

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GENNAIO

Così la pordenonese Federica Manzon ha trionfato al Premio Campiello con “Alma” (Feltrinelli, pag. 272, euro 18), un’opera che deve leggere chiunque sia incuriosito dalla strana idea di identità che abita il nord est. Ma non è solo questo. Partendo dal capoluogo giuliano Manzon ci racconto la piccola e grande storia attraverso una tipica famiglia triestina (per lo più fatta di cognomi italiani e stranieri) che diviene un perfetto collante per raccontarci una delle ultime grandi guerre, quella dei Balcani, ma è anche vero che “Alma” è una sorta di canto nostalgico per la meraviglia di una città come Trieste, fatta di diversi sguardi, identità, come sono diversi e contraddittori i suoi paesaggi naturali.

FEBBRAIO

Si rimane in territorio giuliano con lo scrittore e giornalista Paolo Rumiz, tra i titoli del 2024 firma “La rotta per Lepanto” (BEE, pag. 144, euro 16), un libro guida che è anche una guida sentimentale dettata dall’incontro di uomini e donne di mare. Rumiz ci porta nelle Bocche di Cattaro passando dal Quarnaro a Ragusa fino a Corfù. Un vero e proprio reportage dal mare dell’Est, dove si specchia un’Europa fatta di genti diverse.

MARZO

Un viaggio tra tradizioni e lingue è anche quello di Angelo Floramo con “Guida del Friuli per veri friulani” (Newton Compton, pag. 288, euro 14,90). Un vademecum che si rivolge ai friulani doc in cerca di angoli nascosti e storie segrete quanto ai turisti che desiderano fare un’esperienza autentica, come consiglia l’autore: «con il cuore e il fegato dei veri friulani».

APRILE

Ma le “guide” friulane, per il 2024, non si arrestano qui. Walter Tomada infatti con “Friulani eretici” (Biblioteca dell’Immagine, pag. 308, euro 18) porta a galla una peculiarità friulana che non è quella dell’immaginario collettivo. Certo il Friuli è dedito al dovere e alle regole, ma Tomada ci spiega la storia di un popolo che si è anche distinto per la libertà dei suoi abitanti, per niente sottomessi al potere.

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MAGGIO

Il 2024 ha visto in libreria anche un autore ormai classico: «Una delle voci più originali della letteratura triestina del Novecento», così Claudio Magris ha riassunto l’opera di Stelio Mattioni (1921-1997), romanziere scoperto negli anni Sessanta da Bobi Bazlen che lo volle presto nella scuderia Adelphi. “Camàn” (Ares, pag. 256, euro 18) è uno struggente memoir sui prigionieri italiani nel campo di Helwan in Egitto. Tra l’altro si tratta di un inedito, una delle rarissime testimonianze sulle migliaia di italiani rinchiusi per anni dietro i reticolati del nord Africa.

GIUGNO

Parlando di classici, nel centenario della scomparsa di Kafka, Mauro Covacich affronta il suo grande amore letterario, una passione cresciuta fin dall’adolescenza. Con una prosa esatta Covacich segue Kafka nel vento dell’est in “Kafka” (La nave di Teseo, pag. 144, euro 16).

LUGLIO

Guerra e confini ritornano invece nei temi del goriziano Alessandro Cattunar, autore di “Storia di una linea bianca” (BEE, pag. 400, euro 25), quella linea, appunto, tracciata nel settembre del 1947. Cattunar affronta la trama di una terra segnata dalla convivenza tra popoli e culture diverse e su quanto sia difficile scegliere da che parte stare, rinunciando a una parte di sé.

AGOSTO

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Si vira al mistery con la giallista friulana per eccellenza, Ilaria Tuti, che nuovamente ha scalato le classifiche nazionali con “Risplendo non brucio” (Longanesi, pag. 320, euro 22). La scrittrice di Gemona del Friuli con un escamotage storico ci immerge nella Germania nazista e nell’assassinio di uno dei suoi adepti, tra il castello di Kransberg e la Risiera di Trieste, la trama è anche quella di un padre e una figlia divisi dalla Storia.

SETTEMBRE

Si parla di separazioni, in un contesto di relazioni sentimentali, anche ne “I dieci passi dell’addio” (Einaudi, pag. 128, euro 16) del triestino Luigi Nacci, un romanzo che ha ben presente che significa abbandonare ogni punto di riferimento perché, appunto, come si ricomincia a vivere dopo la fine di un amore?

OTTOBRE

E amore sia anche per Susanna Tamaro con un tema caro a molti, l’affetto animale. In “L’amore di un cane” (Solferino, pag. 192, euro 17,50), Tamaro sorprende e commuove facendoci conoscere gli animali della sua vita, da Tobia, il cane anarchico dal cuore nobile al beagle Archimede, il fedifrago con due famiglie. Una lettura necessaria per chi è in grado di comprendere la generosità di creature che non chiedono nulla in cambio.

NOVEMBRE

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Per gli amanti della poesia, un vademecum del territorio ce lo offre Gian Mario Villalta con “Il Friuli dei poeti” (Storie Editore, 2 vol., pag 780, euro 30). Da fine Ottocento ai giorni nostri si narrano le storie dei 69 poeti friulani che hanno costruito la poesia friulana.

DICEMBRE

E probabilmente è il caso di leggere o rileggere anche Giani Stuparich, “Un anno di scuola” (l’ultima ristampa è di Quodlibet), un capolavoro sull’amicizia adolescenziale, presto al cinema grazie al nuovo film di Laura Samani, girato a Trieste.





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