“Stato di emergenza alluvione” addio, sarà solo ricostruzione e Legnini finanzia le pratiche e le parracine degli assessori

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Lo “Stato di Emergenza alluvione di Ischia” non sarà prorogato, è già previsto nella prossima Finanziaria il passaggio di tutti gli stanziamenti per il superamento della crisi sulla contabilità speciale della ricostruzione intestata al commissario straordinario aperta presso la Tesoreria dello Stato. Di fatto, dopo 48 mesi di Stato che finanzia lo Stato, il codice di protezione civile di più non da. Almeno non dovrebbe. Ma in questi anni abbiamo imparato che dinanzi agli interessi dei poteri forti, tutto è possibile. Con la scadenza fissata al 31 dicembre 2024 termina anche il mandato del commissario Giovanni Legnini. La data in cui verrà dichiarata cessata l’emergenza legata ai devastanti eventi meteorologici che hanno coinvolto tutti i 6 comuni dell’isola, coincide anche con i termini della Ricostruzione di Ischia legata al Sisma del Cratere composto dalla triade Casamicciola Terme, Lacco Ameno e Forio. Una superfetazione di sciagure che si accomuna da oltre due anni ad un superfetazioni di ruoli per l’ex vertice del Consiglio Superiore della Magistratura che ormai dal 2022 senza soluzione di continuità gestisce le sorti del territorio isolano. Ciò, visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 gennaio 2024, con il quale l’avv. Giovanni Legnini è stato confermato, fino al 31 dicembre 2024, nell’incarico di “Commissario straordinario per gli interventi di riparazione, di ricostruzione, di assistenza alla popolazione e di ripresa economica nei territori dei Comuni di Casamicciola Terme, di Forio e di Lacco Ameno dell’Isola di Ischia interessati dagli eventi sismici verificatisi il giorno 21 agosto 2017”. Nomina che Legnini aveva ricevuto dal Presidente il 24 gennaio 2022 e fino al 31 dicembre 2022, quando fu riconfermato ancora per un anno a decorrere dal 1° gennaio 2023. Considerato che con il medesimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri all’Avv. Giovanni Legnini sono affidati, ai sensi dell’art. 5-ter del decreto-legge 3 dicembre 2022, n.186, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2023, n.9, anche i compiti relativi agli eccezionali eventi metereologici verificatisi a partire dal 26 novembre 2022.

Mentre dagli ambienti commissariali si dicono certi di una riconferma,  sostenendo che il Governo Meloni non avrebbe trovato un CV in grado di scalzare Legnini ed il coro dei sindaci e potentati implora una conferma della nomina Legnini, il futuro dell’avvocato di tutte le stagioni catastrofiche è incerto, come è incerto il futuro della figura di un commissario autonomo per Ischia. Tra testo unico dei terremoti e finanziaria c’è più che una prova che ad Ischia potrebbe essere previsto solo un subcommissario. L’indizio all’art 93 comma 25 ed altri con cui si proroga la gestione commissariale per il 2025, ma si è prevista la figura del sottocommissario. Su Legnini pesa un’azione viziata da troppe ombre, spesso incoerente e caratterizzata dai due pesi e le due misure, in un paese dove i borghi del Cratere colpiti da sisma ed alluvione non si ricostruiscono, ma si abbattono e dove si ricostruisce, altrove e secondo logiche nepotistiche. Per dirla con la parola dell’anno, la ricostruzione di Ischia è Enshittification, lo spiega bene per il Macquarie Dictionary. Potremmo elencarvi a mena dito i casi. Ma evitiamo di tediare il lettore. Basti sapere che, non ci sono evidenze scientifiche o regole certe. Dopo sette anni di terremoto le macerie pesano sul suo cammino e schiacciano gli sfollati (1280 del sisma e 301 dell’alluvione) l’enorme mole di denaro investita in strutture di missione, il metodo dei due pesi e delle due misure, soprattutto nella ricostruzione privata e, soprattutto certe pratiche politiche forzate, non sono passati inosservati. Sarà ancora l’ennesimo Natale amaro per 1581 sfollati. Triste e senza una metà per ben 103 alloggiati. Dal terremoto la gente aspetta ancora di sapere se e dove riavrà una casa. Così, mentre al 31 dicembre di quest’anno, tra poche ore, 103 sfollati della frana ancora in hotel da due anni, non sanno dove andare e che fine fare, dalle stanze del potere arrivano gli indennizzi a pioggia!

Pesano sul cammino di Legnini i due milioni di euro per le pratiche finanziate dal sisma in favore di pseudo politici ed assessori, del padre dell’assessore alle finanze di Casamicciola e le parracine ed i caselli (conosciuti o sconosciuto al Catatsto e come condonati e sopratutto condonabili?) nelle fumarole vulcaniche dell’assessore al territorio del medesimo comune. Anche le parracine erano terremotate… Uno schiaffo ad un popolo intero a cui la ricostruzione viene negata! A cui si impone anche con metodi pochi ortodossi la delocalizzazione e la demolizione delle proprie case senza criterio ma con lo spauracchio ed il ricatto del condono. Tra le monete di scambio più gettonata spicca il “diniego al condono“ in caso di mancata accettazione della deportazione forzata. Così si premiano solo gli abusi.Indennizzi d’orati su faglie attive siti Natura 2000 con muri a secco e caselli, tra abusi e omesse demolizioni ci sono anche le rammere sconosciute al catasto. Intanto le ruspe passano sulle case della povera gente. Le approvazioni di due pratiche in favore di due assessori in carica, se si considera che di mezzo c’è anche un ex sindaco che ha mosso le fila della politica per giungere all’attuale stato di potere, danno, infatti, il senso della logica che segue la ricostruzione di Ischia affidata a Legnini; se si mettono insieme i tasselli anche senza soffermarsi sulle mappe colorate del Pdri, il piano di ricostruzione a cui si tenta di cambiare colore a seconda dell’umore politico, allora il quadro è chiaro. Un assessore alle Finanze, figlia dell’ex sindaco di Casamicciola Terme ha spuntato da Legnini un indennizzo post sisma di oltre 1.300.000 € a La Rita la zona più ammalorato dal sisma dove vengono preservate solo le aziende di famiglia (dell’ex sindaco ovviamente) su un’area prima ritenuto ad alto rischio sismico dove improvvisamente sono scomparse le faglie attive. Sorvoliamo sulle reti e le geo stuoie alle colline degli hotel amministrati per gli amici degli amici, rigorosamente in zona Lava e alluvione. Ma andiamo avanti, avremo modo di approfondire. Un altro assessore quello al territorio ha ottenuto dallo stesso quasi 900.000 € per le parracinepseudo immobili con danni lievi e rischi esterni nelle fumarole di Montecito. Muretti a secco e danni lievi ad un ipotetico casello dove confluiranno i soldi per ricostruire in una area SIC, sito Natura 2000, caratterizzata da emissioni sulfuree e dove i rischi da sisma, frana, alluvione e vulcanesimo attivo si sommano, ma sono improvvisamente un particolare irrilevante, tanto che le aree di rischio frana sulle mappe riportano eventi franosi intelligenti capaci di schivare gli immobili, abusivi, legittimo o condonati che siano.Edifici che sul geoportale del commissario, risultano marroni. Ovvero potenzialmente delocalizzabili per gravi rischi che poi misteriosamente vengono finanziati con i soldi del sisma. Cos e pazz! Cose che solo sotto l’egida del commissario giusto si può. Ci viene da chiedersi come mai erano sempre state bocciate sin qui e chi pondera i multirischi del territorio. Ma mentre mister, o miss ruspa avanzano altrove, dove si vuole preservare il focolare politico, basta individuare il politico giusto e il tecnico universitario messo a fare le pratiche di ricostruzione privata e pubblica che fa anche il consulente del Commissario ed ogni rischio naturale diventa una virtù. Per rilevare le contraddizioni del metodo, basta leggere i decreti di concessione n.1550 e n 2180. Il primo, che inaugura l’era Legnini, viene firmato il 20 febbraio 202, concede ad un ex sindaco di Casamicciola, padre dell’assessore alle finanze in carica un contributo di € 1.530.600,33 al lordo di IVA e oneri previdenziali (€ 1.254.590,44 al netto di IVA e oneri previdenziali), pari al costo convenzionale  per l’immobile di famiglia in Via Casamennella, n. 6 – Casamicciola Terme dove l’ex primo cittadino ha avuto il privilegio di rientrare già mentre il resto della popolazione resta a guardare e a subire. Il secondo che chiude il cammino va in favore dell’assessore al territorio    finanziando parracine danni lievi in via Via Montecito n. 31(si saranno confusi con i numeri civici ed il fronte strada di Montecito?) per un importo di € 888.923,16 IVA e oneri inclusi e dove la Protezione Civile il 14 settembre 2017, tra l’altro, hanno evidenziato che “vi è però rischio esterno da versante incombente, interessato da pregressi movimenti franosi, che determinano l’inagibilità dell’unità immobiliare”. Avete letto bene, movimenti franosi, frane, distacchi registratisi già prima del 21 agosto 2017, figuratevi ora.Oggi dopo sette anni si legge nel decreto di finanziamento approvato da Legnini, ed in cui il tecnico di parte assume la qualità̀ di persona esercente un servizio di pubblica necessità, i soldi serviranno per la “Riparazione con rafforzamento locale dei danni lievi (ovvero danni inferiori alla soglia del 30%) all’abitazione e ricostruzione muri a secco inducenti pericolo esterno sull’abitazione” questo in una parte, in altra si dice che “Riparazione con rafforzamento locale dei danni lievi all’abitazione e ricostruzione muri a secco inducenti pericolo esterno sull’abitazione relativo all’edificio ad uso residenziale e relativa area di pertinenza sito nel Comune di Casamicciola Terme distinto in catasto: Edificio Foglio n. 6 p.lla 1072 ex 25 – area esterna foglio 6 p.lle 1380, 24. 27,808, 480, 1098, 1099”. Una questione di sicurezza e rischi ad personam! Ad Ischia la sicurezza e i rischi naturali, infatti non sono rilevati sulla base di una scienza esatta o di un dato inoppugnabile, ma intuitu personae: sicurezza e rischi, indicati e cancellati con un tratto di penna a seconda di questo o l’altro interesse politico e personale. Intanto migliaia di cittadini in bilico attendono di ricostruire. Intanto il Majo, le Terme di La Rita e il Fango vengono demolite anche contro la volontà dei proprietari tenuti al guinzaglio con lo spauracchio del condono. E meno male che per legge e nomina il Commissario straordinario doveva assicurare una ricostruzione unitaria e omogenea nei territori! Una vergogna pubblica manifesta al puro da divenire indecente. La ricostruzione non è un servizio a favore dei cittadini, ma un affare sulla pelle della gente siamo finiti in una, cento guerre: una guerra politica ottusa, una guerra si potere, una guerra amministrativa, in una guerra di competenza in una guerra di leggi confliggenti che si accavallano, in una guerra di appalti, in una guerra di smaltimento prima dei fanghi ora delle macerie, in una guerra delle somme urgenze e degli affidamenti. L’assalto alla diligenza come nelle miniere di oro e diamanti in Sierra Leone: ci aspettiamo solo che da un momento all’altro i miliziani vengano a tagliaci una mano come monito, per continuare a sottometterci e continuare a sfruttare costringendo la gente al silenzio.

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