Una corte d’appello federale ha confermato il verdetto di una giuria che ha ritenuto Donald Trump responsabile di aver abusato sessualmente della giornalista Jean Carroll e gli ha ordinato di pagare 5 milioni di dollari di danni. La corte ha concluso che il team dei legali del presidente eletto non hanno dimostrato o provato eventuali errori giudiziari che giustifichino un nuovo processo o l’annullamento della sentenza.
Il collegio di tre giudici della Corte d’appello del 2° distretto di Manhattan ha quindi respinto all’unanimità l’argomentazione di Trump secondo cui il giudice del processo non avrebbe dovuto consentire ai giurati di ascoltare le prove relative alla presunta condotta sessuale inappropriata del repubblicano in passato, rendendo il processo e il verdetto ingiusti.
La corte ha affermato che le prove, tra cui Trump che si vantava delle sue prodezze sessuali in un video di “Access Hollywood” emerso durante la campagna presidenziale statunitense del 2016, hanno dimostrato un “modello di condotta ripetuto e idiosincratico” coerente con le accuse di Carroll.
La sentenza confermata in appello è del maggio 2023 e riguarda fatti avvenuti nel 1996 nel camerino del grande magazzino Bergdorf Goodman a Manhattan, dove Carroll, ora 81enne, affermò che Trump l’aveva violentata. In un post pubblicato nel 2022 sulla sua piattaforma Truth Social, Trump negava che le affermazioni di Carroll fossero false. I giurati della corte federale non hanno giudicato Trump colpevole di stupro ma hanno riconosciuto all’ex editorialista della rivista Elle un risarcimento di 2 milioni di dollari per violenza sessuale e di 3 milioni di dollari per diffamazione.
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