A Torino allerta massima per la sicurezza nelle festività

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«Maggiori attività di controllo e di vigilanza nel corso delle festività». È intorno a questo imperativo che si è riunito negli scorsi giorni il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica di Torino presieduto dal prefetto Donato Cafagna, di cui abbiamo scritto sulle pagine del nostro quotidiano.

In questo periodo, d’altronde, si è in balìa di molte preoccupazioni, tra l’attentato a Magdeburgo (cinque morti e oltre duecento feriti) e i possibili disordini per l’arrivo di milioni di visitatori a Roma per l’anno giubilare.

La massima allerta aleggia nell’aria. Ancora riaffiorano facilmente alla memoria collettiva le immagini del terrorismo islamista degli scorsi anni, dal Bataclan ai mercatini di Natale e in altri luoghi simbolici dell’identità occidentale.

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Così il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza ha dato il via a misure straordinarie nelle vie dello shopping e nelle aree commerciali, nei mercatini e nelle fiere natalizie, nelle stazioni ferroviarie e nell’aeroporto di Caselle, lungo gli assi stradali e autostradali nelle giornate di maggior traffico, in prossimità delle chiese, dei santuari e degli altri luoghi di culto cattolici durante le cerimonie.

L’allerta è massima anche in piazza Castello. Nel corso del concerto di Capodanno e dell’appuntamento di musica classica del primo gennaio sarà vietata la vendita per l’asporto di bottiglie in vetro e lattine e sarà possibile accedere all’area solo con un’apposita prenotazione.

Si tratta di misure necessarie a fronte agli eventi straordinari e all’odio dilagante per il cattolicesimo e le libertà dell’occidente. Tuttavia, sorge spontaneamente una domanda: l’incremento delle attività di vigilanza in questi punti sensibili porterà a trascurare le periferie e le attività ‘ordinarie’ di contrasto alle baby-gang?

Nelle ultime settimane, violenze e degrado non sono certamente andate in ‘settimana bianca’.

Nel pomeriggio di domenica scorsa, ad esempio, due diciassettenni italiani sono stati vittime di un’aggressione da parte di una ventina di nordafricani ai Giardini Reali di Torino. Il copione non è stato certamente nuovo: pugni, calci, bastonate e lo scippo di portafogli e apparati tecnologici. All’arrivo dei carabinieri, l’orda si era già dileguata. I due diciassettenni, però, sono stati sufficientemente lucidi nel fornire una descrizione dettagliata degli aggressori e nell’individuare il presunto capo della banda: un minorenne di origine egiziana, trovato su una panchina poco distante.

Scene di caos, sempre in questi giorni, sono avvenute anche nel quartiere Aurora, in corso Giulio Cesare, all’altezza di via Lodi. Qui fuochi d’artificio e colpi sparati in aria hanno provocato il terrore generale, difficoltà per la viabilità e l’intervento delle Forze dell’ordine.

«Tutto ciò – la denuncia di Patrizia Alessi, capogruppo di Fratelli d’Italia nella Circoscrizione 7 del Comune di Torino – è inaccettabile: cittadine e cittadini non possono continuare a segnalare queste situazioni e mai vedere un cambiamento».

Lo scorso agosto nella stessa zona ci è pure scappato il morto con l’accoltellamento di un ventiseienne di nazionalità marocchina. Ancora prima, nel mese di giugno, la stessa Alessi, con Giovannini e Caria, altri esponenti di FdI, aveva scritto una lettera a Marco Porcedda, il nuovo assessore della Città di Torino con deleghe alla Sicurezza, facendo presente che «in alcuni tratti della Circoscrizione 7 vi è insicurezza e non la percezione di quest’ultima. Ci sono intere aree della città, alcune vie, giardini ed edifici, che sono oramai fuori controllo e la gente è esasperata».

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«Le immagini di un ragazzo – le parole di Augusta Montaruli, vicecapogruppo di FdI alla Camera dei Deputati – che spara in aria mentre è in strada sono sconvolgenti e sintomo di una situazione non più sostenibile, a cui vanno trovate soluzioni non più rinviabili. Questo episodio si aggiunge a una quotidianità fatta di capannelli, gang e organizzazioni dedite allo spaccio. Chiediamo che il Comitato provinciale per la sicurezza attui misure straordinarie per la zona Nord di Torino. Al tempo stesso, chiedo al Governo di considerare Barriera tra le aree periferiche da inserire nell’elenco delle ‘zone A’, in cui applicare il ‘modello Caivano’».



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