Un bel nulla. Una storia di Frattura

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A Sulmona Sabato 21 Dicembre 2024 è stata proiettata l’anteprima del documentario “Un bel nulla – una storia di Frattura”

Un bel nulla. Una storia di frattura” è il titolo provocatorio del documentario di Luca Walter Mariani, Angelo Urgo e Bastiaan De Haas girato a Frattura di Scanno (L’Aquila) durante la residenza artistica CinemAbruzzo Campus nell’ottobre del 2023. La proiezione in anteprima è avvenuta sabato 21 dicembre ore 16:00 presso l’Auditorium del centro diocesano di Sulmona. La bellezza della natura abruzzese e il fascino dei suoi paesaggi spesso celano storie profonde e complesse, frammenti di una memoria collettiva che riecheggia nel silenzio. Ed è proprio nel silenzio di Frattura di Scanno che ci porta il documentario “Un bel nulla“, un angolo dimenticato dove il passato e il presente si intrecciano in un dialogo malinconico e potente. Conoscere chi abita davvero i luoghi, dedicare ascolto, tessere empatia: questa è stata la formula che ha segnato tutta la fase di produzione e delle riprese con la comunità dei fratturesi. L’obiettivo era quello di raccontare questo microcosmo dell’Appennino abruzzese, sospeso in bilico tra un passato traumatico e un futuro che sembra averne già decretato la scomparsa.

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Un bel nulla - una storia di Frattura

Storie di fratture

Perché una storia di Frattura? Il solo nome è un simbolo. Prende il nome dall’imponente evento franoso del Monte Genzana, che sbarrò il fiume Sagittario formando così il lago di Scanno, ma è anche segno anche della cesura che lo separa dalla civiltà.  Frattura Vecchia scomparve a seguito del terremoto che colpì la Marsica 13 gennaio del 1915. Il centro venne ricostruito tra il 1932 e il 1936 su un altro sperone del monte Rava, più vicino a Scanno. “Un bel nulla” si gioca sul filo tra memoria e oblio: se è vero che Frattura porta con sé il peso della sua storia, il documentario non si limita a raccontare il passato; guarda al presente con occhio sensibile, esplorando come gli abitanti di oggi, pur in numero sempre più ridotto, continuino a dare significato a questi luoghi. Frattura non è solo un luogo: quello che si trova arrivando lì, è l’opposto di quanto che ci si aspetta di trovare.

Un paese invisibile

Frattura è una comunità nella quale si entra in punta di piedi, un nido d’amore dove chiunque arriva si sente a casa. Lo sa bene Anna Rizzo, antropologa e autrice de “I paesi invisibili“, un libro fatto di incontri, riflessioni e osservazioni, dove racconta la realtà di Frattura e di altre marginalità, mettendone in evidenza problemi, risorse e potenzialità. Se oggi Frattura è la comunità del fagiolo bianco, se i suoi spazi pubblici dismessi sono stati riparati e riaperti al pubblico, se quegli oggetti della tradizione rurale, se quel patrimonio fatto di canzoni, aneddoti e storie, se insomma i frammenti di un mondo passato oggi hanno riacquistato un senso esistenziale per i fratturesi, lo si deve anche alla caparbia passione di Anna. Meraki. Così descrive il suo stile di vita: una parola greca che significa passione, abnegazione, amore ed energia che si riversano nella sua attività, un’infaticabile ricerca sul campo.

L’essenza del documentario

Attraverso interviste agli abitanti e riprese poetiche del territorio, “Un bel nulla” invita lo spettatore a riflettere sul senso di appartenenza e sul rapporto uomo-natura. Le storie narrate intrecciano passato e presente, esplorando temi come l’emigrazione, la perdita e il legame viscerale con il proprio luogo d’origine. Nonostante il focus locale, la storia di Frattura parla a un pubblico universale: il viaggio verso Frattura è anche uno scavo dentro noi stessi, un viaggio interiore che spinge a chiederci cosa significhi davvero vivere e appartenere a un luogo. Questo nido di case è una metafora per tutte quelle comunità che si trovano a fare i conti con il declino, l’invecchiamento della popolazione e l’abbandono, ma che al contempo custodiscono un patrimonio immateriale inestimabile. Il documentario ci invita a guardare oltre l’apparenza del “nulla” e a scoprire la bellezza nascosta nei dettagli e nei ricordi. La regia di “Un bel nulla” combina immagini straordinarie con una narrazione intima, creando un’esperienza profondamente emotiva; la colonna sonora, discreta ma evocativa, accompagna lo spettatore in un viaggio interiore, dove le storie personali degli abitanti si fondono con il respiro eterno della natura circostante.

“Grazie a Frattura, perché ci ha insegnato moltissimoUn bel nulla” è una piccola opera d’arte che celebra la memoria e la bellezza, in un mondo che troppo spesso corre il rischio di dimenticare i suoi luoghi più remoti e per questo più autentici. Ai giovani registi va senz’altro il grande merito di aver saputo raccogliere la sfida di descrivere la fragilità e la forza dei fratturesi, riuscendo a far emergere la bellezza nascosta di questo “paese invisibile” e a trasmettere il senso profondo del suo valore culturale e umano. Un documentario che rimarrà nella memoria di tutti quanti, specialmente di quei ragazzi e ragazze che vi hanno lavorato con passione. Uninvito a guardare oltre le apparenze, un simbolo potente di ciò che significa essere radicati in un territorio e in una storia, una contemplazione di quei tesori che si celano lontano dai riflettori, ma sono l’anima stessa dell’Abruzzo. “Grazie a Frattura, perché ci ha insegnato moltissimo“.

Un bel nulla - una storia di Frattura


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