Settimana d’Arte 24/52 | Dodici artisti per dodici mesi

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ll 2024 è stato un anno di grandi anniversari, tra cui i 150 anni dalla nascita dell’Impressionismo e i 100 anni dalla pubblicazione del manifesto del Surrealismo. Tuttavia, in questo numero speciale de La Settimana, la nostra rubrica dedicata agli eventi recenti e ad artisti che hanno catturato la nostra attenzione, abbiamo scelto di privilegiare espressioni artistiche più vicine al nostro tempo, rimanendo fedeli alla linea editoriale che ci ha guidato finora.

Proponiamo quindi un excursus attraverso i 12 mesi dell’anno, esplorando il panorama artistico nazionale e internazionale con alcuni dei nomi più significativi della storia dell’arte dal secondo dopoguerra ad oggi, con riferimento a mostre o eventi presentati in Italia nel 2024. Da Mario Schifano a Emilio Isgrò, da Louise Bourgeois ad Anselm Kiefer, fino a due protagonisti della Transavanguardia come Francesco Clemente e Mimmo Paladino, senza dimenticare un maestro assoluto dell’arte ambientale come Mauro Staccioli. Scopriamoli tutti.

Mauro Staccioli, Senza Titolo (Prospettiva Cielo) – Courtesy Hypermaremma e Archivio Mauro Staccioli

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Il 20 gennaio a Volterra è stato inaugurato il museo-archivio dedicato a Mauro Staccioli, maestro internazionale per l’arte ambientale, scomparso a Milano il 1º gennaio 2018. Il museo archivio trova dimora permanente negli ambienti dell’Ex-Oratorio del Crocifisso, all’interno del complesso del Centro Studi Espositivo Santa Maria Maddalena, messo a disposizione dalla Fondazione Cassa Risparmio di Volterra che ha promosso l’iniziativa.

Nella navata della chiesa sono stati collocati circa quaranta maquettes, fra le molte realizzate negli anni da Staccioli per studio, verifica e presentazione delle sue sculture, affiancata da un touch screen interattivo e dall’archivio cartaceo dell’artista, composto da appunti, disegni, progetti, documenti, fotografie e cataloghi.

Abbiamo incontrato nuovamente il lavoro di Mauro Staccioli in occasione del ricollocamento della scultura realizzata nel 2004, Senza Titolo (Prospettiva Cielo), che dal 6 luglio ha trovato una nuova collocazione nella “Valle d’Oro” in località Giardino (Capalbio), lungo l’asse ideale che collega il mare all’entroterra collinare della Maremma. leggi il resto dell’articolo»

Si tratta di un’imponente installazione in acciaio cor-ten, costituita da tre elementi piramidali, alti nove metri e disposti circolarmente in posizione equidistante, che d’ora in avanti si staglieranno sul paesaggio maremmano con la nettezza delle forme che contraddistinguono il lavoro di Mauro Staccioli, tutto imperniato sull’idea di arte come dispositivo di segnalazione sociale, politica e culturale.

Ricordiamo che alle porte di Volterra, nel cuore della Maremma Pisana, si possono incontrare i suoi “dischi”, un punto di osservazione straordinario per ammirare la bellezza dello “skyline” della città di origine etrusca.

Scultura di Mauro Staccioli nelle campagne circostanti Volterra – Foto © Itinerarinellarte.it

02. Febbraio – Mimmo Paladino

Elmo in bronzo, 1998

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In occasione del 50^ anniversario di Arte Fiera e di ART CITY Bologna, gli splendidi spazi di Palazzo Boncompagno, il Palazzo che fu la dimora di Papa Gregorio XIII, hanno ospitato un progetto espositivo di Mimmo Paladino, grande protagonista alla fine degli anni ’70 del movimento artistico teorizzato da Achille Bonito Oliva, la Transavanguardia.

La mostra, che non seguiva un criterio cronologico, cominciava dalla loggia coperta affacciata sul cortile interno, dove venivano presentate due figure di Guerrieri, insieme all’installazione dei sette personaggi-ideogrammi di Respiro del 1995, all’imponente Elmo di bronzo del 1998, decorato in rilievo con simboli arcani, numeri, labirinti, lettere di una lingua sconosciuta.

Mimmo Paladino a Palazzo Buoncompagno

Senza titolo, 2020. 13 cavalli in vetroresina, collezione dell’artista

L’elemento più spettacolare dell’esposizione era però visibile all’interno della Sala delle Udienze Papali, dove si trovava l’installazione titanica di tredici cavalli neri, un ritorno a questo soggetto che richiama la sua opera La Montagna di Sale, un’installazione di Mimmo Paladino a Gibellina, realizzata nel 1990.

03. Marzo – Anselm Kiefer

Anselm Kiefer

Anselm Kiefer, Engelssturz (det.), 2022. Foto: itinerarinellarte.it

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Angeli Caduti è il titolo della grande mostra dedicata all’opera di Anselm Kiefer inaugurata nel cuore di Firenze nel mese di marzo, un viaggio introspettivo tra le opere di uno dei più grandi artisti del nostro tempo, noto per la sua sperimentazione con materiali vari come semi, foglie d’oro e metalli, arricchiti da profondi riferimenti filosofici, letterari e storici.

Il percorso espositivo iniziava nel cortile interno di Palazzo Strozzi dove tradizione e contemporaneità si fondevano attraverso un’opera imponente, una spettacolare tela di oltre 7 metri di altezza, creata appositamente dall’artista e intitolata Engelssturz, ovvero Caduta dell’Angelo.

L’opera si ispira a San Michele Arcangelo di Luca Giordano e rappresenta l’arcangelo che scaccia gli angeli ribelli dal paradiso. La scena catturava lo sguardo dei visitatori fin dal primo istante, invitando a riflettere sulla lotta tra il bene e il male, sul rapporto tra cielo e terra, spirito e materia.

Le otto sale del Piano Nobile che componevano il percorso espositivo interno accoglievano il visitatore in un’atmosfera unica, in cui ammirare opere di pittura, scultura, fotografia e installazioni, in un armonico contrasto con l’architettura rinascimentale del palazzo, realizzando un dialogo affascinante tra epoche e stili differenti.

04. Aprile – Mario Schifano

Mario Schifano, Inevitabile viaggio a Marrakesh

Mario Schifano, Inevitabile viaggio a Marrakesh, 1968, smalto e spray su tela 400x400cm polittico (particolare) ©Archivio Mario Schifano

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Nel mese di aprile, allo Spazio Roseto, la mostra “Mario Schifano. Compagni in un’oasi sotto il cielo stellato” ha presentato per la prima volta al pubblico dei dipinti realizzati dal grande artista tra il 1966 e il 1968: da “Inevitabile viaggio a Marrakesh” a “Compagni” (bacio), del 1968, Oasi (o Palme) del 1967, Senza titolo (palma, stelle, falce e martello), 1967-68 fino a “Tutte stelle” del 1967.

Tutte stelle, otto tele – mai viste, mai fotografate e mai esposte fino a quel momento – sono state realizzate da Mario Schifano per coprire pareti e soffitto di una stanza (un soppalco) in casa della principessa Patrizia Ruspoli a Roma. Schifano immaginò questo spazio come un luogo immersivo, completamente avvolti dalle stelle in una sensazione di movimento, di leggerezza e di esaltazione dei sensi, spazio ricostruito in occasione della mostra.

Opere di Mario Schifano sono state protagoniste in diverse altre esposizioni pubbliche durante il 2024. A Torino è ancora aperta al pubblico la mostra “1950-1970. La Grande Arte Italiana. Capolavori dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea“, e una grande e storica tela, realizzata in una esibizione pubblica a Firenze nel 1985, è tra le opere di punta del nuovo progetto espositivo del Mart di Rovereto, Etruschi del Novecento.

05. Maggio – Emilio Isgrò

Emilio Isgrò, Codice del decoro, 2022

Codice del decoro, 2022, tecnica mista su tela stampata su libro e legno, 35 x 50,5 x 5 cm, courtesy Archivio Emilio Isgrò

Nel mese di maggio, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma ha dedicato al grande artista siciliano lo spazio per il programma “artisti in visita”, che prevede la formula “un anno, un artista, una sala”. Per l’occasione Isgrò ha creato l’opera “Isgrò cancella Isgrò“, con la cancellazione di “Autocurriculum”, il suo romanzo autobiografico, poi donata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. L’iniziativa prevedeva anche un ciclo di “Lezioni di Cancellatura” aperte al pubblico, concepite come workshop destinati agli studiosi e agli studenti, per insegnare ad avvalersi del “pennello” come filtro selettivo con cui isolare l’essenziale.

A febbraio, Emilio Isgrò era stato protagonista anche a Bologna, nell’ambito della dodicesima edizione di ART CITY Bologna, con la mostra “Cancellazione dei Codici – Civile e penale“. In quell’occasione Palazzo Malvezzi, sede del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Bologna, la più antica facoltà di Giurisprudenza al mondo, presentava 29 testi giuridici, in particolare il Codice civile e il Codice penale, sui quali Isgrò è intervenuto con la sua cifra espressiva, ovvero cancellando parti del testo, col fine di proporre una diversa riflessione sul significato di convivenza comune.

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06. Giugno – Louise Bourgeois

Spider, Louise Bourgeois, Galleria Borghese

Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria, Installation View, Galleria Borghese. © The Easton Foundation/Licensed by SIAE 2024 and VAGA at Artists Rights Society (ARS), NY. Ph. by A. Osio

Protagonista a Firenze e Roma fino alle fine dell’estate, nel mese di giugno il pubblico italiano ha avuto l’occasione di scoprire l’artista franco-americana (1911, Parigi – 2010, New York), che ha contribuito in modo significativo all’evoluzione critica dell’arte contemporanea, incorporando i temi della psicoanalisi e del femminismo, che col suo apporto sono diventati centrali. A Louise Bourgeois è stata dedicata una mostra monografica alla Galleria Borghese di Roma, “Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria“, che presentava una ventina di opere scultoree, con un’appendice della mostra anche all’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, con l’installazione No Exit e l’arazzo Sainte Sébastienne nel Salone di lettura, eccezionalmente aperto al pubblico. 

In contemporanea, a Firenze veniva proposta l’esposizione “Louise Bourgeois In Florence. Do Not Abandon Me / Cell XVIII (Portrait)“, anche in questo caso distribuita in due sedi espositive: il Museo Novecento e il Museo degli Innocenti. Qui il pubblico ha potuto vedere la più estesa e importante rassegna di gouaches rosse di Louise Bourgeois con un focus tematico sul motivo della madre e del bambino, e il chiostro del Museo ha ospitato Spider Couple (2003), uno dei celebri grandi ragni dell’artista, realizzato in bronzo. 

07. Luglio – Fernando Botero

Botero a Roma

Botero a Roma, una mostra diffusa

Il 2024 è stato un anno di grande tributo da parte della città di Roma al celebre artista colombiano, scomparso nel 2023. Nel mese di luglio, otto sculture monumentali di Botero sono state collocate in alcune delle piazze più belle di Roma (Terrazza del Pincio, Piazza del Popolo, Largo dei Lombardi, Piazza di San Lorenzo in Lucina, Piazza Mignanelli e Piazza San Silvestro). La mostra diffusa, a cura di Lina Botero, rappresentava la prima mostra pubblica dopo la scomparsa dell’artista, universalmente riconosciuto per le sue iconiche figure voluminose.

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Nel mese di settembre, un secondo grande progetto espositivo, ancora aperto al pubblico, è stato inaugurato a Palazzo Bonaparte, con un’importante retrospettiva che raccoglie oltre 120 opere, esplorando tutte le diverse tecniche di cui si fece maestro nel corso della sua carriera, la pittura ad olio, la scultura, i pastelli, il disegno a matita, i carboncini e le sanguigne.

08. Agosto – Roberto Matta

Ca Pesaro, Roberto Matta

Roberto Matta 1911-2002, Ca’ Pesaro, ph Irene Fanizza (foto allestimento) Roberto Matta
Coïgitum, 1972
olio su tela, cm 400 × 1000
Collezione Alisée Matta © Roberto Matta, by SIAE 2024

All’artista cileno Roberto Sebastián Antonio Matta Echaurren, questo il nome completo di Roberto Matta, anche in ragione della sua adesione al Surrealismo, nell’ultimo anno è stata dedicata molta attenzione. Alla fine del mese di agosto, Palazzo Donà Brusa a Venezia ha aperto al pubblico la prima mostra a lui dedicata, terminata da pochi giorni, presentata dalla galleria Tommaso Calabro. In seguito, sempre a Venezia, è stata Ca’ Pesaro ad inaugurare la prima mostra istituzionale in Italia, Roberto Matta 1911-2002. L’esposizione resterà aperta al pubblico fino a marzo 2025.

Protagonista “ufficiale” del Surrealismo, di cui abbiamo già ricordato la celebrazione del centenario nel 2024, Matta ha sviluppato un suo linguaggio visivo particolare, esercitando un’influenza cruciale sugli espressionisti astratti americani degli anni Quaranta. Fu infatti a New York, dove si era trasferito nel 1939, e dove frequentava la comunità di Surrealisti emigrati, tra cui Max Ernst, Yves Tanguy, André Masson e André Breton, che Matta divenne un punto di riferimento per la pittura contemporanea. Il percorso dell’artista, che Marcel Duchamp definì “il pittore più profondo della sua generazione“, era cominciato a Santiago del Cile, dove nacque nel 1911, ma fu in Europa dove cominciò la sua carriera lavorando come architetto, insieme a Le Corbusier, e dove avvenne l’incontro, che lo avrebbe spinto verso la pittura, con Picasso e il suo capolavoro Guernica.

09. Settembre – Helen Frankenthaler

Allestimento Palazzo Strozzi

Helen Frankenthaler. Dipingere senza regole, Palazzo Strozzi, Firenze, 2024. Photo OKNOstudio © 2024 Helen Frankenthaler Foundation, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York / SIAE, Rome

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Dopo Anselm Kiefer, Palazzo Strozzi porta in Italia un’altra grande esponente dell’arte internazionale, l’artista americana Helen Frankenthaler (1928-2011), con una mostra inaugurata a fine settembre. Visitabile fino al 26 gennaio 2025, la mostra “Helen Frankenthaler: Dipingere senza regole“, rappresenta la più significativa mostra mai realizzata in Italia, dedicata a una delle più importanti artiste americane del Novecento. I suoi lavori sono stati esposti in numerose mostre retrospettive, fra cui una nel 1989 al MoMA di New York.

In esposizione a Firenze un’ampia selezione di opere realizzate tra il 1953 e il 2002, trenta grandi tele e sculture, provenienti dalla Helen Frankenthaler Foundation e in prestito da importanti musei e collezioni private. Le opere della Frankenthaler sono messe a confronto con i lavori di artisti a lei contemporanei, alcuni parte dalla sua collezione personale, come Anthony Caro, Morris Louis, Robert Motherwell, Kenneth Noland, Jackson Pollock, Mark Rothko, David Smith, Anne Truitt. Il confronto si svolge nelle varie sale, ciascuna dedicata a un decennio della sua produzione fino agli anni ’90, partendo da quello con Number 14 di Jackson Pollock (1951), per il decennio in cui la Frankenthaler entra in contatto con gli esponenti della Scuola di New York e con le figure chiave dell’arte americana del dopoguerra.

10. Ottobre – Niki de Saint Phalle

Nanas, Niki de Saint Phalle

Niki de Saint Phalle, Le tre Grazie, 1995-2002, © 2024 NIKI CHARITABLE ART FOUNDATION, Foto: Carlotta Coppo

Nel mese di ottobre il Mudec di Milano ha inaugurato un nuovo progetto espositivo dedicato alla grande artista franco-americana Niki de Saint Phalle (Neuilly-sur-Seine, 1930 – La Jolla, San Diego, 2002). Si tratta della prima retrospettiva antologica completa organizzata in un museo italiano, che racconta una delle protagoniste più importanti della scena artistica d’avanguardia, conosciuta per le sue grandi e colorate Nanas, che rivela anche il lato impegnato dell’artista, attraverso una diversa lettura della sua opera.

La mostra racconta, fino al 16 febbraio 2025, il percorso artistico di Niki, dagli esordi degli anni ’50 fino agli ultimi lavori, ripercorrendo una complessa storia sia personale sia collettiva. Ha vissuto da vicino il movimento femminista negli anni ’60, fu protagonista del Nouveau Réalisme negli anni ’70, e ha continuato a sfidare gli stereotipi di genere attraverso l’arte.

In Italia esiste un capolavoro permanente di Niki de Saint Phalle, che l’artista ha progettato a partire dal 1979 nelle colline toscane vicino a Capalbio, ispirata dalle visite al Parque Guell di Antoni Gaudí a Barcellona, e al giardino di Bomarzo. Si tratta del “Giardino dei Tarocchi“, parco di sculture che si rifanno alle figure degli arcani maggiori dei tarocchi. La costruzione è proseguita per più di diciassette anni, fino all’estate del 1996, per una spesa di circa 10 miliardi di lire interamente autofinanziati dall’autrice.

Giardino dei Tarocchi

Niki de Saint Phalle, Giardino dei Tarocchi

11. Novembre – Francesco Clemente

Il più “americano” degli artisti legati al gruppo della Transavanguardia, movimento artistico nato su progetto del critico Achille Bonito Oliva nella seconda metà degli anni Settanta, divenuto emblema del ritorno alla pittura che fiorì nei primi anni Ottanta, è protagonista di una mostra inaugurata il 22 novembre a Palazzo Esposizioni Roma.

La mostra “Francesco Clemente. Anima nomade” occupa la rotonda del piano nobile e le sette sale che da essa si irradiano come una unica grande installazione. Insieme alle sei Tende realizzate nel 2013-2014, straordinariamente riunite in questa occasione, sono esposte le Bandiere del 2014 e due grandi sale sono interamente dedicate a wall drawing realizzati dall’artista in situ per questa occasione.

12. Dicembre – Michelangelo Pistoletto

Annunciazione Terzo Paradiso

Michelangelo Pistoletto – Annunciazione Terzo Paradiso © Maurizio Zambito

Presentata alla mezzanotte del 24 dicembre, un’opera unica realizzata da Michelangelo Pistoletto è stata esposta sull’altare dell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo, al posto della Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d’ Assisi di Caravaggio, dipinto trafugato nel 1969 e mai più ritrovato. Si tratta della quindicesima edizione di Next, rassegna ideata dall’Associazione Amici dei Musei Siciliani per ricordare quel furto. L’opera resterà esposta sull’altare dell’oratorio fino all’8 gennaio, per poi essere collocata nell’anti-oratorio fino al 17 ottobre 2025.

Seguendo le due regole fondamentali della rassegna – mantenere le dimensioni del quadro originale (268×197 cm) e rappresentare una Natività – Pistoletto ha reinterpretato l’opera sotto forma di uno dei suoi celebri quadri specchianti, rievocandp l’iconografia del dipinto di Caravaggio nella figura dell’angelo. Tuttavia, il cartiglio dell’angelo è sostituito dal simbolo del Terzo Paradiso, concepito da Pistoletto nel 2003 come riconfigurazione del segno matematico dell’infinito, per rappresentare l’equilibrio tra natura e artificio, e una speranza per una nuova umanità.

Michelangelo Pistoletto nel presentare la sua “Annunciazione Terzo Paradiso” dichiara: “Mantenendo una parte dell’antico dipinto, l’Angelo che scende dal cielo porta l’Annunciazione del Terzo Paradiso come simbolo di un equilibrio possibile tra natura e artificio. Questa visione invita a una responsabilità collettiva, trasformando il conflitto in un nuovo orizzonte di civiltà, dove la creazione prevale sulla distruzione.”





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