La vicenda che coinvolge Nvidia, sotto inchiesta in Cina per presunto abuso di posizione dominante, è un esempio paradigmatico di quella che Christian Harbulot definisce nel suo lavoro sulla scuola di guerra economica come una “battaglia strategica per il dominio tecnologico”. Non si tratta di una semplice indagine regolatoria, bensì di un tassello di un più ampio confronto economico e geopolitico tra Cina e Stati Uniti, in cui la tecnologia è il principale terreno di scontro.
Il contesto dell’indagine
L’indagine avviata dalle autorità cinesi contro Nvidia ruota intorno all’acquisizione di Mellanox Technologies, una società israeliana specializzata nella progettazione di apparecchiature di rete, avvenuta nel 2020. L’accusa, secondo il comunicato dell’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato cinese, sarebbe quella di aver violato gli impegni presi al momento della fusione. Tra questi, la garanzia di condizioni commerciali eque e non discriminatorie per i clienti cinesi.
Tuttavia, questa iniziativa regolatoria non può essere letta come un semplice caso di applicazione della legge antimonopolio. Si colloca piuttosto all’interno di un’escalation di misure ritorsive tra Pechino e Washington, dove il settore tecnologico, e in particolare i semiconduttori, è diventato l’epicentro di una guerra economica globale.
Un classico esempio di guerra economica
Seguendo gli insegnamenti di Harbulot, possiamo identificare in questa vicenda tutti gli elementi chiave di una strategia di guerra economica. La Cina, a fronte delle restrizioni sempre più stringenti imposte dagli Stati Uniti sull’esportazione di chip avanzati, risponde colpendo un simbolo dell’eccellenza tecnologica americana. Nvidia, leader globale nel settore dei chip per l’intelligenza artificiale, rappresenta uno degli attori più vulnerabili in questa guerra: da un lato, la sua leadership globale la rende un bersaglio privilegiato; dall’altro, la sua crescente difficoltà a penetrare il mercato cinese limita la sua capacità di difesa.
Vuoi ricevere le nostre newsletter?
Gli Stati Uniti, dal canto loro, non hanno mai nascosto l’obiettivo delle loro restrizioni: rallentare la crescita tecnologica cinese, considerata una minaccia diretta alla loro supremazia globale. Le limitazioni sull’esportazione di chip avanzati come gli A100 e H100 non sono solo una misura di sicurezza nazionale, ma anche uno strumento per mantenere il controllo sui settori più strategici dell’economia globale.
Le implicazioni per Nvidia e per il mercato globale
Le conseguenze di questa indagine potrebbero essere meno rilevanti di quanto sembri per Nvidia, almeno nel breve termine. Come sottolineato dagli analisti, la sua quota di mercato in Cina è già stata fortemente ridotta dalle restrizioni americane, che hanno impedito l’esportazione dei suoi chip più avanzati. Tuttavia, l’attacco cinese ha una chiara valenza simbolica: mostra al mondo che Pechino non intende rimanere passiva e che è disposta a utilizzare tutte le leve disponibili per rispondere ai colpi inferti da Washington.
Inoltre, questa vicenda rappresenta un monito per altre aziende tecnologiche occidentali, che potrebbero essere prese di mira in futuro. L’obiettivo della Cina è duplice: da un lato, proteggere e incentivare lo sviluppo di attori nazionali come Huawei, dall’altro, disincentivare le aziende straniere dal considerare la Cina un mercato sicuro e redditizio.
La Cina e il modello di guerra economica
La risposta cinese, come evidenziato nella scuola di guerra economica di Harbulot, si basa su un approccio asimmetrico. Mentre gli Stati Uniti utilizzano il controllo sulle tecnologie avanzate come arma per soffocare la crescita cinese, Pechino colpisce con misure mirate e simboliche, come il divieto di esportazione di materiali critici (gallio, germanio e antimonio) o l’avvio di indagini antimonopolio contro giganti stranieri. Questo approccio è tipico delle strategie di guerra economica adottate da potenze emergenti che cercano di riequilibrare una situazione di svantaggio strutturale.
Il futuro della guerra tecnologica
La questione Nvidia è solo l’ultimo capitolo di un conflitto che si preannuncia lungo e sempre più complesso. La tecnologia, in particolare quella legata all’intelligenza artificiale e ai semiconduttori, rappresenta il cuore pulsante dell’economia del XXI secolo. Per gli Stati Uniti e la Cina, il controllo di queste risorse è una questione esistenziale, una battaglia per determinare chi guiderà il mondo nei prossimi decenni.
La scuola di guerra economica ci insegna che queste dinamiche non si risolvono con azioni isolate, ma richiedono strategie a lungo termine, in cui economia, politica e difesa si intrecciano. La vicenda Nvidia è un esempio perfetto di questa nuova realtà: un mondo in cui le aziende non sono più solo attori economici, ma diventano pedine fondamentali nello scacchiere geopolitico globale.
Dacci ancora un minuto del tuo tempo!
Se l’articolo che hai appena letto ti è piaciuto, domandati: se non l’avessi letto qui, avrei potuto leggerlo altrove? Se non ci fosse InsideOver, quante guerre dimenticate dai media rimarrebbero tali? Quante riflessioni sul mondo che ti circonda non potresti fare? Lavoriamo tutti i giorni per fornirti reportage e approfondimenti di qualità in maniera totalmente gratuita. Ma il tipo di giornalismo che facciamo è tutt’altro che “a buon mercato”. Se pensi che valga la pena di incoraggiarci e sostenerci, fallo ora.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link