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Il Natale del Taranto è ben lontano dall’essere stato sereno. Il club ionico si trova, infatti, a fronteggiare una delle crisi più profonde della sua storia, con difficoltà che si estendono dal campo alla gestione societaria. Mentre la squadra – prima della sosta – ha collezionato la sesta sconfitta consecutiva contro il Giugliano (la tredicesima stagionale), l’incertezza sul futuro del club domina la scena.

Il dramma societario: la partita tra Giove, Apex e Di Stefano. La famiglia Giove, ormai dimissionaria, rimane al centro delle vicende societarie. Nonostante i ripetuti tentativi di cessione del club, la trattativa con Apex Capital Global, guidata da Mark Campbell, si trova in una fase di stallo. La mancata concretizzazione dell’accordo e il silenzio sul pagamento degli stipendi dei tesserati hanno aggravato il clima di sfiducia attorno al fondo angloamericano. A offrire un’alternativa sembra poter essere Giovanni Di Stefano, imprenditore ed ex dirigente sportivo, che ha avanzato una proposta di salvataggio attraverso la sua “Legacy Trust Llc”. In un’intervista rilasciata a Giornalerossoblu.it, Di Stefano ha messo in dubbio l’affidabilità di Campbell e del suo gruppo (che venerdì ha comunicato tramite una nota di essere ancora al lavoro per il Taranto): “Campbell non è affidabile, lo ha già dimostrato due volte: con il Falkirk in Scozia e con il Sunderland in Inghilterra. In entrambe le occasioni ha tentato di comprare le due società lasciando un sacco di problemi perché non aveva un euro in tasca. Io vado avanti per la mia strada. Voglio intervenire come ‘Legacy Trust’, ma non è questione di tappare i buchi, bisogna riparare bene con soldi liquidi. La società ha debiti di 4/5 milioni di euro. I cittadini avrebbero dovuto fare una statua a Giove in piazza per aver mantenuto la squadra. Massimo è un santo, una persona perbene che ha sostenuto il calcio a Taranto per tanti anni”. Di Stefano ha inoltre ribadito la necessità di affrontare il dissesto economico con investimenti concreti per garantire un futuro al club.

La squadra allo sbando: problemi tecnici e giocatori in fuga. Sul fronte sportivo, il Taranto continua a collezionare sconfitte, l’ultima contro il Giugliano, nonostante una prestazione considerata dignitosa, e langue desolatamente all’ultimo posto in classifica, anche a causa della penalizzazione di 10 punti. L’orizzonte, quindi, è cupo: la retrocessione in Serie D sembra ormai inevitabile, e la squadra è prossima allo smantellamento. Molti giocatori hanno già intrapreso azioni legali per il mancato pagamento degli stipendi e si preparano a lasciare il club con l’apertura del mercato invernale. La società è anche alla ricerca del quarto allenatore stagionale. Francesco Passiatore, ex giocatore e allenatore rossoblù, sembra il candidato principale. Tuttavia, la situazione resta incerta, con la possibilità che eventuali sviluppi societari cambino nuovamente le carte in tavola.

Uno stadio in demolizione e un futuro da ricostruire. A complicare ulteriormente le cose, lo storico stadio ‘Iacovone’ è stato chiuso per avviare i lavori di demolizione e ristrutturazione in vista dei Giochi del Mediterraneo. La squadra, quindi, è costretta a giocare senza una casa stabile, rendendo ancora più complessa una stagione già disastrosa.

Le prossime mosse: salvezza o punto di non ritorno? Il destino del Taranto si gioca su più fronti: l’urgenza di trovare un nuovo assetto societario, la necessità di evitare il fallimento e la sopravvivenza stessa del titolo sportivo. Con i debiti che superano i 4 milioni di euro e un ambiente ormai sfiduciato, la strada per la salvezza appare sempre più stretta. Nonostante le dichiarazioni rassicuranti di Campbell e l’intervento di Di Stefano, la situazione resta in totale incertezza. Le prossime settimane saranno decisive per capire se il Taranto potrà guardare al futuro con speranza o se la sua gloriosa storia sarà destinata a un brusco epilogo.

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