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C’è un luogo, a Torino, dove la natura parla ancora. Tra i salici che lambiscono il Po e i suoni ovattati del bosco, il parco del Meisino pulsa di vita. È la casa di volpi e scoiattoli, di falchi e aironi, ma anche di silenzi preziosi e fragili equilibri.
Ora, però, quel luogo rischia di perdere la sua voce. Il progetto del Comune per la creazione di una cittadella dello sport, con attrezzature ludico-sportive e un centro per l’educazione ambientale, ha acceso un dibattito infuocato.
Da una parte, chi intravede un’opportunità per valorizzare il parco; dall’altra, chi teme che il prezzo da pagare sarà troppo alto: la biodiversità di uno degli ultimi polmoni verdi di Torino.
Salviamo il Meisino, insieme al centro recupero ricci La Ninna, l’Unione Tutela Individui e la LAV (Lega Antivivisezione), ha deciso di opporsi con forza. Non più solo proteste, ma un ricorso formale presentato al tribunale di Torino. Le avvocate Virginia Cuffaro e Veronica Dini, a nome degli ambientalisti, chiedono un accertamento tecnico preventivo per verificare lo stato del parco, censire la fauna e valutare gli impatti del progetto.
«STIAMO LOTTANDO INSIEME PER IL MEISINO E GLI ANIMALI DELLA RISERVA. Abbiamo chiesto al Tribunale di Torino ATP (accertamento tecnico preventivo) sul progetto “centro dell’educazione ambientale e dello sport”», spiegano le associazioni, dando voce alla preoccupazione di chi il Meisino lo vive e lo difende.
Questa oasi naturale, parte della Rete Natura 2000 e designata come Zona di Protezione Speciale (ZPS), è un rifugio per un’innumerevole varietà di specie: volpi, tassi, pipistrelli, falchi, aironi e molte altre, alcune protette.
È un luogo dove gli animali trovano riparo e dove la natura respira libera. «Le operazioni di cantierizzazione spaventano gli animali, li costringono a fuggire, interrompendo cicli vitali e portando alla distruzione di habitat essenziali», denunciano gli attivisti.
E non è solo una questione di fauna: i boschi ripariali e le aree umide del Meisino non sono solo rifugi, ma vere e proprie casse di espansione naturale durante le esondazioni. Ogni intervento invasivo rischia di compromettere la funzione idrogeologica dell’area, aggravando un equilibrio già delicato.
Nonostante la riduzione delle attrezzature previste – da venti a diciassette – il progetto resta per gli ambientalisti un pericolo concreto. «Il carico antropico dell’area è già insostenibile, e l’accesso umano alle zone umide, con ingressi consentiti a venti persone per volta, rischia di peggiorare ulteriormente la situazione», avvertono.
L’impegno del Comune a piantare 300 nuovi alberi non basta a placare le critiche. «Non si tratta di quanti alberi si piantano, ma di quanto riusciamo a preservare ciò che c’è già. La distruzione di corridoi ecologici non si rimedia con qualche giovane pianta», ribadiscono.
Il comitato Salviamo il Meisino e le associazioni non si arrendono. Dopo mesi di diffide, istanze, tavoli tecnici e interlocuzioni con ISPRA e il Ministero, continuano a portare avanti la loro battaglia per un parco che appartiene alla città, ma soprattutto alla natura. «Gli animali non conoscono le scadenze dei cantieri né le tempistiche dei progetti. Noi dobbiamo rispettare i loro ritmi e le loro peculiarità. Torniamo a regalare alla natura i suoi legittimi spazi», esortano con fermezza.
Ora, la decisione è nelle mani del tribunale. Le associazioni attendono fiduciose, ma con la consapevolezza che il tempo stringe. «La città di Torino ha ancora l’occasione di dare l’esempio, mostrando che è possibile conciliare lo sviluppo con la tutela dell’ambiente. Questo non è solo un tema locale: è un messaggio universale, per tutte le città che cercano di bilanciare le esigenze umane con il rispetto per il pianeta».
La posta in gioco non è solo il futuro del Meisino: è il futuro di una visione che mette al centro la natura e la vita.
l Parco del Meisino, situato nella zona nord-est di Torino, è una delle aree verdi più estese della città, coprendo circa 45 ettari. Delimitato a ovest dal fiume Po e a est dalle prime pendici collinari, il parco offre un ambiente naturale variegato, comprendente zone umide, boschi ripariali e aree prative.
All’interno del parco si trova l’ex galoppatoio militare, un tempo utilizzato come poligono di tiro dall’Esercito, oggi ricoperto da una fitta vegetazione che funge da rifugio per numerose specie di avifauna.
Il parco è attraversato da percorsi pedonali e ciclabili, rendendolo un luogo ideale per attività all’aperto come passeggiate, jogging e birdwatching. Inoltre, sono presenti strutture sportive, tra cui campi da calcio e un percorso ginnico.
Una caratteristica distintiva del Parco del Meisino è la presenza dell’Isolone di Bertolla, un’area naturale protetta situata sulla sponda opposta del Po. L’isolone ospita una garzaia di aironi cenerini, rappresentando un unicum come garzaia urbana in Italia.
Dal punto di vista storico, l’area del Meisino era utilizzata come galoppatoio militare e poligono di tiro dell’Esercito. Negli anni Ottanta, è stata convertita in parco pubblico, diventando un importante spazio verde per la comunità torinese.
Il Parco del Meisino rappresenta un esempio significativo di coesistenza tra ambiente naturale e urbano, offrendo un rifugio per la fauna selvatica e un luogo di svago e relax per i cittadini. La sua tutela e valorizzazione sono fondamentali per preservare la biodiversità e garantire un equilibrio ecologico all’interno del contesto metropolitano.
Per chi desidera esplorare il parco, sono disponibili percorsi che collegano il Meisino ad altre aree verdi lungo il Po, offrendo l’opportunità di immergersi nella natura senza allontanarsi dalla città.
Inoltre, il parco ospita orti urbani, promuovendo l’agricoltura sostenibile e l’inclusione sociale.
Recentemente, sono stati avviati progetti per la riqualificazione dell’ex galoppatoio, con l’obiettivo di creare una cittadella dello sport e dell’educazione ambientale.
Il Parco del Meisino è facilmente accessibile e rappresenta una meta ideale per famiglie, sportivi e amanti della natura, offrendo un’oasi di tranquillità nel cuore di Torino.
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