Il gestore restituisce al Comune le strutture del comprensorio dell’Aspromonte: «L’Amministrazione sapeva che avremmo chiuso». Il sindaco Malara: «Al lavoro per ripartire, ma servirà tempo». Albergatori disperati e turisti delusi
Quasi mezzo metro di neve caduto nella notte della vigilia, il capodanno in piazza in diretta Rai (con conseguente pienone nelle strutture ricettive) nella vicinissima Reggio, persino una strada finalmente funzionale che collega lo Stretto al cuore della montagna, inaugurata nei giorni scorsi dopo 40 anni di lavori incompiuti. Sembrava esserci tutto per il definitivo rilancio di Gambarie d’Aspromonte e invece, come una beffa, proprio nei giorni della massima affluenza prevista, è arrivata la notizia che in tanti tra gli addetti ai lavori temevano ma che tutti speravano di poter evitare: gli impianti di risalita, almeno per l’immediato futuro, non riapriranno.
La Asproservice, la cooperativa fondata da imprenditori locali che da una decina d’anni ha in gestione gli impianti per raggiungere le piste e che ha chiuso il 2023 con un fatturato di poco più di 200 mila euro, ha alzato bandiera bianca, riconsegnando la gestione delle attrezzature al Comune di Santo Stefano. E ora, con la stagione invernale che entra nel vivo, il gioiello turistico d’Aspromonte si trova “monco” di una delle sue maggiori attrattive. Una decisione arrivata dopo mesi di mugugni e esplosa tra le mani di albergatori e operatori turistici, che si sono ritrovati, nel pieno delle vacanze invernali, con i servizi bloccati e i clienti venuti per sciare, costretti a ripiegare sulle (tante) alternative disponibili.
Cinque piste (una nera, tre rosse, una blu) da cui è possibile sciare guardando allo Stretto, due seggiovie biposto (più una, la più antica, che parte dalla piazza principale del paese portando i turisti fino ai 1600 metri di monte Scirocco, bloccata da tre anni a causa di un devastante incendio e in attesa di essere sostituita), una sciovia, una serie di percorsi utilizzati anche per il fondo: Il comparto turistico (estivo e invernale) pesa, nel piccolo centro reggino, per circa il 50% del Pil e costituisce quasi l’80% delle attività economiche presenti in paese: questo nuovo stop, dopo un inverno come quello del 2023 in cui la neve si vide pochissimo e si riuscì a sciare solo per una settimana scarsa e solo nel mese di marzo, rischia di avere ripercussioni pesanti sugli operatori turistici. Con tanti saluti ai proclami di rilancio del turismo calabrese.
«Siamo mortificati da quanto sta succedendo – dice a LaC News24 Pierluigi Perri, titolare di una scuola di sci e di uno dei cinque alberghi che operano nel comprensorio – i clienti ci chiamano e noi siamo costretti a rispondere picche. Anche in passato c’erano state preoccupazioni sull’apertura degli impianti, ma la situazione era sempre rientrata. Ora invece gli impianti sono chiusi e noi non possiamo fare altro che augurarci che tutto si risolva in fretta. Ma il danno ormai è fatto».
Ci sarebbero problemi economici della Coop alla base della decisione, protocollata in comune il 16 di dicembre, di tirare i remi in barca. È la stessa Asproservice, in una nota, a spiegare che «proprio malgrado e con grande sofferenza, si è trovata costretta a restituire gli impianti al proprietario, il comune di Santo Stefano d’Aspromonte. È documentato inoltre che tale situazione non deriva da una decisione improvvisa ma è stata prospettata e ribadita e dunque era nota al Comune da diversi mesi». Da parte sua, il piccolo centro montano, ha rispedito le accuse al mittente e con una lettera del responsabile dell’area tecnica ha ribadito come «non è accettabile una consegna delle chiavi irrituale tout court senza un contraddittorio e senza la necessaria verifica di tutto quanto a suo tempo consegnato in sede di avvio di gestione e che pertanto si considera la stessa come non avvenuta contestualmente procedendo alle opportune contestazioni anche in merito all’obbligo di custodia degli stessi».
Un muro contro muro che, nonostante i toni perentori delle missive, potrebbe però rientrare: «Lavoriamo in questo senso – dice il sindaco di Santo Stefano, Francesco Malara – per cercare di fare rientrare questa situazione anche con il vecchio gestore, ma non rimaniamo con le mani in mano. Certo ci vorrà tempo». Lo stesso tempo che, per gli operatori invernali che speravano finalmente in una buona stagione sciistica, continua a stringere.
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