Taizé, a Tallinn l’incontro europeo dei giovani

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Migliaia di ragazzi e ragazze nella capitale dell’Estonia per dare vita al 47mo Pellegrinaggio di fiducia sulla Terra che si concluderà il primo gennaio. Fratel Matthew, priore della comunità di Taizé: “Il tema di quest’anno è ‘Sperare oltre ogni speranza’ e la nostra preghiera può essere il segno del desiderio dei giovani di vivere una fraternità in Cristo che conduce alla vera pace”

Federico Piana – Città del Vaticano

Ritrovarsi a Tallinn non è una semplice casualità ma rappresenta un simbolo. Potente. «Quest’anno, in un momento così delicato della storia, ci è sembrato particolarmente importante essere presenti come testimoni di pace nella capitale di una piccola nazione che si trova nell’est dell’Europa e a pochi passi dalla Russia».

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Segno di fraternità

Quando fratel Matthew usa il plurale ha in mente solo una cosa: le migliaia di giovani europei che da oggi partecipano al 47mo Pellegrinaggio di fiducia sulla Terra organizzato dalla comunità di Taizé che si concluderà il prossimo primo gennaio. Certo, ci tiene a puntualizzare con i media vaticani il priore della realtà cristiana monastica ecumenica — oggi composta da un’ottantina di fratelli cattolici, anglicani e protestanti — non «siamo venuti qui per offrire delle facili soluzioni: siamo qui per pregare tutti insieme, tra cristiani. E la preghiera può essere il segno del desiderio dei giovani di vivere una fraternità in Cristo che poi conduce alla vera pace».

Collaborare per l’unità

La dimensione ecumenica della quale è impregnato tutto l’evento — che dal 1978 viene ospitato in località europee sempre diverse — si percepisce anche dall’organizzazione di quest’anno che ha coinvolto totalmente il Consiglio delle Chiese cristiane dell’Estonia: «La Chiesa più grande è quella luterana ma anche quella cattolica e diverse chiese ortodosse e battiste hanno collaborato. Questo coinvolgimento, per noi, è molto importante».

Ecumenismo pratico

Un ecumenismo che è anche pratico perché i giovani, per tutto il periodo dell’evento, sono ospitati nelle diverse comunità cristiane: parrocchie, famiglie, centri religiosi, scuole. «La mattina si inizia sempre con un momento di orazione, con i canti, con l’ascolto della Parola di Dio. Poi non mancano momenti di silenzio ed un tempo congruo di confronto tra i giovani e le persone che li ospitano, per andare fino in fondo alle radici della fraternità».

Preghiera al centro

Le preghiere, ogni giorno, si svolgeranno in tre chiese del centro cittadino: due luterane ed una battista. «Nel pomeriggio sono previsti numerosi laboratori che saranno dedicati a diverse tematiche: dalla cultura all’ambiente, dall’impegno concreto nella società a quello nella fede. La sera si conclude con un’orazione collettiva nello stadio del ghiaccio preparato per l’occasione».

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Il legame col Giubileo

Fratel Matthew, poi, fa notare una coincidenza provvidenziale: il 47mo Pellegrinaggio di fiducia sulla Terra quest’anno è iniziato all’indomani dell’apertura del Giubileo 2025 incentrato sulla speranza: «E sa come ho voluto intitolare la mia lettera che ha dato concretezza al tema centrale del nostro incontro? Sperare al di là di ogni speranza». Il testo è stato redatto con un metodo forse insolito ma efficace: il priore ha ascoltato, direttamente e senza alcuna mediazione, le storie di giovani che vivono in situazioni difficili, talvolta disperate: «Ho raccolto i racconti di coloro i quali vivono in Libano, a Betlemme, in Myanmar. Perché è facile parlare della speranza quando si vive nella tranquillità. Ma per comprendere davvero cosa sia dobbiamo meditare queste testimonianze».

Ascolto per comprendere

Quello che ha ascoltato non esita a paragonarlo ad un miracolo: «È vero. Sono riuscito a capire il ruolo importante che gioca la fede nella vita di questi giovani. E come la fede nella Resurrezione aiuta a rendersi conto che la sofferenza e la morte non avranno l’ultima parola. E poi ciò che mi ha colpito e la loro capacità alla resilienza: nonostante tutto cercano di andare avanti. Per me è una grande sfida».

Cambiamenti d’epoca

Fratel Matthew certamente non può cancellare dalla sua mente il ricordo del primo incontro dei giovani europei che nel 1978 la comunità di Taizé organizzò a Parigi. Ma da allora il mondo non è più lo stesso, come del resto i giovani. «In questi ultimi anni abbiamo cercato di aumentare la collaborazione con le Chiese locali perché questo non è un incontro di Taizé, della nostra comunità, ma è un evento ecumenico. Il programma, infatti, lo costruiamo insieme. Rispetto a trent’anni fa, gli incontri sono diventati più piccoli ma c’è maggiore esperienza nella vita delle Chiese locali».
 



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