Il ceo di SpaceX e Tesla aveva già in passato offerto 1 miliardo per acquisire la celebre enciclopedia online: «Chiamatela ‘Wokepedia’». Dopo il suo post, parte una campagna informale per sostenere con donazioni il sito
Se tra un thread e l’altro nei vari social vi siete imbattuti in uno o più utenti che hanno condiviso lo screenshot di una donazione a Wikimedia Foundation, ovvero l’organizzazione no-profit che gestisce Wikipedia, o che hanno invitato a farlo, il merito quasi certamente è di Elon Musk. O almeno lo è indirettamente. Tutto inizia quando il vulcanico Elon ha esortato i propri follower su X a non elargire donazioni alla fondazione.
Questo perché la no-profit ha stanziato più di 50 milioni di dollari da investire nel programma DEI, ovvero in materia di diversità, equità e inclusione (DEI). Si tratta di un’iniziativa che diverse aziende hanno adottato, per rafforzare le tematiche di inclusione e rappresentative. Altre però, si sono trovate costrette a tornare sui propri passi per via delle pressioni di chi è contrario al programma e per il timore di potenziali ripercussioni sul fatturato.
Nel tweet, Musk ha scimmiottato il nome di Wikipedia con il termine «wokepedia», dove il «woke» vuole schernire il presunto approccio progressista e di giustizia sociale. Il neo-consigliere di Trump rispondeva a un tweet di un account di destra che mostrava con un grafico come il 29% del budget di 177 milioni di dollari di Wikipedia per il 2023-24 era destinato a «equità» e «sicurezza e inclusione».
La provocazione del magnate è stata quella di suggerire uno stop delle donazioni, almeno finché «non verrà ristabilito l’equilibrio nell’autorità editoriale».
Non è la prima volta che il patron di Tesla si scaglia contro la no-profit. Già lo scorso ottobre aveva insinuato in un tweet che le persone dovrebbero smettere di donare perché WIkimedia Foundation è «controllata dall’estrema sinistra». Ma non si era fermato qui. Lo stesso Musk aveva proposto di donare 1 miliardo di dollari se Wikipedia avesse cambiato nome in Dickipedia, dove per dick si intende volgarmente l’apparato genitale maschile. Ora, rispondendo a un altro utente, ha detto che «l’offerta è ancora valida».
La reazione all’attacco di Musk è stata ampia: la sua «creatura» X ma anche le altre piazze telematiche concorrenti, da Threads all’emergente BlueSky, si sono riempite di post che invitavano a donare a Wikipedia, per mantenerla libera e indipendente dalle mire di miliardari come il patron di Tesla. Non ci sono numeri ufficiali (qualcuno ipotizza un +450%) ma è probabile che i versamenti a Wikimedia Foundation siano aumentati rispetto a un anno fa, proprio grazie a Musk.
Ma Wikipedia è davvero schierata?
Benché la fondazione che gestisce Wikipedia si sia sempre professata neutrale, va ricordato che parliamo di un’entità collaborativa e dunque che chiunque intervenga nelle pagine può essere soggetto a pregiudizi e bias cognitivi. Wikipedia dispone anche di una pagina a riguardo, nella versione inglese, chiamata Pregiudizi ideologici su Wikipedia. Nella pagina si legge che «gli articoli di Wikipedia modificati da un gran numero di editor con visioni ideologiche opposte sono almeno neutrali quanto altre fonti simili, ma gli articoli con volumi di modifica più piccoli da parte di un numero inferiore di collaboratori, o più omogenei dal punto di vista ideologico, hanno maggiori probabilità di riflettere un pregiudizio editoriale. Molteplici studi hanno rilevato un pregiudizio di sinistra su Wikipedia sia nel contenuto degli articoli che nelle sanzioni degli editor». Va ricordato che ogni pagina di Wikipedia contiene una cronologia delle modifiche, per ognuna delle quali è presente la discussione tra utenti che ha portato a quell’intervento. La trasparenza è un punto di partenza fondamentale del lavoro collaborativo, ma non risolve tutte le controversie, che non mancano e che sono molte e accese (la più recente ha riguardato il tema dell’antisemitismo).
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