Il no della questura a fascisti e antifascisti: «State lontani da piazza Vittoria»

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Accolto l’allarme di partiti di sinistra e sindacati: vietato l’aperitivo tricolore E gli «identitari» si spostano in via Benedetto Croce

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 Non ci sarà alcun aperitivo fascista e neppure alcuna manifestazione antifascista in piazza della Vittoria. La questura ha detto di no. Il divieto è stato deciso ieri, dopo che le parti erano state convocate dal questore Eugenio Rodolfo Spina. Il rischio era che stavolta si verificasse una contrapposizione violenta, quella che non c’era stata il 13 dicembre quando le sigle fasciste o identitarie, come amano definirsi, unite nel coordinamento Difendi Brescia, avevano sfilato per le vie della città. Una parata nera e razzista che si era conclusa in stazione, ma alla quale non si era contrapposta una contromanifestazione di segno politico opposto. La manifestazione antifascista c’è stata, ma giorni dopo, in Largo Formentone e piazza della Loggia, caratterizzata da una grande partecipazione, e promossa da oltre cento sigle tra cui i partiti del centrosinistra, i sindacati, e con la presenza della sindaca. Ma appunto è successo a distanza di qualche giorno.

Altro poteva essere invece l’esito della nuova convocazione che l’area fascista ha fatto nella piazza piacentiniana per stasera. Un appuntamento denominato «aperitivo tricolore», una cosa dall’entità indefinibile quanto a partecipazione e spessore, ma da considerarsi una miccia potenziale gettata in un pagliaio, visti i precedenti e il clima: la parata e la grande risposta della cittadinanza. Ed ancora: viste le svastiche apparse in centro, opera – hanno accertato gli investigatori – di due giovani, un italiano e un pachistano, che hanno negato intenzioni politiche e hanno detto di aver agito sotto l’effetto dell’alcol. Ma questo cambia poco, come detto più volte, le svastiche non avrebbero suscitato le preoccupazione e l’indignazione che hanno suscitato senza la parata di Santa Lucia, vero atto politico di movimenti che in questi ultimi tempi mostrano i muscoli. Atto che il centrodestra di Governo non ha condannato, preferendo cogliere l’occasione per attaccare l’amministrazione Castelletti e quando invece lo ha fatto difronte alle svastiche, Fratelli d’Italia non ha resistito a non invocare anche una condanna del comunismo.

Cambi di rotta

Il divieto sancito dalla Questura e che è stato oggetto anche dell’incontro del Comitato sicurezza e ordine pubblico in Prefettura, non ha tuttavia scoraggiato i militanti neofascisti, i quali hanno spostato l’appuntamento presso una delle loro sedi in via Benedetto Croce. Un ritrovo più intimo, e privo della portata provocatoria che aveva la location nella grande piazza razionalista. Dove peraltro si era verificato già lo scorso marzo un episodio che rischiava di ripetersi stasera. Anche in quel caso un evento organizzato in un bar dalla associazione «Brescia ai bresciani» – tra le promotrici sia della marcia di Santa Lucia sia dell’aperitivo di oggi – aveva portato in zona dei militanti del mondo antagonista. Si sfiorò il contatto tra le due fazioni, che venne evitato dalla presenza delle forze dell’ordine. Una portata provocatoria che comincia dalla stessa locandina di convocazione, locandina che richiama lo striscione esposto in via Corsica nei giorni successivi alla parata di Santa Lucia. E che indicando Brescia come «città medaglia d’oro del pirlo», lascia intendere un significato di dileggio per la medaglia, in realtà d’argento, guadagnata per la lotta di Liberazione.

Se il no della questura – e la presenza delle forze dell’ordine – dovrebbe garantire al centro di Brescia un sabato pomeriggio tranquillo, nulla tuttavia può essere escluso completamente. L’Anpi e la Cgil, tra le decine di realtà che avevano chiesto che l’aperitivo tricolore fosse vietato, in un comunicato sottolineano la sopravvenuta inutilità della contromanifestazione antifascista: «Alla luce delle decisioni prese dalla Questura e cioè che entrambe le manifestazioni previste in piazza Vittoria non sono autorizzate, Anpi provinciale e Cgil ritengono che la mobilitazione seria e civile di centinaia di singoli associazioni e partiti abbia conseguito l’obiettivo che si prefiggeva di raggiungere con l’appello inviato alle istituzioni.

Questore e prefetto hanno accolto la richiesta di coloro i quali hanno presidiato piazza Loggia nella bellissima e partecipatissima manifestazione del 20 dicembre. Pertanto invitiamo tutti i compagni e le compagne a non partecipare oggi ad alcun presidio che a questo punto non avrebbe nessun senso se non dare ulteriore visibilità ai fascisti».





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