Carmen Russo: «Paolo Villaggio fu il primo a credere in me. I reality sono la tv di oggi e io mi adeguo»

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I suoi balletti, i suoi abiti di scena succinti, i suoi wow sono storia della tv. Carmen Russo è uno dei simboli di quella televisione che tra fine anni’70 e primi anni ’80 aveva cambiato pelle. Il suo è uno dei nomi che ha permesso a Berlusconi di lanciare la sfida alla Rai e di vincerla. E anche nella tv di oggi, meno balletti e lustrini e più parole e opinioni, Carmen Russo ha un ruolo da protagonista.

Ballerina, showgirl, attrice: da bambina cosa sognava?

«Sognavo di essere su un palcoscenico. Mia mamma era cassiera al cinema e con mio papà andavamo a prenderla verso le 11 di sera. Mentre lei faceva i conti io mi intrufolavo nella sala e vedevo sempre gli ultimi 10 minuti del film. Volevo entrare dentro lo schermo. Anche se poi ho iniziato giovanissima dai concorsi di bellezza, perché – me lo consenta – avevo un fisico mozzafiato…».

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Dalla passerella dei concorsi al cinema il passo è breve.

«Avevo 15 anni. Venne a Genova Paolo Villaggio per un episodio del film di Sergio Corbucci, “Di che segno sei?”. Villaggio si immedesimava in una serie di donne. La mia era una piccola scena: scendevo da una scalinata con una gonnellina bianca e i ragazzi che giocavano a pallone mi facevano i complimenti. Villaggio capì che ero determinata, avevo buona volontà e mi disse: “Quando finisce la scuola, vieni a Roma dal mio agente”. Così ho fatto e tutto è iniziato».

Ha girato tanti film che forse non hanno fatto la storia del cinema ma ha lavorato pure con Fellini. Com’era il Maestro?

«Un incontro fantastico. Mi vide ai provini e decise di inserirmi nella “Città delle donne”. Ho avuto la fortuna di stare per un mese sul set. Eravamo cento donne che ogni giorno assistevamo alle riprese con Mastroianni. Stare in quel contesto è stata una grande scuola. Poi nel film appaio forse per 10 secondi, ma avrei dovuto pagare io per fare quella esperienza».

Il suo esordio in tv?

«Ai tempi facevo qualsiasi provino. Feci anche la valletta vestita da coniglietta. E poi gli sketch con Sandra e Raimondo, la giornalista in uno show Rai con il grande Tino Scotti. Il mio esordio però avvenne ad Antennatre, poi passai a Telemilano, la Canale 5 degli albori».

Nello stesso periodo incontra Enzo Paolo Turchi.

«In quegli anni ero entrata al Bagaglino con Oreste Lionello, dove lanciai il personaggio della maggiorata: fino ad allora le protagoniste femminili erano Gabriella Ferri, Laura Troschel. Dovevo fare un tour estivo con 10 ballerini, mi serviva un coreografo e contattai Enzo Paolo. Lo convinsi e quello show fu un successo pazzesco. Fu dopo allora che mi chiamò Antonio Ricci per “Drive in”. Insomma, quello show fu decisivo per tutto».

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In quegli anni attrici e cantanti cedono alla corte di Playboy e Playmen. Si è mai pentita per quelle copertine?

«Assolutamente no. All’epoca erano delle startup obbligate: Pingitore mi chiamò al Bagaglino grazie a quelle copertine. E poi non è che fossero chissà che. Senza contare che quando nel 1982 feci un servizio vestita, o quasi, da calciatrice Playmen vendette quasi 500mila copie».

Drive in fu il grande successo tv. Com’era il set dello show?

«Io ero sempre puntuale, sapevo il copione a memoria. Era così che si lavorava. Ma all’interno c’erano spirito goliardico e allegria grazie a D’Angelo, Greggio o al mio caro Beruschi. Loro erano così anche nella vita».

All’epoca è la stella del sabato di Canale 5, poi va in Rai. Ha mai avuto ripensamenti?

«In quegli anni feci tanti show, tutti di successo: Risatissima con Banfi, Boldi, la Fenech e la Bertè, Grand hotel con Gigi e Andrea, Un fantastico tragico venerdì con Villaggio. Il top, insomma. Poi ci fu un cambiamento artistico: a Canale 5 arrivò Pippo Baudo con tutto il suo gruppo di lavoro, compresa Lorella Cuccarini, e così accettai la proposta della Rai. E non mi sono pentita, anche perché poco dopo avrei fatto Domenica in».

Nei primi anni Novanta diventa una star della tv spagnola: eravate lei e la Carrà.

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«C’era questo show, “Vip noche”, in cui il conduttore veniva affiancato ogni mese da una donna diversa. Io rimasi per sei mesi. Da lì condussi la Buona domenica stile Cuccarini-Columbro e fu un successo. In Spagna non esisteva la figura della showgirl, c’era la Carrà ma lei era una star interazionale, e io riuscii a ritagliarmi il mio spazio».

Nel 2006 è nella prima edizione dell’Isola dei famosi. Ai tempi non erano molti i vip che avrebbero accettato…

«Sono una persona che ama le sfide, ama mettersi in gioco. La conduzione di Simona Ventura era una garanzia e mi sono buttata. È andata bene, sono uscita all’ultima puntata».

Ha fatto e vinto Isole, grandi fratelli in Italia e Spagna. Cosa le piace dei reality?

«È la tv di oggi. Uno deve essere sempre attuale. E sono esperienze. Io sono stata fortunata. Ho fatto tre isole una diversa dall’altra, il Grande fratello con un grande cast. E poi io non ho timore di mostrarmi al pubblico come persona».

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«Dovetti dire no a uno show in Sudamerica per un precedente impegno con Rai 1. Chissà cosa sarebbe potuto succedere…».

Con Enzo Paolo Turchi siete una delle coppie più longeve dello spettacolo: ormai è abituata all’attenzione del gossip?

«Non è una questione di abitudine. Sono felice che mi chiedano della mia vita, vuole dire che incuriosisco. Anche questa intervista con lei è un punto di successo. E poi non sono mai stata vittima di gossip. Ho vissuto una vita bella, non ne ho mai fatto mistero, perché dovrei avere timore di dirlo?».

Se sua figlia Maria seguisse le orme della mamma?

«Come una farmacista lo vorrebbe per la figlia, perché io non dovrei? Anche se i genitori non sono molto obiettivi, noi lo siamo e posso garantirle che Maria ha una naturalezza che potrebbe fare bene nello spettacolo».

Cosa si augura per il 2025?

«Di realizzare un po’ di progetti che ho in cantiere. Mi auguro che Maria, che a febbraio compie 12 anni, possa affrontare bene una fase delicata qual è l’adolescenza. E poi, sarà una cosa un po’ scontata, ma vorrei che finisse la crudeltà delle guerre. E aggiungo: ho un bellissimo ricordo di una tournèe in Sardegna negli anni Novanta. Se vogliamo riorganizzarla io sono pronta».

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