Questione territoriale, la Campania confida nel riordino (e chiede più controlli)

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Alla fine di novembre l’Anci – Associazione nazionale comuni italiani ha rinnovato i suoi vertici, eleggendo come suo nuovo presidente Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, e un nuovo Ufficio di presidenza e i vice presidenti nazionali.

Fra questi ultimi spicca la riconferma di Ciro Buonajuto, primo cittadino di Ercolano, delegato a Legalità, gestione beni confiscati e giustizia, più volte intervenuto in materia di gioco pubblico.

Abbiamo quindi colto la palla al balzo per conoscere le sue posizioni in materia di contrasto alla ludopatia e riordino del settore, approfittandone per tracciare un nuovo focus sulla Campania la cui legge regionale in materia è da molti considerata un punto di riferimento anche a livello nazionale, ponendo qualche domanda anche a Emilio Di Marzio, vicepresidente dell’Osservatorio sul Disturbo da gioco d’azzardo della Regione, e a Massimo Cilenti, consigliere comunale di Napoli per il gruppo di De Luca Presidente e presidente della commissione Politiche sociali, anche lui più volte in prima linea su queste tematiche.

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Ecco la prima parte del nostro speciale, pubblicato sulla rivista di dicembre (consultabile integralmente online a questo link), con le parole di Buonajuto e Cilenti.

 

BUONAJUTO (ANCI): “RIDURRE L’OFFERTA DI GIOCO” – Cominciamo quindi da Buonajuto e dal suo impegno per l’Anci. “La riconferma per me è molto importante, è un grande privilegio. Riuscire a essere vicepresidente di un profilo come il presidente Manfredi è sicuramente motivo di orgoglio e soprattutto è importante per me riuscire a confrontarmi con gli altri amministratori di tutta Italia, – un Paese straordinario, in cui ci sono tante differenze tra le diverse realtà del Sud e del Nord – e quindi avere l’opportunità di trarne un grande arricchimento. 

La delega della legalità, alla gestione dei beni confiscati, della giustizia sono importanti soprattutto per un sindaco del Mezzogiorno, in cui è necessario che la cultura della legalità sia diffusa soprattutto tra i giovani.

Dobbiamo insegnare ai giovani che il rispetto delle regole rappresenta la via maestra per raggiungere risultati nella vita, e che la furbizia non conta quanto l’intelligenza, quanto lo studio, e che come aggirare una norma può dare un vantaggio nel breve tempo ma alla lunga si dimostra sempre la strada sbagliata. 

Questo è un problema culturale che noi nel Mezzogiorno dobbiamo affrontare e io come vicepresidente dell’Anci e sindaco di Ercolano cerco di farlo tutti i giorni nelle scuole parlando con i più giovani.”

Quanto al gioco patologico, per Buonajuto si tratta di un problema diffuso “soprattutto tra le fasce sociali più deboli, che soffrono varie difficoltà e la disoccupazione e a volte poi ripiegano sul gioco.

La ludopatia è una vera e propria patologia che va curata. Se noi la affrontiamo come tale forse riusciamo a curarla; se invece ci giriamo dall’altra parte ci troveremo con un problema diffuso.

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Quindi credo sia giusto applicare distanziometri e limiti orari. Io ad Ercolano li ho adottati con ottimi risultati”.

Il consiglio comunale di Ercolano ai primi del 2019, quindi prima dell’entrata in vigore della legge regionale della Campania, risalente al 2020, ha approvato un regolamento ad hoc stabilendo una distanza delle attività di gioco di almeno 500 metri da luoghi di aggregazione, scuole, parrocchie, centri sportivi, uffici pubblici e siti di interesse culturale.

ll problema, lo ribadisco, però per me è culturale: dobbiamo insegnare ai giovani che il vero ascensore sociale non è il gioco d’azzardo, ma lo studio.

Per guadagnare bene e avere una vita agiata è necessario studiare e impegnarsi. Questo è un problema culturale che nel Mezzogiorno, ma anche nel nord del Paese, e va affrontato.”

Quanto al riordino nazionale del gioco fisico, attualmente al centro del confronto fra i rappresentanti del ministero dell’Economia e delle finanze e delle Regioni, il vicepresidente di Anci si dice favorevole a un “ridimensionamento dell’offerta”. Evidenziando, dal suo punto di vista, come sia forse più facile controllare il gioco terrestre, e anche la spesa, rispetto a quello online.

Invece, riguardo all’idea di far partecipare gli enti territoriali agli utili derivanti dal gioco, come approvato dalla Conferenza unificata a gennaio, per organizzare campagne di informazione e prevenzione del gioco patologico, Buonajuto pensa che sia opportuno “combattere il gioco e non ragionare su come gestirne i proventi. 

Io personalmente non sono favorevole, ma non perché non sia favorevole a garantire maggiori risorse ai Comuni; non sono favorevole perché credo che il gioco vada ridimensionato e arginato”.

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CILENTI (COMUNE NAPOLI) : “OPERATORI DECISIVI NELLA PROMOZIONE DEL CONFRONTO E DELLE INIZIATIVE” – Al presidente della commissione Politiche sociali del Comune di Napoli, Massimo Cilenti, chiediamo in primis aggiornamenti sull’attuazione a livello “locale” delle disposizioni previste dalla legge regionale sul gioco. “La mia esperienza diretta è quella di consigliere comunale e non della parte esecutiva: le posso assicurare che la situazione non ha avuto alcuna evoluzione per quanto riguarda l’applicazione della legge regionale; ad esempio la verifica costante dei luoghi sensibili e del rispetto delle distanze. È tutto rimesso al buon senso degli operatori economici che naturalmente cercano nei limiti del possibile di rispettare e far rispettare le regole. Dico nei limiti del possibile perché evidentemente chiedono ai loro esercenti di far applicare le regole.

Naturalmente ci dovrebbe essere anche una sorta di controllo che ad oggi l’amministrazione comunale, anche per una mancanza atavica di personale della polizia municipale, ma di personale in genere, non riesce ad assicurare, anche per altre attività.”

Il quadro non cambia molto se si sposta lo sguardo sulle iniziative messe in campo dal Comune di Napoli negli ultimi due anni in materia di gioco e contrasto al gioco patologico, di confronto con gli operatori del settore e simili.

Nonostante io abbia sollecitato, soprattutto all’inizio della consiliatura, iniziative tese soprattutto a informare i giovanissimi sul gioco e soprattutto sull’utilizzo distorto del gioco, non sono state realizzate iniziative da parte dell’amministrazione comunale. È evidente che dovrò ancora una volta sollecitare, ma io posso stimolare il dibattito e soprattutto l’impegno della parte esecutiva che è la Giunta; naturalmente poi sta alle deleghe realizzare quanto previsto per legge, quanto prevedono le regole di buonsenso e soprattutto gli stimoli che vengono dalla Commissione.

Aggiungo che sono più gli operatori a stimolare il dibattito, anche con la cittadinanza. Al momento non vedo attività che partano direttamente su questo tema, se non dalle scuole, che sono particolarmente sensibili a riguardo, ma non ci sono vere e proprie iniziative messe in campo dall’amministrazione comunale.

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Sarà mia cura continuare nell’attività di stimolo e nel caso avviare delle iniziative vere e proprie utilizzando le capacità propositive dell’associazione stessa (l’Agsi – Associazione gestori scommesse Italia, che ai primi di dicembre ha organizzato un nuovo convegno sul gioco e la tutela del gestore proprio a Napoli, Ndr) che spesso ci stimola su questi temi, a portarli nelle scuole e a stimolare con gli stessi operatori un dibattito concreto al loro interno, tenendo conto soprattutto che forse bisogna partire dai ragazzi di 12-13 anni per avviarli a un approccio consapevole al gioco.”

 







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