Chi deve fare l’Isee?

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Contributi e agevolazioni

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Chi deve fare l’Isee? L’Isee non è una certificazione obbligatoria per tutti anche se si tratta di un valore indispensabile per chi gode di alcune agevolazioni statali. Ci sono persone, quindi, che devono rinnovare la Dsu ogni anno per continuare a ricevere sussidi (come ad esempio l’Assegno di inclusione), importi maggiorati (è il caso dell’Assegno unico) è altre agevolazioni previste dallo Stato per nuclei in condizione di disagio economico.

L’Isee che attualmente è in corso di validità scade il 31 dicembre 2024: in qualsiasi momento dell’anno si richiede, infatti, la certificazione vale solo fino alla fine dell’anno e se si vuole continuare a beneficiare delle prestazioni a cui ha permesso l’accesso va rinnovata l’anno successivo. Moltissimi nuclei familiari, quindi, saranno chiamati al rinnovo dell’indicatore della situazione economica equivalente con l’inizio del nuovo anno.

L’Isee è lo strumento attraverso il quale si ottiene una fotografia dello stato economico della famiglia e prende in considerazione tutte le ricchezze di ogni componente del nucleo. Non si tratta di una somma numerica di patrimoni, proprietà e redditi, ma è il risultato di un intreccio di variabili, come ad esempio il numero di componenti del nucleo, la presenza di disabili o di minori. Anche se hanno lo stesso livello di ricchezza reddituale e patrimoniale, due diversi nuclei familiari possono avere un indicatore economico differente.

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Ed è proprio in questo che l’ISEE si differenzia dalla dichiarazione dei redditi: mentre quest’ultima tiene conto solo del reddito prodotto da un componente del nucleo familiare, l’ISEE tiene in considerazione il reddito prodotto da tutti i componenti. E poi lo suddivide, con una scala di equivalenza, per tutti i componenti, anche quelli che reddito non ne producono.

Non è obbligatoria per tutti la certificazione, ma diventa necessaria per richiedere alcune prestazioni economiche. Chi richiede l’Isee, infatti, lo fa per poter accedere alle prestazioni sociali o ai servizi di pubblica utilità.

Solo per chi percepisce determinate prestazioni, dunque, richiedere l’Isee – che deve essere aggiornato all’anno corrente – è obbligatorio per continuare a fruire della prestazione di cui gode. A tal proposito, vediamo quali sono i casi in cui l’Isee è obbligatorio e quando, invece, è solamente consigliato.

Quando è obbligatorio l’Isee?

È dal 1998 che per la richiesta di godimento di alcune prestazioni sociali o sociosanitarie viene richiesto l’Isee, per il quale è necessaria la presentazione della dichiarazione sostitutiva unica che contiene le informazioni anagrafiche, economiche e patrimoniali di ogni componente del nucleo familiare.

Per quanto riguarda l’obbligatorietà dell’Isee bisogna distinguere tra quando questo è necessario per richiedere un’agevolazione – ad esempio un prezzo ridotto per l’accesso a determinati servizi – e quando invece è richiesto per l’accesso a delle vere e proprie prestazioni.

Della prima categoria fanno parte, ad esempio, le seguenti prestazioni per le quali è obbligatorio avere un Isee in corso di validità:

  • esenzione del ticket sanitario (per reddito);
  • ricovero in alcuni centri di assistenza sanitaria, case di cura e ospedali (laddove richiesto);
  • per godere di un costo d’iscrizione all’Università più basso (per questo serve l’Isee universitario);
  • per l’esenzione, o lo sconto, per la mensa scolastica;
  • per il bonus luce, gas e acqua;
  • per avere diritto a un aiuto domestico (nel caso di persone disabili o non autosufficienti).

Esistono, quindi, delle prestazioni che per coloro che hanno un Isee basso sono gratuite e comunque a un costo parametrato in base alla situazione economica del nucleo familiare. Ci sono, poi, una serie di prestazioni economiche per le quali è richiesto l’Isee aggiornato all’anno corrente, quali:

  • Assegno di inclusione, misura che parte dal 2024 e per la quale il valore dell’indicatore non deve essere superiore ai 9.360€;
  • bonus asilo nido: in questo caso si ha diritto alla prestazione anche qualora l’Isee sia molto alto. Tuttavia, l’indicatore si utilizza per determinare la soglia massima del rimborso che si può ottenere, in quanto questo è pari a 3.000€ per gli Isee inferiori a 25.000€, a 2.500€ tra i 25.000 e i 40.000€ e di 1.500 per gli indicatori che superano soglia 40.000€;
  • assegno unico per i figli a carico, beneficio che in presenza di Isee basso spetta in misura massima e che con Isee molto alto o in assenza di dichiarazione spetta nella sua forma base.

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Serve l’Isee per l’assegno unico?

L’assegno unico per i figli a carico, il quale da luglio 2021 è stato riconosciuto esclusivamente a quelle famiglie che non percepivano gli assegni familiari (per i quali invece l’Isee non è necessario), quindi disoccupati, incapienti e autonomi. Dal marzo 2022, invece, l’assegno unico è andato a sostituire l’assegno al nucleo familiare inglobando anche le detrazioni in busta paga per figli a carico, il Bonus Bebè e altre prestazioni a sostegno della genitorialità.

Per l’assegno unico l’ISEE non è propriamente necessario. Anche chi non ha una DSU aggiornata, infatti, percepisce il beneficio, ma solo con un importo base, ovvero quello spettante ai nuclei familiari con ISEE superiore ai 45.575 euro euro, che per il 2024 è pari a 57 euro mensili per ogni figlio. Per tutti coloro che hanno un indicatore ISEE inferiore a 45.575 euro euro è consigliato avere sempre un ISEE aggiornato visto che gli importi spettanti potrebbero essere molto più alti.

Per chi ha un valore ISEE fino a 17.090 euro, infatti, nel 2024 spettano 199,40 euro al mese per ogni figlio. L’importo va a scalare al crescere del valore dell’ISEE fino a raggiungere i 57 euro per chi ha un valore che supera i 45.575 euro (o per chi non ha una DSU in corso di validità).

Per il rinnovo dell’ISEE per l’assegno unico, in ogni caso, c’è tempo fino al 28 febbraio 2025. Per gli importi di gennaio e febbraio, infatti, l’INPS si baserà ancora sui valori 2024. Per chi non rinnoverà la DSU entro la fine di febbraio da marzo l’importo erogato sarà soltanto quello base. Ma si avrà tempo fino al 30 giugno per il rinnovo e per poter avere diritto anche agli arretrati da marzo in poi. Per chi rinnova la DSU dopo il 30 giugno, invece, l’importo pieno spettante sarà erogato solo a partire dal mese successivo a quello di rinnovo, senza diritto agli arretrati.

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L’Isee va aggiornato ogni anno

Dal momento che per molte prestazioni è richiesto l’Isee, è anche necessario aggiornarlo in tutti quei casi in cui tra un anno e l’altro si sta ancora beneficiando della stessa misura che lo richiede. L’Isee, infatti, ha validità fino al 31 dicembre di ogni anno; dal 1° gennaio, quindi, è necessario aggiornarlo se non si vuole che la prestazione venga sospesa.

Si pensi, ad esempio, all’Assegno di Inclusione: senza l’aggiornamento dell’Isee si ha la sospensione dei pagamenti.

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Quali sono i diversi tipi di Isee?

L’Isee varia in base alla prestazione che si deve richiedere. Oltre l’Isee ordinario, quindi, esistono altre tipologie di Isee che possono prendere in considerazione calcoli differenti in base alle prestazioni a cui permettono l’accesso.

I diversi tipi di Isee, oltre quello standard, sono:

  • Isee Università che permette di accedere alle agevolazioni per il diritto allo studio universitario;
  • Isee sociosanitario che permette di accedere a prestazioni sociosanitarie, come ad esempio l’assistenza domiciliare per le persone non autosufficienti o disabili;
  • Isee sociosanitario-Residenze che serve per accedere a residenze protette o per i ricoveri presso residenze socio assistenziali;
  • Isee minorenni che serve per ricevere prestazioni rivolte a chi non ha compiuto i 18 anni e si utilizza solo nel caso di figli di genitori non sposati e non conviventi (in caso di genitori sposati o conviventi e per quelli separati o divorziati, invece, per accedere alle stesse prestazioni è sufficiente l’Isee ordinario).



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