Il Consiglio di Stato di Argovia vuole addirittura proporre all’assemblea generale dell’Axpo una modifica dello statuto, in modo che la remunerazione della direzione del gruppo non venga più fissata dal consiglio d’amministrazione, ma dall’assemblea generale, ossia direttamente dai Cantoni proprietari.
L’indignazione per l’aumento di stipendio del CEO Christoph Brand e dei suoi colleghi è tanto più grande in quanto il loro contributo ai recenti successi commerciali è controverso. Il settore energetico, dominato dallo Stato, è accusato di aver realizzato profitti record grazie ai prezzi eccessivamente alti dell’elettricità.
L’esempio di Swissgrid dimostra che queste critiche sono tutt’altro che inverosimili. La società nazionale incaricata della gestione della rete è responsabile della sicurezza e dell’ampliamento della rete ad alta tensione lunga 6’700 chilometri in Svizzera e per ciò dispone di un monopolio garantito dallo Stato che le consente di riscuotere tasse per l’utilizzo della rete. Ma grazie a questa posizione monopolistica Swissgrid realizza anno dopo anno profitti milionari. Dal 2014 si tratta di un totale di 788 milioni di franchi.
Solo una parte di questa somma è stata reinvestita. 319 milioni sono stati pagati agli azionisti sotto forma di dividendi. Axpo e BKW, che possiedono più di due terzi di Swissgrid, hanno ricevuto da sole circa 200 milioni di franchi.
Hanno così potuto gonfiare i loro profitti, di cui hanno beneficiato gli azionisti (in parte privati) e i membri del management di entrambe le società. Il primo sotto forma di dividendi, il secondo sotto forma di stipendi legati ai risultati.
Swissgrid giustifica tutto ciò con il fatto che Axpo, BKW e altri hanno dovuto cedere dal 2013 “la proprietà e la responsabilità” della rete di trasmissione elettrica in Svizzera. In cambio i gruppi elettrici avrebbero ricevuto azioni Swissgrid per un valore equivalente al patrimonio conferito. “Da allora l’utile regolamentato della rete di trasmissione non va più agli azionisti, ma a Swissgrid”, spiega un portavoce dell’azienda.
Il gestore della rete non si ritiene responsabile dell’ammontare di questi profitti: “Il nostro modello di business, e quindi il nostro profitto, è completamente regolamentato e quindi imposto dal legislatore”.
La legge, attualmente, tuttavia non prevede alcuna restrizione sull’importo dei dividendi pagati agli azionisti. A decidere è l’assemblea generale di Swissgrid – quindi Axpo e FMB in qualità di azionisti principali.
Axpo sottolinea che è “interamente di proprietà pubblica”. “Il finanziatore è il settore pubblico, che in ultima analisi beneficia anche dei dividendi di Swissgrid”, spiega un portavoce. Quanto al gruppo FMB, posseduto al 48% da privati, passa la patata bollente alla società di rete: “Per quanto riguarda la politica dei dividendi ci rivolgiamo direttamente a Swissgrid, perché la responsabilità operativa e la strategia finanziaria sono determinate dai suoi organi” spiega un portavoce al Blick.
Soprattutto i cantoni Argovia, Berna e Zurigo, che detengono la stragrande maggioranza di Axpo e FMB, non vogliono avere niente a che fare con i dividendi di Swissgrid. “Non abbiamo alcuna partecipazione in Swissgrid e quindi non abbiamo alcuna influenza sulla sua politica dei dividendi”, dicono.
La Commissione federale dell’energia elettrica Elcom, che vigila su Swissgrid, ha tuttavia riconosciuto la necessità di agire. L’autorità è chiaramente del parere che Axpo, FMB e l’azienda remunerano il loro capitale in modo troppo generoso.
Concretamente, il WACC (Weighted Average Cost of Capital), che determina il tasso con cui viene remunerato il capitale della rete elettrica, è da anni troppo elevato. Nel luglio 2024 l’autorità di vigilanza aveva affermato inequivocabilmente: “Proprio durante la fase di tassi d’interesse persistentemente bassi degli ultimi anni, il limite tecnico inferiore ha portato a un WACC sistematicamente troppo elevato e ad un onere aggiuntivo ingiustificato per i consumatori, o se fornisce agli operatori di rete entrate eccessive o effetti inaspettati”.
Il Consiglio Federale è dello stesso parere e propone pertanto di adeguare la metodologia utilizzata per il calcolo del WACC. I costi di utilizzo della rete per le economie domestiche e le imprese dovrebbero quindi essere ridotti di 127 milioni di franchi all’anno a partire dal 2026. Il governo nazionale vuole così evitare “rendimenti elevati ingiustificati per i creditori”.
Non è noto quando il Consiglio Federale deciderà definitivamente sull’aumento del WACC. Ma gli utili e i dividendi di Swissgrid degli anni precedenti non sono comunque all’ordine del giorno. Non più degli emolumenti finora corrisposti ai membri del management del gruppo Axpo e FMB.
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