“I giovani la nostra filosofia. Interverremo sul mercato”

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Alberto Cavagnis, direttore sportivo dell’Union Clodiense, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoC.com:

Avete chiuso il 2024 con un pareggio importante con il Lecco.

“Sicuramente guardiamo il bicchiere mezzo pieno, possiamo dire di aver iniziato il girone di ritorno meglio di quello di andata, avendo fatto un punto, all’andata a Lecco avevamo perso. Però è un pareggio che ci sta molto molto stretto. L’effetto del nostro stadio, della gente che ci segue, ha fatto vedere quanta energia dà alla squadra, che ha fatto una prestazione importante, ha creato molto e dettato il ritmo della partita, contro un avversario retrocesso dalla B, con giocatori in rosa molto importanti. Noi abbiamo giocato con sei giovani dal primo minuto, ma al di là di questo, bisogna fare un plauso ai ragazzi per lo spirito, l’atteggiamento messo dentro al campo. È un pareggio che ci va stretto, lo dico in maniera onesta, con rispetto per l’avversario. Non voglio neanche commentare gli episodi arbitrali negativi, fanno parte del gioco, bisogna accettarli”.

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Tiriamo le somme di questi mesi di Lega Pro.

“Un campionato veramente tosto, che ti fa capire perché esistano le categorie. È un girone che abbina qualità a sostanza. Qualche giorno fa abbiamo incontrato il Padova, che ci ha fatto vedere un’espressione di gioco importante, così come il Vicenza ma anche lo stesso Alcione, che può essere considerata una sorpresa, essendo una neo promossa. Anche l’Albinoleffe è una squadra di categoria ma può avere un futuro di prospettiva. Per noi sono stati mesi molto duri, giocare 19 partite fuori casa è stato veramente penalizzante per tutti noi: l’ambiente, la parte economica ma soprattutto la parte tecnica. Alla fine contano i punti, si guarda la classifica, se avessimo potuto giocare sempre al “Ballarin”, non è un alibi, penso che 4 o 5 punti in più li avremmo sicuramente”.

Come valuta il girone?

“Se guardiamo la classifica, il nostro girone di andata sarebbe negativo. Ma non me la sento di dirlo perché la squadra sicuramente nel suo percorso ha fatto sempre prestazioni, cercando di essere sempre all’altezza dell’avversario. Poi, vuoi per inesperienza, vuoi perché qualcosa ci è mancato, ci ritroviamo in questa posizione. Ma anche con il Lecco si è vista una squadra viva, consapevole che ci sarà da lottare da qui fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata ed eventualmente dei playout. Venderemo cara la pelle”.

Si avvicina il mercato, sarà fatto qualcosa?

“Sì, sicuramente qualcosa faremo perché è giusto che questa squadra abbia la possibilità di potersi esprimere al meglio. Di supportare quei ragazzi che c’erano anche l’anno scorso e che portano avanti una mentalità. Faremo di tutto per mantenere la categoria: lo vuole la città, lo vuole il nostro serio e ambizioso presidente, l’amministrazione si è spesa per lo stadio. Non vogliamo essere di passaggio ma diventare una realtà consolidata e faremo di tutto per mantenere la categoria. Ci proveremo con tutte le nostre risorse e forze”.

La Serie C in due anni ha raddoppiato i giovani, cosa ne pensa?

“Con me su questo argomento si sfonda una porta aperta. Prima di avvicinarmi alle prime squadre, provengo dai settori giovanili. È una gavetta della quale vado fiero e non mi creerà mai un problema se dovessi tornare in quell’ambiente. Lavorare nei settori giovanili significa apprezzare quotidianamente la crescita di ogni singolo ragazzo, è molto gratificante. E la Serie C in questo, con il presidente Marani e tutta la sua gestione, con la riforma Zola, persona che ci calcio ne sa, sta creando un progetto importante. Quando ho parlato con loro ho detto che spero siano sempre sostenuti non solo da noi società, dai nostri presidenti, ma anche dal sistema. In questo noi dobbiamo crescere, dobbiamo crederci e impegnarci affinché i giovani ci diano in futuro qualcosa di importante, per la Nazionale e tutto il movimento calcistico”.

Anche voi avete una squadra giovane, pro e contro?

“Sì, abbiamo tanti giovani ma è una scelta voluta. In Serie D il regolamento prevedeva quattro giovani, ora è passato a tre. Ma noi abbiamo sempre continuato a giocare con quattro. Non credo sia stato un limite, ma una scommessa anche vinta. Basti vedere il girone di andata che ha fatto Lattanzio, un 2004, così come Manfredonia, oppure Scapin, che è un 2002. Anche il nostro portiere Rok Brzan, che ora purtroppo si è fatto male, è un 2003. Così come è un 2003 Sinn, il nostro terzino sinistro. Sono tutti giovani che stanno dimostrando che in questa categoria ci possono stare e possono crescere ancora. Forse abbiamo pagato un po’ l’inesperienza ma è chiaro che se questi giovani li vuoi far crescere, li devi fare giocare. Poi è chiaro che si racchiude tutto ai punti, alla classifica, ci sono anche altre dinamiche. Però la nostra volontà è quella di continuare a valorizzare i giovani e provare a mantenere la categoria, come dicevo prima, con le nostre idee e le nostre risorse. Sicuramente continueremo a giocare con i giovani. Nel mio modo di pensare, il giovane deve essere messo davanti a delle sfide, a queste categorie, per provare il calcio che conta, affrontare queste difficoltà e mirare a qualcosa di più importanti. Sposo quindi in pieno la riforma Zola e il lavoro fatto dal presidente Marani”.





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