Criminalità in Sicilia, Messina al vertice per rapine in banca

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Le principali criticità dell’isola

Messina in cima alla classifica delle rapine in banca in Sicilia e in Italia. È questo il dato a sorpresa rivelato da un’analisi condotta dalla Fabi di Palermo sui dati del rapporto intersettoriale sulla criminalità predatoria 2024, basato su numeri del 2023 forniti dall’Ossif, il centro di ricerca dell’Abi sulla sicurezza anticrimine. Con un indice di rischio di tre rapine ogni cento sportelli, la città dello Stretto si piazza al primo posto a livello regionale. Ma le criticità riguardano anche le altre province dell’Isola.

Quadro nazionale in miglioramento, ma non per la Sicilia

“Nel 2023 si sono verificate 80 rapine in banca in tutta Italia, segnando un calo del 35,5% rispetto alle 124 del 2022”, spiega la Fabi. Un dato che conferma una tendenza positiva già in atto da diversi anni a proposito della contrazione della criminalità in questo settore. 

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A scendere è anche l’indice di rischio nazionale passato dalle da 0,6 rapine ogni cento sportelli del 2022 alle 0,4 nel 2023. Parallelamente, sono aumentate le rapine fallite, che hanno raggiunto il 51,3% del totale. Sul fronte delle perdite economiche, il contante sottratto è passato dai 22,8 milioni di euro del 2013 a soli 1,8 milioni nel 2023, segnando un crollo del 92%. L’ammontare medio per ogni evento criminoso è stato invece di 46.500 euro.

La Sicilia: seconda solo alla Lombardia

Nonostante il miglioramento complessivo a livello nazionale, la Sicilia non presenta dati incoraggianti. Con 14 rapine registrate nel 2023, l’Isola si posiziona al secondo posto in Italia per numero di eventi, subito dopo la Lombardia. L’indice di rischio regionale si attesta a 1,3 rapine ogni cento sportelli, un valore ben al di sopra della media nazionale. Con la regione che continua a soffrire di gravi criticità in materia di sicurezza bancaria, secondo il report.

Analisi delle province siciliane

Messina, giudicata dalle recenti classifiche de Il Sole 24 Ore e dai rilevamenti Istat come città tranquilla e non a rischio per il tema della sicurezza, guida a sorpresa la classifica provinciale con un indice di rischio di tre rapine ogni cento sportelli. La seconda è invece Agrigento, con una media di 1,9.

Più indietro troviamo Palermo (1,6) e Catania (1,3). In termini assoluti, Messina e Palermo registrano quattro rapine ciascuna, mentre Catania ne conta tre, posizionandosi rispettivamente al sesto e ottavo posto nella graduatoria nazionale. Dati che evidenziano come il problema sia particolarmente concentrato in alcune aree dell’Isola.

Le dinamiche criminali

L’analisi del modus operandi dei rapinatori fornisce ulteriori dettagli al rapporto. Nel 35% dei casi, i malviventi hanno agito in coppia, mentre nel 30% hanno operato da soli. La maggior parte dei rapinatori ha utilizzato travestimenti per celare il proprio volto (79%) e ha compiuto l’azione in meno di dieci minuti (76%). L’accesso ai locali avviene prevalentemente attraverso l’ingresso principale (71%).

Le rapine si concentrano soprattutto il venerdì, che rappresenta il 34% degli episodi totali, e l’orario più critico è tra le 15 e le 16, con quasi il 23% degli eventi registrati in questa fascia. Sul fronte delle armi utilizzate, il 35% dei rapinatori ha impiegato armi da taglio, mentre il 32% si è limitato a proferire minacce. Il restante 33% si divide tra l’uso di armi da fuoco (23%) e di armi finte o improprie (10%).

Palermo al vertice per criminalità

Se si analizzano i dati provenienti dal rapporto intersettoriale sulla criminalità predatoria 2024 che non riguardano dunque solo il segmento delle rapine in banca, “a livello provinciale, è stato registrato un livello di rischio superiore a quello medio nazionale per tutti e cinque i settori nella provincia di Palermo”.

Come spiega il report, le elaborazioni a livello territoriale avvengono su diversi indici di rischio, possibili per alcuni settori: dalle banche agli uffici postali passando per tabaccherie, farmacie ed esercizi commerciali. Questi rilevamenti hanno consentito di evidenziare le aree a maggior rischio comuni e specifiche per ciascuna categoria. In Campania e in Sicilia sono stati registrati dei valori degli indici di rischio superiori a quelli medi nazionali per quattro settori su cinque (banche, uffici postali, tabaccherie e farmacie). 

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“In particolare, in Campania è stato registrato il livello di rischio più elevato sia con riferimento agli uffici postali (4,7 rapine ogni 100 punti operativi), sia per quanto riguarda le tabaccherie (0,7 rapine ogni 100 punti operativi). Per quanto riguarda le banche, se si esclude il dato della Valle d’Aosta (indice di rischio pari a 1,5 rapine ogni 100 sportelli determinato dall’unica rapina commessa e dai pochi sportelli presenti sul territorio), il valore più elevato è stato registrato in Sicilia con un indice pari a 1,3. La Lombardia, infine, è risultata al primo posto con riferimento all’indice di rischio degli esercizi commerciali (1,4 rapine ogni 100 punti operativi)”, scrive ABI.

Un allarme per le istituzioni locali

Il quadro delineato richiede una risposta tempestiva e mirata da parte delle istituzioni. “Non possiamo ignorare la gravità della situazione in Sicilia, dove le rapine continuano a rappresentare una minaccia per la sicurezza del settore bancario e dei cittadini”, ha spiegato la Fiba. Il rafforzamento delle misure di sicurezza e un maggiore controllo sul territorio sembrano essere le prioritarie contromisure per invertire questa tendenza. Solo con una strategia coordinata tra forze dell’ordine, istituzioni e settore bancario sarà possibile garantire maggiore sicurezza per operatori e clienti.

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