quindicimila partenze nel 2023, disoccupazione e crisi spingono giovani e famiglie all’estero

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La XIX edizione del Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes, presentata a Roma a Novembre, descrive minuziosamente un’emigrazione siciliana che continua a crescere senza sosta. Nel 2023, circa 15.000 siciliani hanno lasciato l’isola, consolidando un trend storico di migrazione verso l’estero.

Rapporto Italiani nel Mondo 2024

Il fenomeno, già esploso dopo la crisi del 2008, racconta di un territorio in difficoltà: disoccupazione, fuga dei giovani talenti e infrastrutture carenti alimentano un esodo che impoverisce la regione.

Il rapporto fotografa una realtà che si fa sempre più drammatica, con migliaia di siciliani che ogni anno scelgono di abbandonare la propria terra per cercare opportunità all’estero.

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IL QUADRO SICILIANO

 

Secondo il report, nel 2023 sono stati circa 15.000 i siciliani emigrati all’estero, una cifra che conferma un trend storico di aumento costante dell’esodo dalla regione. Dal 2006 al 2023, il numero di siciliani registrati all’AIRE è cresciuto di oltre il 70%. Questo incremento riflette non solo un costante flusso migratorio verso l’estero, ma anche la difficoltà strutturale della Sicilia nel trattenere i propri residenti, soprattutto giovani e laureati.

La crescita delle partenze si è intensificata dopo la crisi economica del 2008, con un picco significativo tra il 2015 e il 2019, quando le iscrizioni all’AIRE dalla Sicilia sono aumentate del 35%. Il rallentamento durante il periodo pandemico (2020-2021) è stato temporaneo, con un rimbalzo osservato già nel 2022, seguito dall’aumento nel 2023.

A emigrare sono prevalentemente giovani sotto i 35 anni, spesso laureati o diplomati, attratti da prospettive migliori in paesi come Germania, Regno Unito e Svizzera. Il fenomeno non riguarda solo i neolaureati: sempre più famiglie, scoraggiate dalla stagnazione economica e dall’alto tasso di disoccupazione, decidono di lasciare l’isola.

 

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Nel 2023 i siciliani residenti all’estero erano oltre 826.616, un dato in continua crescita rispetto agli anni precedenti. Analizzando il trend degli ultimi vent’anni, si osserva che il numero di siciliani emigrati è più che raddoppiato.

Nel 2003, infatti, si registravano circa 350.000 residenti siciliani all’estero, mentre nel 2023 il totale è aumentato di quasi il 130%, confermando una crescita costante e sostenuta nel tempo, in particolare negli anni della crisi economica e che è continuata a cicli negativi della nostra regione legata a difficoltà lavorative, costi della vita crescenti e minori opportunità locali.

La Sicilia si conferma nel 2024 la regione con la comunità di iscritti AIRE più numerosa (+826 mila), seguita dalla Lombardia (+641 mila) e dal Veneto (+563 mila).

Il 45,8% degli iscritti all’AIRE è di origine meridionale (oltre 2,8 milioni, di cui 956 mila isolani). Oltre 2,3 milioni sono, invece, del Settentrione (il 19,0% sia per il Nord-Est che per il Nord-Ovest con una leggera differenza in positivo per quest’ultimo di circa 23 mila iscritti). Oltre 966 mila sono, invece, gli iscritti del Centro Italia (15,7%).

Nel 2024 si registra ancora più marcatamente il cambiamento che sta interessando l’intera comunità dei cittadini italiani residenti fuori dei confini nazionali la cui origine regionale, in passato spiccatamente meridionale, si sta modificando a favore di partenze che interessano l’intero territorio nazionale e, di conseguenza, di cittadini che disegnano appartenenze territoriali complesse perché figli di processi migratori plurimi (dal Sud al Centro-Nord Italia e dal Centro-Nord a oltreconfine) e per i motivi più variegati: dalle famiglie che si spostano, alla mobilità per studio, dagli spostamenti per lavoro ai trasferimenti per ricongiungimento familiare.

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I motivi dell’esodo siciliano

 

Le principali cause di questa fuga risiedono nella mancanza di opportunità lavorative e nella percezione di un futuro incerto. La Sicilia registra infatti uno dei tassi di disoccupazione giovanile più alti d’Italia, superando il 40%.

emigrati in america, new york, statua della libertàA ciò si aggiunge la cronica insufficienza di infrastrutture e servizi pubblici adeguati, che spesso spinge chi può permetterselo a cercare una vita migliore altrove.

Sulla base dei dati del Rapporto Italiani nel Mondo 2024 della Fondazione Migrantes, è possibile delineare un quadro delle cause, delle fasce d’età coinvolte e delle caratteristiche principali dell’emigrazione dalla Sicilia:

 

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1. Disoccupazione e precariato
La Sicilia registra uno dei più alti tassi di disoccupazione in Italia, con picchi superiori al 40% tra i giovani sotto i 35 anni. La mancanza di posti di lavoro stabili e qualificati spinge molti a cercare opportunità altrove.

2. Fuga dei talenti (Brain Drain)
Molti laureati scelgono di emigrare per valorizzare le proprie competenze, trovando lavoro in settori innovativi e tecnologici in paesi esteri, come Germania, Regno Unito e Svizzera. Il mercato del lavoro locale non offre spesso prospettive adeguate per le loro qualifiche.

3. Carenze infrastrutturali
La Sicilia soffre di una cronica insufficienza infrastrutturale: trasporti inefficienti, sanità pubblica sotto pressione e servizi limitati scoraggiano molti giovani e famiglie dal restare sull’isola.

4. Crisi economica e insostenibilità
Il costo della vita in Sicilia è paradossalmente elevato rispetto alle retribuzioni medie. Inoltre, la debolezza del sistema economico locale rende difficile avviare attività imprenditoriali o trovare occupazioni stabili.

5. Motivazioni culturali e sociali
L’emigrazione è spesso alimentata da una percezione culturale: molti giovani vedono l’estero come un’opportunità per acquisire indipendenza, scoprire nuove realtà e sfuggire a un ambiente che percepiscono statico o opprimente.

 

Quali sono le fasce d’età coinvolte e le caratteristiche demografiche e sociali?

 

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I giovani (18-35 anni) rappresentano la maggior parte dei migranti. Sono spesso studenti universitari che, dopo la laurea, non tornano sull’isola oppure giovani diplomati che cercano impieghi tecnici o professionali all’estero.

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Ma ultimamente anche sempre più famiglie (in età tra i 30 e i 50 anni) decidono di emigrare per garantire un futuro migliore ai propri figli, attratti da sistemi educativi e sociali più avanzati nei paesi di destinazione.

Mentre una parte meno consistente, ma significativa, è composta da pensionati che scelgono di trasferirsi all’estero, in cerca di una qualità di vita più alta con costi inferiori rispetto a quelli italiani.

L’emigrazione interessa tanto laureati quanto diplomati, ma il fenomeno del “brain drain” è in costante aumento: giovani con alte qualifiche cercano di inserirsi in settori lavorativi tecnologici, scientifici e sanitari all’estero.

 

Gli emigranti provengono principalmente dalle aree interne dell’isola e dai piccoli centri, dove l’arretratezza infrastrutturale e le limitate opportunità lavorative sono più acute. Tuttavia, anche i grandi centri urbani, come Palermo e Catania, registrano un’alta percentuale di partenze.

 

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In quali paesi del mondo emigrano i siciliani?

 

I cinque paesi principali in cui emigrano i siciliani sono prevalentemente europei, con una crescente presenza anche nelle Americhe. In base ai dati del rapporto Migrantes 2024 e alle analisi recenti:

Il Regno Unito è la meta importante per le opportunità lavorative e l’attrattività per i giovani professionisti e per gli impieghi qualificati, nonostante le difficoltà post-Brexit.

La Germania è preferita per la stabilità economica e la richiesta di forza lavoro qualificata e non qualificata, anche se l’attuale crisi economica in corso nella “locomotiva economica europea”, potrebbe rendere il paese meno attrattivo per l’emigrazione

La Francia, che è sede di una comunità italiana già consolidata da tempo, è di interesse per i giovani che seguono le richieste nei settori della ristorazione e dei servizi.

La Svizzera, oltre ad esser geograficamente vicina e strategica per molti emigranti è apprezzata per gli alti standard di vita, un sistema economico solido e le opportunità nei settori tecnico-industriali.

Non può mancare all’elenco gli Stati Uniti, meta di intere generazioni di siciliani e siciliane che, pur essendo meno accessibile rispetto ai paesi europei, rimane il “sogno” tradizionale per gli italiani in cerca di nuove possibilità.

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Ma negli ultimi decenni anche l’Argentina e il Brasile rimangono rilevanti grazie ai legami storici con l’emigrazione italiana di lungo corso. Mentre altri Paesi extra-europei, come Canada e Australia, sono oggetto di emigrazione per chi ha competenze tecniche o relazioni familiari preesistenti.

Complessivamente, l’Europa raccoglie oltre il 54% degli emigrati siciliani, mentre le Americhe rappresentano circa il 40%.

 

 

Famiglie e pensionati siciliani all’estero, alla ricerca di una vita sostenibile: dove prevalentemente?

 

inps-pensionati-estero-siciliaNegli ultimi anni, l’emigrazione di famiglie e over 50 siciliani ha registrato un trend interessante, con destinazioni variegate e motivazioni che riflettono i cambiamenti sociali ed economici della Sicilia e dell’Italia.

Secondo il Rapporto Italiani nel Mondo 2024 della Fondazione Migrantes e alcuni dati Inps sono la Svizzera, Germania, Spagna, Stati Uniti e Canada rimangono tra le principali mete, sia per le famiglie che per i pensionati siciliani, mentre emergono nuove destinazioni come Portogallo, Tunisia e Albania, soprattutto per i pensionati.

Gli over 50 e i pensionati si dirigono verso paesi con un costo della vita inferiore, climi miti e regimi fiscali favorevoli. Tunisia, Portogallo e Albania sono tra le destinazioni preferite per i pensionati siciliani, grazie a incentivi economici, come la tassazione agevolata delle pensioni e l’accessibilità di beni e servizi.

Ad esempio, fino a poco tempo fa, il Portogallo offriva un’esenzione fiscale totale per dieci anni ai pensionati stranieri, rendendolo particolarmente attraente. Tuttavia, con il recente aumento globale dei prezzi e la rimozione di tali benefici in alcuni paesi, molti pensionati stanno rivalutando le proprie scelte.

Un fenomeno interessante è quello del “migrante di rimbalzo”. Alcuni pensionati, inizialmente trasferitisi per beneficiare di vantaggi economici, tornano periodicamente in Italia per accedere a servizi sanitari pubblici o per mantenere legami familiari. Tuttavia, molti di loro decidono di ritrasferirsi all’estero, dove riescono a mantenere un tenore di vita superiore a quello possibile in patria.

Un’altra tendenza curiosa riguarda il fenomeno delle cosiddette “reti migratorie familiari”. Alcuni pensionati siciliani si trasferiscono per supportare i figli emigrati, offrendo aiuto pratico nella cura dei nipoti e nel contempo sperimentando un miglioramento della qualità della vita, anche in termini di socialità e integrazione.

Inoltre, un piccolo ma crescente numero di siciliani over 50 sceglie mete esotiche come la Thailandia o Santo Domingo, attratti non solo dai costi contenuti ma anche da stili di vita più rilassati.

 

Le famiglie siciliane: motivazioni e mete

 

Le famiglie siciliane emigrano principalmente per garantire un futuro migliore ai propri figli, in termini di opportunità lavorative ed educative. Paesi come Germania, Svizzera e Regno Unito offrono mercati del lavoro più stabili e un sistema scolastico spesso gratuito o altamente accessibile.

Inoltre, la qualità dei servizi, soprattutto sanitari, e il supporto alle famiglie con bambini piccoli rappresentano un incentivo per queste migrazioni. Un altro fattore cruciale è l’accesso a una rete comunitaria già consolidata, che rende meno traumatico il trasferimento.

 

 

 

Le conseguenze per il territorio siciliano

 

L’emigrazione di massa sta impoverendo la Sicilia, non solo dal punto di vista demografico, ma anche culturale ed economico. La perdita di giovani talenti significa un calo nel capitale umano, fondamentale per lo sviluppo del territorio. La popolazione residente è sempre più anziana, rendendo il tessuto sociale e produttivo fragile e meno dinamico.

L’emigrazione genera in Sicilia tanti fattori negativi e drammatici per lo sviluppo del territorio: carenza di capitale umano, ridotta crescita economica, riduzione del gettito fiscale, bassa produttività e capacità di innovazione, perdita di investimenti, abbassamento dei salari a lungo termine e critico declino culturale e sociale, con effetti negativi sul Pil della regione anno dopo anno.

Il rapporto evidenzia che, senza interventi strutturali in ambito lavorativo, educativo e infrastrutturale, la Sicilia rischia di continuare a perdere non solo abitanti, ma anche vitalità economica e culturale. La crescente “diaspora interna”, con giovani che si spostano verso il Nord Italia, e quella internazionale mostrano come la questione sia di portata nazionale, richiedendo una visione integrata per fermare l’esodo costante.

 

Fonte Dati: Sintesi del “Rapporto Italiani nel Mondo 2024″ – Fondazione Migrantes   

Mappe del Rapporto Italiani nel Mondo 2024



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