Antonio D’Andrea chi è, l’intervista al designer di Meriisi

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Reinterpretando il tailoring maschile con un approccio audace, Antonio D’Andrea ha dato vita nel 2022 al brand MERIISI, un progetto (scoperto al Fashion Hub di Camera Nazionale della Moda Italiana) che è un tributo all’equilibrio tra classico e moderno, una fusione armoniosa tra la sartoria italiana più tradizionale e un’estetica dark ed eclettica, che trae ispirazione dalle sottoculture e dalla musica degli anni ’80 e ’90.

Antonio ha saputo trasformare la sua passione per la moda e per il design in una missione che abbraccia sostenibilità e innovazione. Il riuso è il cuore pulsante di MERIISI: tessuti di alta qualità, provenienti da stock inutilizzati, vengono reinterpretati per dare vita a capi eleganti e contemporanei, rigorosamente Made in Italy. Con un approccio che applica le regole della sartoria napoletana al riciclo, Antonio riesce a ridurre gli sprechi e, al contempo, a definire la cifra stilistica distintiva del brand.

Le collezioni di MERIISI si caratterizzano per un’iconografia ricca di richiami simbolici, in cui il sacro si mescola al profano. Colori come rosso, bianco e nero ricorrono, evocando l’intensità drammatica del mondo di Caravaggio. Questo approccio si riflette anche nelle campagne del brand, come quella più recente, che esplora l’amore ai tempi delle App di dating, attraverso immagini visivamente essenziali ma emotivamente potenti.

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L’intervista ad Antonio D’Andrea di MERIISI

courtesy of Press Office

MERIISI

Come nasce MERIISI?

L’idea di MERIISI è nata nell’estate del 2022, in un periodo particolarmente “dark” della mia vita. Dopo aver co-fondato un altro brand quattro anni prima, mi sono ritrovato improvvisamente senza nulla di ciò che avevo costruito. Per di più, ero appena arrivato a Milano dopo 11 anni trascorsi a Londra, un cambiamento che ha reso tutto ancora più difficile. Sentivo il bisogno di riscatto, di creare qualcosa che mi permettesse di esprimermi pienamente, senza compromessi. È in questo contesto che ho trovato la spinta per reinventarmi, dando vita a MERIISI.

meriisi

Cortesy of Press Office

MERIISI

Il nome del brand si ispira al vero cognome di Caravaggio, un personaggio che mi ha sempre affascinato, non solo per le sue opere, ma anche per il suo carattere sovversivo e tormentato, che in parte sento rispecchiare il mio. Per me, Caravaggio è come una rock star del 1600: il suo modo di vivere l’arte con una passione viscerale e senza paura di rischiare tutto è incredibilmente attuale. MERIISI riflette quel dualismo che caratterizza l’essere umano: luce e ombra, bellezza e caos. È il mio modo di raccontare la complessità dell’animo umano, proprio come Caravaggio faceva attraverso i suoi dipinti.

Come descriveresti la tua estetica?

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L’estetica di MERIISI nasce dalla mia passione per le sottoculture degli anni ’80 e ’90, periodi di grande cambiamento e rivoluzione non solo musicale, ma anche sociale e culturale. Sono affascinato dal punk, dal rock & roll, dal goth, dal post-punk, dal metal, e tutto ciò si riflette nei miei capi. Questi combinano spesso tagli definiti e materiali “aggressivi”, come pelle e borchie, con tessuti più delicati e sartoriali.

L’obiettivo è che ogni capo racconti una storia di caos, mantenendo però un’attenzione scrupolosa ai dettagli. Mi piace creare un contrasto che sia potente e affascinante: da un lato la raffinatezza, dall’altro la sovversione. Unisco l’eleganza della tradizione sartoriale con elementi contemporanei e più audaci, generando una tensione visiva che sfida le convenzioni del guardaroba maschile. Anche i colori hanno un ruolo fondamentale: il nero evoca mistero ed eleganza, il rosso trasmette energia e ribellione, mentre il bianco rappresenta una purezza ambigua, in conflitto con gli altri elementi. In definitiva, l’estetica di MERIISI è il risultato di queste influenze mescolate.

Tre immagini di luoghi, oggetti e persone sempre nel tuo mood board?

Londra è sempre presente. È la città dove sono cresciuto e mi sono formato, e rimane una costante fonte di ispirazione nel mio processo creativo.

Un secondo elemento è un taglio di tessuto: pelle, gabardina o lana. È spesso il punto di partenza per lo sviluppo di una collezione.

Infine, più che una persona, c’è sempre il titolo di una canzone scritto su un post-it. Per esempio, nel mood board della prima collezione, INTRO, c’era “Bulls on Parade” dei Rage Against the Machine. Per la seconda collezione, PER SEMPRE, “Mannish Boy” di Muddy Waters, e nell’ultima “Jesus on a Dashboard” dei Clutch.

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Il pantalone nero in pelle con lacci rossi intrecciati lungo le gambe è il mio preferito. È stato il primo campione mai realizzato e ha un valore speciale per me. Quando l’ho visto dal vivo per la prima volta, l’ho percepito come un simbolo di partenza o, meglio, di rinascita.

Un personaggio a cui vorresti vedere indossare le tue creazioni?

Se penso a qualcuno ancora in vita, direi Lenny Kravitz. Altrimenti, Elvis Presley, senza dubbio.

Qual è il messaggio intrinseco nei tuoi abiti?

Il messaggio dei miei abiti va oltre l’estetica: è un invito a riscoprire la propria individualità in un mondo che spesso ci impone di conformarci. Viviamo in una società che promuove ideali e dogmi irrealistici, creando standard che ci allontanano dal nostro vero io. I miei capi vogliono rompere questo schema, offrendo un’occasione per essere autentici, senza filtri e senza paura.

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MERIISI

Ogni capo è una dichiarazione di ribellione silenziosa: non è solo moda, ma un rifiuto dell’omologazione. Indossare MERIISI significa sfidare le aspettative sociali soffocanti, trovare la propria voce e celebrare la propria unicità. Credo che la vera bellezza stia nel rimanere fedeli a se stessi.

Quali sono i capi indispensabili per l’inverno?

Per questo inverno, suggerirei anfibi, skinny jeans, maglioni, t-shirt crop tagliate a vivo con le forbici, una giacca Harrington o un impermeabile e, infine, una sciarpa lunga sei metri.

Nuovi progetti all’orizzonte?

Sto già lavorando alla prossima collezione e a una collaborazione prevista per febbraio. Finora, ho autofinanziato tutto e gestire il progetto da solo sta diventando complesso. Per questo, voglio consolidare il lato business, mantenendo la mia visione creativa, ma con una struttura più solida per crescere ulteriormente.

Un sogno ancora da realizzare per MERIISI?

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Guardando a due anni fa e a dove sono oggi, posso dire con orgoglio che il mio sogno si è già avverato. MERIISI è nato dalla passione di creare qualcosa di unico, e oggi è una realtà che continua a crescere. Certo, ci sono ancora tanti traguardi da raggiungere, ma sono estremamente grato per il percorso fatto finora e per le persone che mi sono state accanto quando nessun altro c’era.

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