anche Catanzaro ha il suo Capodanno

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CATANZARO Un Capodanno senza star di grido ma con un volto emergente però molto controverso. Alla fine Catanzaro ha definito l’appuntamento per salutare il 2024 e brindare al 2025: dopo le vicissitudini che hanno costellato tutta l’organizzazione del cartellone di eventi natalizi, alla fine “spacchettato” in due – “A farla amare” fino al 30 dicembre e infine la serata di San Silvestro –  l’amministrazione comunale, che si era riservata l’ultimo dell’anno, è riuscita a concludere in porto l’operazione accogliendo la proposta dell’ Associazione Culturale Calidea, che ha offerto “la realizzazione del progetto “Capodanno 2025 a Catanzaro”, per un costo di 70mila euro (in parte attinti dal fondo di riserva). Sul palco per l’arrivo del 2025 ci sarà El Matador, ventenne rapper romano di successo dai molteplici follower su Tik Tok e Instagram, ad animare il passaggio d’anno a Catanzaro: con lui un dj set live dei migliori disc jockey locali.

Le critiche

Insomma, un programma che si rivolge evidentemente a un target molto giovanile ma che ha scontato un enorme ritardo nell’organizzazione e che alla fine oggettivamente ha un profilo più basso rispetto ad altre piazze calabresi. E non mancano le polemiche, legate anche alla figura molto “discussa” di El Matador, che ha ispirato alcune critiche di epsonenti del mondo della cultura e dell’associazionismo catanzarese. E critiche anche politiche, come quelle di Pierpaolo Pisano, portavoce cittadino di Fratelli d’Italia. «Quando la pezza è peggiore del buco. Un modo di dire che – sostiene Pisano – è ormai diventato il paradigma dell’amministrazione comunale guidata da Nicola Fiorita. L’ ultima “pezza” è quella riguardante l’organizzazione del concerto di Capodanno della città capoluogo di regione. Un concerto organizzato in ottica last minute e che per tali ragioni è causa dell’ennesima brutta figura che ricade sulla città. La “pezza” assume le fattezze canore del rapper El Matador. Noto alle cronache poiché in alcuni suoi concerti ha tenuto comportamenti offensivi nei confronti delle forze dell’ordine ed addirittura, in alcuni suoi testi, egli fa esplicito riferimento alla possibilità di sparare contro le guardie. Rispetto a tale obiezione ci auguriamo nessuno voglia trincerarsi dietro alla libertà artistica del rapper. Ma al di là dei gusti musicali, che ognuno di noi può liberamente coltivare, esiste un problema riguardante l’opportunità, da parte dell’amministrazione comunale, di finanziare con fondi pubblici il concerto di un rapper che veicola questa tipologia di messaggi. Un fatto grave ed assolutamente ingiustificato che non può essere solo riconducibile ad una scelta “artisticamente” poco consapevole o solo dettata dalla fretta legata all’ennesimo ritardo organizzativo dell’evento da parte dell’amministrazione. Quando sosteniamo che la pezza e peggiore del buco dobbiamo nostro malgrado specificare che la stessa è anche molto costosa considerato il fatto che il concerto comporterà la spesa di 70 mila euro. Soldi pubblici a chi con i suoi versi dichiara: “C’ho una glock per sparare agli infami, alle guardie e ai laziali, a tutti i miei rivali”. Con cifre assolutamente inferiori a quella destinata al concerto de El Matador amministrazioni comunali di città molto vicine alla nostra – ricorda il diigenti di FdI –  hanno organizzato eventi con artisti di calibro e notorietà assolutamente differente. Potremmo dire che la fretta sia stata una cattiva consigliera ma purtroppo la fretta è diventata il modus operandi dell’amministrazione Fiorita. Un’amministrazione che, attraverso l’organizzazione di eventi di nicchia e per giunta poco e male pubblicizzati, manifesta la sua tendenza radical chic lontana da un sentimento, quello natalizio, che dovrebbe essere caratterizzato da un programma di eventi non élitario ed invece connotato da un sentimento nazional popolare volto a coinvolgere e far divertire tutti i cittadini. Per tali ragioni –conclude Pisano – riteniamo che Catanzaro debba uscire da questa situazione di imbarazzo, occorre cambiare musica e diremmo anche il governo di questa città». (c. a.)

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