Porto di Trieste, traffici in recupero a fine anno (+6,42%)

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TRIESTE – Da gennaio a novembre il porto di Trieste ha registrato un aumento dei traffici (+6,42%) con 54.406.317 tonnellate movimentate.
La crescita è stata senz’altro sostenuta dalla performance delle rinfuse liquide (petrolio greggio), con 37.664.654 tonnellate (+9,74%). Il terminal Tal-Siot, infatti, sta vivendo un momento particolarmente positivo con l’oleodotto transalpino in piena attività.
Pur non essendo ancora il momento per bilancio definitivo, ad un anno dall’inizio della crisi di Suez, i dati complessivi dello scalo internazionale del Friuli Venezia Giulia indicano però una sostanziale tenuta, nonostante la situazione geopolitica internazionale e la recessione economica della Germania.
Il settore potenzialmente più critico in relazione alla situazione del Mar Rosso, quello dei container, nei primi mesi del 2024 aveva riportato importanti decrementi. Attualmente però, i valori sono quasi allineati con l’anno precedente: -1,12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e 770.323 Teu movimentati. I dati sarebbero addirittura in aumento con i contenitori pieni (556.659 Teu e +3,75%), mentre sono in calo quelli vuoti (213.664 Teu e -11,90%). Cresce inoltre il volume del transhipment (279.322 Teu e +5,88%).

In calo anche il settore Ro-Ro con 270.444 unità transitate (-1,79%), in un quadro economico non positivo per alcune economie estere del retroterra industriale (Turchia), anche se l’Autostrada del mare vede aumentare le toccate (+7,22%) che passano a 787 rispetto alle 734 del 2023, in parte grazie all’introduzione di nuove linee.
Importante riduzione delle rinfuse solide (-72,64%), dovuta alla sostanziale assenza di traffici del sistema siderurgico triestino. In controtendenza l’incremento della sottocategoria cereali (+5,69%), collegata ad una costante attenzione da parte dell’industria alimentare insediata sul territorio della zona industriale verso le opportunità offerte dallo scalo.
Decrescita importante per la movimentazione ferroviaria: 7.261 treni operati a Trieste (-12,47%), anche a causa dei diversi cantieri ferroviari sulle linee nel retroterra internazionale (Austria e Slovenia). A fronte di tale risultato complessivo negativo, vanno evidenziati non solo i risultati positivi del Molo VI e del Terminal cereali, ma allargando lo sguardo al network intermodale del sistema, anche i valori dell’Interporto di Cervignano che mette a segno una crescita a doppia cifra (+19,96%) con 1.166 treni.
Notevole, invece, la performance del traffico croceristico gestito da Trieste Terminal Passeggeri, che supera i 500mila crocieristi, con una crescita rispetto al 2023 che sfiora il 9%.

Per quanto riguarda il porto di Monfalcone, si conferma la maggiore esposizione dello scalo alle problematiche collegate al quadro geopolitico (Ucraina e Mar Rosso), così come al momento critico del settore automobilistico. Nel periodo gennaio-novembre, i volumi totali si attestano su 3.280.590 tonnellate movimentate (-8,23%): un trend negativo che già nel singolo mese di novembre presenta incoraggianti segnali di ripresa, sia sul tonnellaggio complessivo rispetto al singolo mese dell’anno precedente(+40,24%), sia, a cascata, sulle principali categorie.
Flessione per le rinfuse solide nei primi 11 mesi rispetto al 2023 con 2.605.113 tonnellate (-7,53%) mentre in forte espansione l’andamento delle sottocategorie cereali (+59,08%) e prodotti chimici (+34,45%). Decremento per le merci varie (-10,98%) con 674.328 tonnellate movimentate e pesante contrazione per i veicoli commerciali (-26,09%), con 75.718 mezzi transitati.
Leggero rallentamento per il settore ferroviario (-5,01%), ma i 1.705 treni manovrati sulle banchine di Portorosega permettono di mettere a segno il secondo miglior risultato degli ultimi anni.

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«Un’annata che si sta chiudendo complessivamente in modo positivo, proprio in considerazione del fatto che il risultato si è realizzato in uno scenario geopolitico ed economico problematico. I nuovi servizi Ro-Ro partiti negli ultimi mesi sono un segnale di buon auspicio, come gli indicatori sul lavoro in banchina, in particolare per quel che concerne l’Agenzia del Lavoro Portuale di Trieste, che ha visto una crescita delle giornate-uomo lavorate rispetto al 2023, con un aumento medio di circa 200 giornate a mese. A gennaio 2025 – spiega il Commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Orientale, Vittorio Torbianelli – avremo i dati definitivi del 2024 e rifletteremo sulle sfide del nuovo anno; per ora ringraziamo intanto tutti i lavoratori che in ogni tipo di mansione hanno contribuito con lo sforzo quotidiano a questo risultato».





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