La dirigente Chelini: «Ascensori fuori uso, sulle pareti bestemmie e insulti sessisti». E ancora:«Alcune porte sono state sfondate, molti banchi sono scheggiati, molti armadietti sono rovinati»
La stagione dell’occupazione si è chiusa per il liceo scientifico Morgagni di Monteverde. E proprio come già accaduto per il Gullace di Cinecittà o per il Virgilio di via Giulia, dopo quasi due settimane di autogestione, si è aperta quella della conta dei danni. Che sembra non siano pochi.Â
La preside: «Scuola devastata»
«La scuola è devastata», sono state le prime parole della dirigente, Patrizia Chelini, dopo essere rientrata in possesso dei locali scolastici ed essersi trovata di fronte la devastazione degli atti vandalici: i danni restano nel dettaglio ancora da quantificare. «Diversi computer presenti nelle aule sono danneggiati (uno è stato bruciato), alcune porte sono state sfondate, molti banchi sono scheggiati, molti armadietti sono rovinati, quelli degli studenti e anche in sala professori»: inizia così il resoconto dello scempio compiuto nell’istituto di via Fonteiana. «Molte sedie e banchi sono stati lasciati all’aperto sotto la pioggia, gli ascensori sono inutilizzabili, le due guardiole, interna e esterna, sono state sfondate, c’è sporcizia dappertutto e scritte infamanti e sessiste e bestemmie su molte pareti. Su un pannello una scritta antisemita e parole d’odio. Come gesto simbolico, immagino, un vocabolario di latino è stato gettato in un water».
Riparazioni con il contributo dei genitori degli studenti occupanti
Sfregi e atti vandalici mirati solamente alla distruzione di un bene pubblico: «Forse non sapremo mai chi sono gli autori materiali, ma bisogna prendere atto che non c’è coerenza tra le parole dei documenti e l’azione dell’occupazione – continua la nota della dirigente -. Molti di noi vorrebbero solidarizzare con alcuni dei temi che portate, ma il dialogo diventa impossibile quando si verifica una chiusura e un arroccamento così totale e prepotente, quando risulta evidente che l’occupazione è un momento autoreferenziale e chiuso». I danni materiali, che verranno presto quantificati (quelli del Gullace dopo due incendi ammontano a due milioni di euro, mentre quelli al Virgilio ad almeno 60 mila) verranno riparati, anche con il contributo delle famiglie degli studenti che hanno partecipato all’occupazione.
«Prezzo troppo alto da pagare ogni anno»
«Ci vorrà tempo e lavoro – conclude Chelini -. Non vogliamo spegnere l’entusiasmo, la passione, gli ideali degli studenti del Morgagni. Li consideriamo preziosi, ne abbiamo bisogno». «Ma la componente studentesca dovrebbe prendere coscienza che l’occupazione è diventata un rito e che la rottura del dialogo è un prezzo troppo alto e lacerante da pagare ogni anno – sono le conclusioni -. Bisogna avere consapevolezza che per costruire fiducia, scambio, condivisione e dialogo ci vogliono anni, e per distruggere bastano pochi giorni, un istante».
Rusconi: «Ma quale momento di crescita degli studenti»
Parole che si sposano con le opinioni più volte espresse anche dal presidente dell’Anp Lazio (Associazione nazionale presidi), Mario Rusconi, a nome della quasi totalità dei colleghi che rappresenta: «Ancora una volta l’occupazione di una scuola superiore romana si è conclusa con danni per decine di migliaia di euro e devastazione – afferma all’indomani della fine delle azioni di autogestione del liceo Morgagni -. Io penso soprattutto a quegli adulti che difendono a spada tratta le occupazioni dopo che solo quest’anno abbiamo avuto milioni di danni negli edifici scolastici, a partire dal Gullace». Da questa riflessione parte infine una domanda: «Più che imputare all’incoscienza e al teppismo di alcuni ragazzi, vorrei sapere dai genitori o dagli adulti istituzionali, come mai hanno il coraggio, oserei dire quasi la sfrontatezza, di poterle considerare come un momento di crescita democratica dei ragazzi»
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