Germania, attentato mercatino Magdeburgo. Si va verso perizia psichiatrica per il killer

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Gli inquirenti indagano sul passato di Taleb Al Abdulmohsen, che il 20 dicembre si è lanciato in auto contro la folla al mercatino di Natale causando 5 vittime e oltre 230 feriti. Dalle sue frasi complottiste emerge il profilo di un odiatore seriale simpatizzante dell’AfD. Probabilmente verrà sottoposto a un test psichiatrico. Un uomo è stato arrestato dopo un video di minacce per il mercatino di Bremerhaven. Steinmeier: “Restare uniti, l’odio non vinca”

In Germania proseguono le indagini a tutto campo dopo la strage al mercatino di Natale di Magdeburgo. Il bilancio delle vittime è di 5 morti: il piccolo Andrè di 9 anni e quattro donne tra i 45 e i 75 anni. Circa 40 i pazienti in terapia intensiva, sui 235 colpiti. La procura del capoluogo della Sassonia-Anhalt, precisa tuttavia che potrebbero esserci stati doppi conteggi in alcuni casi. Tra i feriti più lievi, anche un 39enne italo-tedesco, nato a Gifhorn, nella Bassa Sassonia, e residente a Wolfsburg dove lavora. È attualmente ricoverato in ospedale, dopo aver subito un intervento alle gambe, ma non è in pericolo di vita. Gli inquirenti stanno scavando a fondo nel passato dell’attentatore, Taleb Al Abdulmohsen. Quello che emerge sempre di più come un odiatore seriale simpatizzante dell’AfD dovrà affrontare dal penitenziario cinque capi d’imputazione per omicidio plurimo e molteplici accuse per tentato omicidio plurimo e lesioni gravissime. E, con tutta probabilità, una perizia psichiatrica. Dopo i primi esami medici e mentali disposti dalle autorità della Sassonia-Anhalt, le indagini potrebbero presto passare nelle mani della procura federale tedesca pronta a disporre un test psichiatrico sul 50enne. Nella sua abitazione a 50 chilometri a sud di Magdeburgo, intanto gli investigatori non hanno trovato prove di premeditazione o di radicalizzazione islamica. Tutto il contrario: “Sembrava fare di tutto per distaccarsene” (DA NIZZA A STRASBURGO: I PRECEDENTI).

Le precedenti minacce

La strage del 20 dicembre non era il primo piano oscuro che aveva immaginato Taleb Al Abdulmohsen. Già undici anni fa, all’indomani dell’attentato islamista dell’aprile 2013 a Boston, aveva espresso la sua minaccia – diventata poi una profezia – di compiere “azioni di risonanza internazionale”. L’aveva usata contro l’ordine dei medici del Land del Meclemburgo-Pomerania e, qualche mese più tardi, fu sanzionato. Poi numerose grane giudiziarie, dall’abuso di chiamate d’emergenza – per il quale era convocato in aula a Berlino alla vigilia della strage – alle denunce per insulti, minacce, sospetto di contrabbando. Proveniente da un Paese in cui l’Islam è l’unica religione consentita in pubblico, l’islamofobo dichiarato è descritto da esperti e autorità come “un profilo del tutto insolito, mai visto prima”. Atipico anche nella sua decisione di imitare lo schema degli attentati terroristici di matrice islamica per esprimere la sua “insoddisfazione” nei confronti del sistema di accoglienza del suo Paese adottivo per i connazionali rifugiati.

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Le teorie complottiste

Negli interrogatori che hanno preceduto la decisione del giudice di Magdeburgo di metterlo in custodia cautelare ha pronunciato frasi confuse, tirando ancora in ballo teorie della cospirazione riconducibili agli ambienti dell’estrema destra. Una sindrome di accerchiamento, nella versione della presidente del Consiglio centrale degli ex musulmani (Zde), Mina Ahadi, che andava avanti ormai da anni. E rintracciabile anche nei suoi post su X contro Angela Merkel rea di voler “islamizzare” la Germania. Per l’associazione, Abdulmohsen era “uno psicopatico” e “aveva ripetutamente dichiarato di voler far pagare ai tedeschi il loro disinteresse verso il pericolo dell’islamismo”. Ma il suo odio, viene rimarcato, “non era più rivolto soltanto alla sinistra”, bensì “si estendeva anche alle autorità” nazionali. E quando il saudita – che a 32 anni era fuggito dal suo Paese voltando le spalle all’Islam e rendendosi un eretico agli occhi di molti – “ha capito” che i suoi radicali sentimenti anti-islamici “non attecchivano nel gruppo, ha iniziato a diffamare pubblicamente” anche gli attivisti per i diritti dei rifugiati. Tanto da portare un membro del Secular Refugee Aid a sporgere una denuncia rimasta però inascoltata.

L’estradizione a Riad fu rifiutata 

Le autorità tedesche avevano rifiutato l’estradizione dell’attentatore, chiesta da Riad: l’indiscrezione, uscita nei giorni scorsi sulla stampa, è stata confermata da fonti vicine al governo tedesco. “C’è stata una richiesta” di estradizione saudita, nella quale si avvertiva che Taleb Jawad Hussein Al Abdulmohsen “potesse essere pericoloso”, afferma la fonte.

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Minacce su TikTok contro mercatino di Bremerhaven: un arresto

La paura in Germania resta alta. Dopo alcune minacce su TikTok, la polizia ha fermato ieri sera un uomo che minacciava atti dolosi contro il mercatino di Natale di Bremerhaven. Gli agenti, riferisce l’agenzia Dpa, sono riusciti a identificarlo “molto rapidamente” dopo la pubblicazione del video. Sinora non sono stati forniti altri dettagli sul caso né è chiara la gravità delle minacce, ma le autorità hanno assicurato che non vi sono pericoli per la popolazione.




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Steinmeier: “Restare uniti, l’odio non vinca”

Sull’attentato di Magdeburgo è tornato anche il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier nel suo discorso di Natale: “L’odio e la violenza non devono avere l’ultima parola. Non lasciamoci dividere. Restiamo uniti”. Su questo Natale c’è “un’ombra oscura, tristezza, dolore, orrore e sconcerto” per la strage del 20 dicembre al mercatino, “molti sono sconvolti e inquieti, forse anche spaventati”, ha sottolineato il presidente. “Tutti questi sentimenti sono comprensibili, ma non devono dominarci e paralizzarci”, ha affermato rivolgendo poi un pensiero speciale alle famiglie delle vittime: “Non siete soli con il vostro dolore. Le persone in tutto il nostro Paese si sentono con voi e piangono con voi”. Dinanzi alle numerose crisi e sfide che affronta la Germania, Steinmeier ha invitato il popolo tedesco a ritrovare riscoprire le proprie forze: “Lo spirito comunitario e la spinta, l’inventiva e il duro lavoro, il coraggio e l’ambizione, nonché la fiducia in se stessi. Non abbiamo perso tutto questo, è tutto vivo, lo vedo quasi ogni giorno e ne sono convinto: tutto questo ci aprirà sempre nuove strade verso il futuro”, ha detto, sottolineando l’importanza di “dire apertamente cosa non funziona nel Paese, come potrebbe e dovrebbe funzionare. E soprattutto: cosa bisogna fare con urgenza”.

AfD: “La Germania deve cambiare”

“Qualcosa deve cambiare finalmente nel nostro Paese, dobbiamo poter vivere di nuovo al sicuro, non dobbiamo mai più piangere per una madre che ha perso suo figlio in modo così brutale e insensato”, ha detto in serata la leader dell’AfD, Alice Weidel, al comizio dell’ultradestra a Magdeburgo. “Dopo il tempo del lutto arriva il tempo dei fatti. Il tempo per fare domande e pretendere risposte”, ha sottolineato Weidel facendo a più riprese riferimento alla sicurezza.

Cittadino italo-tedesco ferito operato alle gambe

Intanto è stato operato a entrambe le gambe e sta bene, anche se probabilmente saranno necessarie altre operazioni, un cittadino italo-tedesco di 39 anni, rimasto ferito nell’attentato a Magdeburgo. A renderlo noto è stata la sindaca di una cittadina del Cosentino di cui è originaria la famiglia dell’uomo che è nato in Germania e ha doppio passaporto.  L’uomo non è in pericolo di vita: “Ho avuto notizie giusto stamani, è stato operato agli arti inferiori che avevano riportato lesioni importanti. Attualmente è stato trasferito nell’ospedale vicino alla sua residenza e nei prossimi giorni verrà sottoposto, credo, ad altri controlli o interventi per sincerarsi che la colonna non abbia subito danni gravi. Rimane quindi ricoverato ma in buone condizioni”, ha detto la sindaca.



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