Da Elon Musk a Jeff Bezos, Battiston protagonista di un appuntamento scientifico e geopolitico di Rotary sulla nuova corsa allo spazio

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TRENTO. In una serata di grande interesse scientifico e geopolitico, il Rotary Club Trento, presieduto dall’ingegnere Fabio Bernardi, ha ospitato il fisico di fama internazionale Roberto Battiston. L’evento ha attirato un vasto pubblico, attento e curioso, interessato a comprendere le nuove sfide e le opportunità che l’esplorazione spaziale porta con sé, in un’epoca in cui lo spazio diventa sempre più rilevante per gli equilibri di potere globali.

 

A questo incontro hanno aderito numerosi Rotary Club oltre al Trento: Trentino Nord, Rovereto, Rovereto Vallagarina, Valsugana, Riva del Garda. E poi il Rotaract Club Trento e l’Inner Wheel Trento Castello.

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Ex presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana e docente di Fisica sperimentale, Roberto Battiston ha aperto la sua conferenza illustrando come la corsa allo spazio stia vivendo una rinascita senza precedenti. Non è più soltanto una sfida scientifica, ma una questione di interesse strategico e geopolitico.

 

Il numero di satelliti lanciati è cresciuto enormemente, con migliaia di nuovi razzi operativi e molti altri non più funzionanti. Questo ha causato una congestione crescente nello spazio e la proliferazione di detriti, in parte creati deliberatamente per test militari. Questi frammenti rappresentano un rischio significativo per le strutture orbitali, evidenziando la necessità di una gestione più responsabile dello spazio.

Nello spazio ci sono oggi migliaia di frammenti e detriti, alcuni grandi come farfalle, altri come mosche, che viaggiano a velocità elevatissime, rappresentando un pericolo per i satelliti e le stazioni spaziali. Le collisioni ad alta velocità possono generare esplosioni paragonabili a dinamite e creare ancora più frammenti. Per evitare scontri, le compagnie sono costrette a spostare i satelliti, operazione che consuma risorse e riduce la durata delle apparecchiature.

 

Personalità come Elon Musk, Jeff Bezos e Richard Branson hanno contribuito a rendere lo spazio accessibile e commerciale, anche se i loro progetti, come il turismo spaziale, hanno avuto successi alterni. Musk ha spinto l’industria verso tecnologie di riutilizzo dei razzi, riducendo i costi e aprendo nuovi mercati.

 

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Lo spazio, però, è anche diventato un’arena geopolitica e commerciale, dominata dalle grandi aziende tecnologiche che accumulano enormi risorse economiche e potere. Elon Musk, con una visione di una “tecnocrazia marziana,” rappresenta una corrente di pensiero che punta a usare la tecnologia per costruire società innovative al di fuori della Terra.

 

Il lancio di razzi riutilizzabili e potenti, come quelli di SpaceX, rappresenta una straordinaria innovazione tecnologica, con la capacità di perforare le nuvole e raggiungere alte velocità. Questo successo, frutto di una visione moderna dello spazio, consente anche il recupero delle parti del razzo stesso, riducendo i costi.

 

Oggi, grazie ai “nanosatelliti” economici ed a basso costo, è possibile ottenere immagini dettagliate e frequenti della Terra. Questi satelliti sono piccoli, ma sufficientemente potenti per creare costellazioni che monitorano fenomeni globali.

 

L’uso di orbite polari permette di coprire l’intero pianeta quotidianamente, rivoluzionando l’osservazione rispetto ai satelliti tradizionali, che si limitavano a pochi punti specifici.

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Questa innovazione ha dato vita a un’economia delle ombre, con applicazioni economiche e ambientali: si possono monitorare le riserve di petrolio, l’inquinamento industriale e la deforestazione, analizzando ombre e immagini dettagliate.

 

Dallo spazio è possibile monitorare fenomeni ambientali cruciali, come l’innalzamento dei mari e le perdite di metano dai giacimenti petroliferi, grazie a rilevamenti visivi e misure precise. Inoltre, osservazioni satellitari dell’emissione di CO₂ forniscono dati essenziali sul riscaldamento globale e sulla variazione stagionale della vegetazione. Queste tecnologie potrebbero anche permettere in futuro l’estrazione di risorse minerarie da corpi celesti, come asteroidi e pianeti, per sopperire alla scarsità di materiali sulla Terra.

 

In particolare, progetti di colonizzazione della Luna e di utilizzo delle sue risorse, come l’elio-3 per la fusione nucleare, sono già in fase di studio. Tuttavia, vivere sulla Luna comporta sfide, tra cui la necessità di infrastrutture per affrontare il clima estremo, che alterna temperature altissime e bassissime per lunghi periodi. Gli Stati Uniti e altri paesi stanno pianificando basi permanenti, con missioni per stabilire insediamenti durevoli.

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Il progetto di Elon Musk prevede l’uso di razzi riutilizzabili che, grazie a rifornimenti multipli in orbita, possono trasportare carichi significativi fino alla Luna e riportarli indietro. Questa tecnologia avanzata, insieme a intelligenza artificiale, robotica e stampa 3D, è fondamentale per operazioni spaziali future e per creare abitazioni resistenti alle radiazioni. L’obiettivo è anche stabilire coltivazioni per cibo fresco e impiegare la fissione nucleare come fonte energetica.

 

Gli avanzamenti tecnologici stanno trasformando lo spazio in un “nuovo dominio” di competizione tra le grandi potenze. Questo fenomeno si collega soprattutto al rapido sviluppo delle megacostellazioni di nanosatelliti, gruppi di migliaia di piccoli satelliti lanciati in orbita da aziende e governi per fornire servizi di comunicazione, navigazione e monitoraggio su scala globale.

 

Poi Battiston ha riassunto alcune pietre miliari dell’esplorazione spaziale per la comprensione umana dell’Universo. Il primo satellite russo, lanciato nel 1961, segnò l’inizio della presenza umana nello spazio, seguito dal programma Apollo e dallo storico atterraggio americano sulla Luna nel 1969, con le parole di Neil Armstrong: “Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità“. La competizione spaziale tra Stati Uniti e Unione Sovietica spinse a imprese pionieristiche e a progressi scientifici e tecnologici.

 

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Oggi, l’esplorazione spaziale si estende oltre la Terra, verso i pianeti del sistema solare e i satelliti lontani, principalmente con sonde automatiche che inviano immagini e dati cruciali per l’umanità.

 

Inizialmente la corsa allo spazio era dominata da Stati Uniti e Russia, ma oggi vede l’ascesa della Cina e del settore privato, rappresentato da aziende come SpaceX (Qui info), che ha introdotto tecnologie per razzi riutilizzabili, riducendo i costi e aumentando il numero di lanci.

 

Dal punto di vista geopolitico gli Usa e le altre potenze vedono lo spazio come dominio strategico, investendo massicciamente in satelliti sia commerciali che militari. I satelliti non solo monitorano il territorio ma possono fungere anche da strumenti di guerra, attraverso armi elettromagnetiche o laser, e sono vulnerabili a cyberattacchi.

 

Nonostante questi progressi quindi, la gestione dello spazio richiede equilibrio tra tecnologia e sostenibilità, poiché l’umanità rischia di compromettere l’ambiente spaziale, come già avvenuto con il nostro pianeta.

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