Manovra 2025, da oggi l’esame in Senato: via libera previsto il 28 dicembre

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In mattinata le comunicazioni del presidente Ignazio La Russa e poi l’inizio della discussione in commissione Bilancio di Palazzo Madama. Approdo in Aula venerdì 27 dicembre e il giorno dopo il voto finale

Si apre stamattina in Senato l’esame della Manovra 2025. Sono previste in Aula, per le ore 11, le comunicazioni del presidente Ignazio La Russa sul contenuto della Legge di Bilancio. In seguito, alle ore 11.45 è previsto l’inizio della discussione del disegno di legge in commissione Bilancio, con la relazione del senatore Guido Liris di Fratelli d’Italia. L’approdo in Aula della Manovra dovrebbe avvenire venerdì 27 dicembre, con il via libera finale il giorno dopo, sabato 28 dicembre.

Il via libera alla Camera tra le scintille

La Legge di Bilancio approda al Senato dopo il via libera della Camera di venerdì 20 dicembre con 204 voti a favore e 110 contrari. In quell’occasione ci sono state scintille tra Fratelli d’Italia e il Movimento Cinquestelle durante le dichiarazioni di voto. La deputata meloniana Ylenja Lucaselli, durante il suo intervento, aveva infatti puntato il dito contro “le Leggi di Bilancio del Pd e del M5s” in cui, aveva affermato, “c’erano solo vergognosi provvedimenti spot, come il bonus divano che serviva a lasciare gli italiani seduti sul divano, pagati per non fare nulla”. Affermazioni che hanno suscitato le urla di dissenso tra i parlamentari di opposizione, in particolare pentastellati.

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I principali punti della Manovra

Tra i principali provvedimenti contenuti nella Manovra, l’accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni: 23% fino a 28mila euro, 35% fino a 50mila euro e 43% oltre i 50mila euro. Avanti anche con il taglio del cuneo fiscale, con l’ampliamento della platea di lavoratori interessati: sale infatti a 35mila a 40mila euro la soglia di reddito che permette di aver accesso al taglio. Il meccanismo sarà tuttavia diverso da quello in vigore al momento: ci sarà un’indennità esentasse per i redditi fino a 20mila euro (una sorta di bonus non tassabile che varia in funzione del guadagno, dal 7,1% per i redditi fino 8.500 euro al 4,8% di quelli a ridosso dei 20mila), mentre a salire si va su un sistema di detrazioni fiscali, che va pian piano ad azzerarsi progredendo verso i 40mila euro. Arriva, inoltre, un taglio degli sconti fiscali per chi guadagna più di 75mila euro lordi all’anno (circa 1,2 milioni di contribuenti Irpef). Nel testo votato alla Camera presenti misure per incentivare la natalità e contribuire alle spese per i figli, anche per le attività extrascolastiche. C’è l’Ires premiale: le imprese che accantonano almeno l’80% degli utili dell’esercizio 2024 e ne reinvestono in azienda almeno il 30% (e non meno del 24% degli utili dell’esercizio 2023) pagheranno una Ires ridotta di 4 punti. E poi ancora stretta agli abusi della Naspi, proroga del fondo di garanzia per le Pmi, risorse per gli indigenti (con la Carta “Dedicata a te”). E per quanto riguarda i bonus, la Manovra ridisegna in modo sostanziale le agevolazioni sulla casa per il 2025 con poche conferme e tanti tagli. Questione previdenziale: molto ha fatto discutere l’aumento delle pensioni minime previsto, dato che gli assegni saliranno di appena 3 euro (da 614,77 a 617,9 euro).

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La spending review per chi riceve contributi pubblici

Tra le ultimissime novità sulla Manovra, spunta tra i commi una spending review per enti, società, organismi e fondazioni che ricevono contributi pubblici “di entità significativa” (che andrà definita da un Dpcm). Su di essi gli organismi interni di controllo dovranno fare una verifica e inviare una relazione annuale al Mef. Questi soggetti “a decorrere dall’anno 2025, non possono effettuare spese per l’acquisto di beni e servizi per un importo superiore al valore medio sostenuto per le medesime finalità negli esercizi 2021, 2022 e 2023. Per le fondazioni lirico-sinfoniche e i teatri di tradizione, “gli esercizi finanziari di riferimento sono gli anni 2022 e 2023”, escluso il periodo Covid. 

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