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Secondo il giornalista investigativo Seymour Hersh, vincitore del Premio Pulitzer, gli Stati Uniti avrebbero proposto all’Arabia Saudita garanzie di protezione nucleare nel caso in cui l’Iran sviluppasse armi nucleari, in cambio di un sostegno economico saudita per la ricostruzione della Striscia di Gaza. Questa rivelazione, riportata su Substack, cita una fonte israeliana definita “affidabile” e aggiunge una nuova dimensione ai negoziati preliminari in Qatar per un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi tra Israele e Hamas.
Un accordo nucleare in cambio di ricostruzione
La proposta, secondo Hersh, includerebbe un trattato di difesa ampliato che estenderebbe l’“ombrello nucleare” statunitense anche all’Arabia Saudita. Questo implicherebbe che, qualora l’Iran acquisisse capacità nucleari militari, Riad sarebbe protetta dall’intervento diretto degli Stati Uniti. La fonte israeliana citata dal giornalista avrebbe dichiarato che “gli Stati Uniti stanno cercando di rassicurare l’Arabia Saudita, il cui sostegno economico sarebbe cruciale per la ricostruzione di Gaza”.
L’idea di un investimento saudita a lungo termine nella Striscia di Gaza si inserisce in una strategia più ampia per coinvolgere Riad nella risoluzione del conflitto israelo-palestinese, garantendo al contempo una protezione rafforzata contro la crescente influenza dell’Iran nella regione.
Il ruolo dell’Iran e le preoccupazioni di Israele e USA
Hersh sottolinea come in Israele e Washington persista la preoccupazione che l’Iran possa arricchire uranio a livello militare e, potenzialmente, acquisire armi nucleari. Tuttavia, il giornalista osserva che non vi sono prove concrete che Teheran abbia attualmente l’intenzione o la capacità di sviluppare un’arma nucleare, soprattutto considerando i danni subiti dai suoi alleati regionali. “Questo fatto”, ha aggiunto Hersh, “è stato sistematicamente ignorato dagli Stati Uniti, dai loro alleati e dai principali media americani”.
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Nonostante ciò, il timore che l’Iran possa diventare una potenza nucleare rimane un punto centrale delle strategie difensive di Israele e Stati Uniti.
Il prezzo dell’accordo per Riad
La fonte israeliana ha inoltre rivelato che, nell’ambito del piano, l’Arabia Saudita potrebbe essere chiamata a “guardare dall’altra parte” durante i bombardamenti israeliani, inclusi attacchi contro obiettivi in Siria. Inoltre, Riad potrebbe consentire a Israele l’uso di un aeroporto sul territorio saudita per posizionare bombe e missili, principalmente di fabbricazione statunitense, che sarebbero così “a pochi minuti, non ore” dai principali obiettivi iraniani.
Ottimismo e critiche
Nonostante le numerose criticità, la fonte israeliana citata da Hersh ha espresso “cauto ottimismo” riguardo alla possibilità di un accordo che coinvolga un investimento saudita significativo per la ricostruzione di Gaza, una volta concluso il conflitto tra Israele e Hamas.
Tuttavia, l’idea di un simile accordo solleva molteplici interrogativi, non solo sulla fattibilità diplomatica, ma anche sulle implicazioni geopolitiche di una cooperazione più stretta tra Arabia Saudita e Israele sotto l’egida degli Stati Uniti. La possibilità di estendere l’ombrello nucleare americano a Riad rappresenta una svolta strategica, ma rischia di alimentare ulteriormente le tensioni nella regione.
In un Medio Oriente sempre più frammentato, resta da vedere se una proposta di tale portata possa rappresentare una soluzione o, al contrario, gettare benzina sul fuoco di conflitti già incandescenti.
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