Giacomo Cherici: “Da Zero Spreco alla produzione di energia, il futuro di Aisa a servizio del territorio”

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Siamo entrati nel cuore operativo di Aisa Impianti S.p.A. di San Zeno di Arezzo, guidati dal presidente Giacomo Cherici. Un’occasione per capire meglio il funzionamento dell’impianto e le sue prospettive, ma anche per uno sguardo a tutto tondo sul recupero dei rifiuti, energia e ambiente.

 

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“E’ un’azienda a controllo pubblico, che fa dell’ascolto del territorio uno dei suoi punti di forza. E’ una centrale di recupero con una sessantina di dipendenti, tra i vari reparti c’è la termovalorizzazione, che serve a processare gli scarti e a produrre calore ed energia per far funzionare gli altri, oltre a reimmettere in rete il surplus energetico. E’ un impianto in autosostentamento, dallo scorso anno abbiamo iniziato a produrre biometano immesso in rete Centria. NEI PRIMI dieci mesi di attività abbiamo prodotto l’equivalente di 1,5 milioni di euro”.

Possiamo quantificare il valore dell’energia prodotta?

“Importante. Se si pensa che solo la scorsa settimana, ma è solo un esempio, abbiamo varato una cessione del credito pari a 12 milioni di euro, che andranno a coprire parte degli investimenti. Il valore dell’energia che produciamo va a coprire investimenti e costi di gestione che non ricadono sulle bollette dei cittadini”.

Da dove arrivano i rifiuti che vengono afferiti ad Aisa?

“Dal 2017 Aisa è un’azienda autorizzata ad operare sul libero mercato, nonostante ciò agiamo all’interno di una regolamentazione regionale e di ambito e quindi processiamo parte dei rifiuti dell’Ambito Territoriale Ottimale, Ato, quindi della Toscana del sud, Arezzo, Siena e Grosseto. Potremmo definirlo sistema a chilometro vero. E’ anche vero che questa è un’azienda strategica nazionale, (qui va specificato meglio e metterei così: quando le autorità lo ritengono necessario, accogliamo rifiuti di altre zone che possono andare da comuni rifiuti solidi urbani, rifiuti covid infetti, di aree disastrate da eventi naturali, emergenze, sino a corpi di reato, il tutto sempre strettamente regolato. Veniamo da anni di polemiche e battaglie politiche sugli impianti legati ai rifiuti, ricordiamoci però che sono la scarsità, o, peggio, la mancanza di impianti, i cattivi comportamenti, l’evasione tariffaria, la produzione di rifiuti, a far salire la bolletta”.

Qual è il funzionamento dell’impianto? Cosa succede dopo l’arrivo dei rifiuti?

“Arriva tutto quello che è raccolta differenziata dell’organico, sfalci e potature, che viene selezionato e inviato alla fase di compostaggio. Avviene un processo di stabilizzazione della frazione organica, che si riduce di peso e volume con l’eliminazione dell’acqua, il biodigestore di testata ha la funzione di recuperare i biogas provenienti dalla fermentazione della massa organica. A valle del biodigestore di testata c’è una raffineria che serve a separare tutte le fasi del biogas per produrre biometano, che viene ceduto alla rete perchè omologato e rispondente i parametri di legge. Poi c’è l’altra parte, quella che riceve il rifiuto indifferenziato. Viene triturato e selezionato  in fase umida e fase secca, quest’ultima diventa combustibile per il forno. Fondamentalmente è la benzina che serve al termovalizzatore, Un alimento omogeneo è essenziale per il migliore funzionamento del termovalorizzatore e per un ottimale filtraggio dei fumi”.

Qual è il significato del progetto Zero Spreco?

“I rifiuti prima venivano trasportati in discarica o in impianti lontani a volte obsoleti, con dispendio e rischi di inquinamento. La tecnologia ci offre quell’impiantistica, sempre in fase di miglioramento, per fare lo Zero Spreco: tutto quello che si può recuperare va recuperato. E’ stato calcolato che se tutta la materia organica del nostro Paese venisse recuperata con la biodegestione, come facciamo ad Aisa, copriremmo tra il 15 e il 20% del nostro fabbisogno energetico nazionale”. Questo gas autoprodotto da fonte rinnovabile non arriva da un Paese straniero attraverso un metanodotto, nasce qui”.

Aisa è sede di convegni, conferenze, concerti, attività sportive, c’è anche un osservatorio astronomico per gli studenti appassionati. L’azienda viene visitata e vissuta da centinaia di persone ogni mese.

“Nel corso degli anni è stato necessario rendere sempre più trasparente la nostra attività e farla conoscere, siamo visitati da MIGLIAIA DI persone all’anno, tanti sono studenti. Queste sono realtà che, o si conoscono, o possono esserci raccontate in maniera demagogica. L’approccio dev’essere scientifico, dobbiamo perseguire la conoscenza osservando. Aisa è un’azienda pubblica che non fa utili, si autofinanzia e si migliora sotto il profilo tecnico. Normativa ed evidenza scientifica ci dicono che recuperare scarti destinati a discarica, producendo energia, è l’alternativa meno impattante”.

Lei garantisce che Aisa è dotata delle più moderne tecnologie?

“Non può essere il Presidente di Aisa Impianti a garantirlo, ma tutta la filiera delle autorità preposte e i controlli cui siamo sempre sottoposti”.

Sulle contestazioni che vengono mosse all’impianto?

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“Un impianto grande che si vede bene secondo lei si controlla meglio o peggio di tante cose piccole? La discussione dovrebbe spostarsi su cosa di buono può fare questa azienda per il territorio in funzione di tutta l’energia che una volta conclusa la costruzione di tutti i reparti essa produrrà; quale alternativa abbiamo? Tornare alla discarica o fare di Aisa una stazione di trasferimento rifiuti? Sarebbe un danno e tutti lo hanno capito”.

L’eliminazione dei cattivi odori: a che punto siamo?

“Il monitoraggioè’ costante. Per quanto riguarda le nostre emissioni c’è stato un miglioramento sensibile da quando è entrato in funzione il biodigestore, da aprile scorso. Il prossimo anno, quando sarà terminata la linea di termovalorizzazione da 75mila tonnellate che è in costruzione, ci aspettiamo un ulteriore miglioramento. Sottolineo che le nostre emissioni sono entro le soglie prescritte dalla normativa, non ci sono mai stati sforamenti”.

Vediamo i numeri sull’ampliamento

“Usiamo i numeri correttamente: nell’agosto 2020 dalla Regione Toscana è arrivata l’autorizzazione per una capacità complessiva dell’azienda da poco più di 100mila a 195mila tonnellate suddivise tra tutti i reparti. Il forno attuale è da 45mila tonnellate, quello nuovo in fase di costruzione è da 75mila tonnellate, la Regione Toscana ha già dato autorizzazione al mantenimento del forno da 45mila tonnellate a supporto di quello da 75mila. Quindi la massima capacità termica raggiungibile, qualora le due linee dovessero funzionare in parallelo, è di 120mila tonnellate all’anno”.

Quando andrà a regime questo incremento?

“Stiamo ricevendo in questi giorni i vari pezzi della linea termica da 75mila tonnellate anche da aziende estere. Contiamo di avviare a fine 2025 per andare a regime nel 2026”

Quali sono i vantaggi?

“Intanto in termini di produzione di energia, poi una forte diminuzione del trasporto degli scarti che crea costi e inquinamento”

Può garantire che non ci sarà un aumento emissioni?

“Non sta a me dirlo, non è il mio ruolo. Sono le autorità che chiedono integrazioni, fanno analisi e prescrivono, noi garantiamo la corretta esecuzione del progetto. Il cittadino è rassicurato da un SEVERISSIMO percorso autorizzativo e dalla corretta applicazione delle prescrizioni. Regione Toscana, Asl, Comune, Provincia, Arpat, Vigili del Fuoco: sono loro a garantire il rispetto delle norme anche in base all’evoluzione di conoscenze scientifiche e tecnologiche”

Ci ha ricevuto mentre stava scrivendo gli auguri di Buone Feste ai dipendenti, quelli che lei definisce colleghi, con i quali ha instaurato un rapporto speciale

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“Questa è anche una grande famiglia, sono qui dal 2001, siamo cresciuti tutti insieme nel reciproco rispetto, è importante il rapporto umano”

Ogni tanto partono critiche verso l’impianto. Il recente Consiglio comunale aperto che si è svolto qui all’impianto Aisa cosa ha prodotto?

“A me non dispiacciono le critiche, anzi, sono le benvenute. SOLO LE offese non vanno bene. Il Consiglio comunale, con 48 persone e 14 iscritti a parlare, è stato la dimostrazione di come un’azienda pubblica possa aprirsi, vorrei che diventasse un appuntamento annuale quello con i consiglieri comunali e il pubblico, garanzia di trasparenza, condivisione e comprensione delle necessità provenienti dal territorio”.

Cosa augura agli aretini?

“Zero Spreco: vorrei che tutto il lavoro fatto, anche da chi è stato qui prima di me E CHE RINGRAZIO, venisse messo a regime, che tutta questa zona, che rappresenta il più importante distretto orafo al mondo, possa in futuro essere migliorata e sostenuta dalla centrale di recupero totale”.



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