cabina di regia con la premier Giorgia Meloni

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difficile da pignorare

 


Un anno di Zes unica Sud, con risultati superiori alle più ottimistiche previsioni. Perché i 7 miliardi di investimenti complessivi contabilizzati nel 2024, di cui 2,5 miliardi garantiti dal credito d’imposta Zes al massimo tiraggio possibile, nessuno dodici mesi fa avrebbe solo potuto immaginarli. È un bilancio che inorgoglisce quello che sarà oggi al centro della Cabina di regia della Zona economica speciale unica convocata dalla premier Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.

I DATI

Per lei sarà la prima volta da quando, insediato a Bruxelles l’ex ministro Raffaele Fitto, ha mantenuto la delega al Sud. E anche per questo non sarà una prima volta qualsiasi. I dati già in parte anticipati una decina di giorni fa dal Governo, disegnano infatti una solidità della legge istitutiva tale da aprire prospettive altrettanto interessanti per il 2025. Non a caso, al miliardo e 700 milioni già previsto per il credito d’imposta del nuovo anno, la legge di Bilancio ha aggiunto altri 500 milioni, portando il totale a 2,2 miliardi.

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Una somma che, alla luce di quanto registrato quest’anno, dovrebbe essere sufficiente a garantire i futuri piani di investimento delle aziende meridionali interessate. È l’ennesima conferma di quanto lo strumento sia destinato a pesare anche per il 2025 nelle prospettive di crescita del Mezzogiorno alle quali il Governo, anche con la conferma sia pure in versione “mini” della Decontribuzione Sud, mostra di voler continuare a credere.

Di sicuro, le 415 autorizzazioni uniche concesse in questi dodici mesi (300 delle quali solo da agosto, quando al timone della Struttura di missione di Palazzo Chigi è arrivato l’avvocato napoletano Giosy Romano) e soprattutto i tempi di rilascio (poco più di un mese in media) la dicono lunga sull’attrattività della norma. Oltre tutto, sembra che quota 415 sia già stata superata negli ultimi giorni, a riprova dell’estrema fluidità procedurale della norma. Inoltre, la maggior parte delle opere pubbliche previste nella Zes grazie ai 630 milioni stanziati dal Pnrr, è stata già eseguita: si tratta dei cantieri del cosiddetto ultimo miglio finalizzati a migliorare i collegamenti ferroviari e stradali soprattutto con il sistema portuale del Mezzogiorno che rimane centrale anche dopo il passaggio dalle Zes regionali alla Zes unica Sud.

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Il 2024 si chiude con 6.885 i soggetti che hanno richiesto e ottenuto il credito d’imposta per investimenti nella Zes unica. Di essi fanno parte non solo le imprese che hanno deciso di allargare i propri stabilimenti o le linee produttive già esistenti e quelle che hanno per la prima volta colto l’opportunità di investire nel Mezzogiorno (che corrispondono, in larghissima parte, alle 415 autorizzazioni uniche rilasciate).

Nel numero sono comprese anche le imprese che hanno investito nell’acquisto di macchinari, comprato i suoli per espandersi e così via, tutte tipologie classificabili alla voce investimenti e ovviamente tutte al Sud, a riprova di un dinamismo che è risultato di gran lunga è il più vivace e consistente del Paese. Difficile negare, al di là della frenata prevista dalle valutazioni definitive sullo stato dell’economia nazionale, che sia stato il Mezzogiorno grazie alla Zes unica a trainare il Paese in questi ultimi mesi, come del resto emerge dai dati relativi al Pil, all’export e all’occupazione. Non era affatto scontato se si ricordano le polemiche e i forti dubbi che hanno accompagnato, dall’inizio del 2024, l’attuazione della nuova norma.

I SETTORI

Turismo e agroalimentare i settori più gettonati tra quelli indicati nel Piano strategico triennale che dopo lok del Consiglio dei ministri è all’esame della Corte dei Conti per il via libera definitivo. Ma tutti i comparti per i quali la legge prevede la possibilità di investimento sono stati “attenzionati” dalle imprese attratte dalla sburocratizzazione accelerata e dal credito d’imposta, e ovviamente capaci di presentare progetti affidabili e trasparenti. Peraltro, la straordinaria novità dello strumento ha spalancato le porte proprio al settore dell’agroindustria: la Struttura di missione, in conferenza dei servizi, agisce infatti anche in variante urbanistica permettendo alle aziende che vogliono espandersi di superare lo stop della diversa destinazione urbanistica dei suoli adiacenti.





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