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Vediamo in questo post a cosa hai diritto con il 74% di invalidità civile. Quali sono i benefici, le agevolazioni, come si ottiene e con quali patologie e quali sono i vantaggi previdenziali e contributivi. – Scopri le nostre guide complete su invalidità, Legge 104 e pensione anticipata.
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A cosa hai diritto con il 74% di invalidità
Se la Commissione Medica riconosce il 74% di invalidità civile (secondo le tabelle del D.M. 5 febbraio 1992), puoi avere diritto a un assegno mensile di assistenza, definito anche assegno di invalidità civile. Per riceverlo, bisogna rispettare alcune condizioni. Sono state stabilite dalla legge (Legge 11 febbraio 1980, n. 18 e seguenti aggiornamenti):
- Non superare un certo limite di reddito personale. Questo limite cambia ogni anno. Nel 2024 è di poco sopra i 5725 euro lordi all’anno; nel 2025 potrebbe subire un lieve adeguamento.
- Non svolgere un’attività lavorativa che produca un reddito oltre il limite previsto (in genere, se lavori solo poche ore al mese e guadagni poco, potresti ancora avere diritto all’assegno, ma bisogna non superare la soglia fissata dalla normativa di quell’anno).
Oltre all’assegno, il 74% di invalidità ti permette di:
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- Iscriverti al collocamento mirato, secondo la Legge 68/1999, per avere un aiuto a trovare o mantenere un lavoro adatto alle tue condizioni.
- Ottenere esenzioni o riduzioni per alcune prestazioni sanitarie, ma dipende dalle patologie riconosciute.
- Richiedere le agevolazioni fiscali per determinate spese sanitarie o per l’acquisto di ausili, se le leggi in vigore lo consentono.
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Quando viene concesso il 74% di invalidità
La Commissione Medica valuta tutte le tue patologie fisiche, psichiche o sensoriali e stabilisce in che misura limitano la tua vita lavorativa e quotidiana.
Se la somma di questi problemi arriva a una compromissione significativa, si assegna il 74%. Non ci sono malattie che automaticamente danno il 74%: dipende dalla gravità e dall’insieme dei disturbi. La procedura è regolata dal D.M. 5 febbraio 1992 e da varie circolari INPS (ad esempio la Circolare INPS n. 80/2022 per la procedura telematica, poi aggiornata negli anni).
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Le patologie, singole o plurime, che danno diritto al 74% di invalidità
Non esiste un elenco chiuso di malattie. In genere, arrivano al 74% le persone che soffrono di:
- Problemi oncologici (tumori) in fase attiva o con conseguenze permanenti.
- Malattie cardiache (scompenso, esiti di infarto) che riducono in modo importante la resistenza agli sforzi.
- Patologie respiratorie avanzate (BPCO, asma grave) con forte limitazione.
- Malattie neurologiche serie (Parkinson, sclerosi multipla, esiti di ictus) che compromettono autonomia e movimento.
- Diabete complicato da danni ad altri organi (vista, reni, cuore).
- Patologie psichiatriche invalidanti (schizofrenia, disturbi bipolari gravi).
In realtà, anche più disturbi di media gravità, se sommati, possono raggiungere questa percentuale. Ciò che conta è l’impatto globale sulla tua vita. La Commissione verifica il tuo quadro clinico durante la visita, incrocia le informazioni mediche con le tabelle ministeriali e assegna la percentuale finale.
Quali sono gli anticipi pensionistici con il 74% di invalidità
Nel 2024, chi ha un’invalidità civile riconosciuta al 74% può ottenere alcuni anticipi pensionistici, a certe condizioni:
- APE Sociale: ti permette di uscire dal lavoro già a 63 anni e 5 mesi, se hai almeno 30 anni di contributi (in alcuni casi 36). Devi rientrare tra le categorie protette (disoccupati di lungo periodo, invalidi almeno al 74%, assistenti di familiari con handicap grave, addetti a mansioni gravose). Riferimento normativo: Legge di Bilancio 2017 (L. 232/2016) e successive proroghe, oltre alle circolari INPS (ad esempio la Circolare INPS 100/2017 e aggiornamenti).
- Pensione anticipata per i lavoratori precoci (quota 41): può essere concessa a chi ha iniziato a lavorare molto presto (almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni di età) e si trova in determinate situazioni (disoccupazione, invalidità dal 74%, caregiver, mansioni gravose). Devi avere 41 anni di contributi. Riferimento: Legge 232/2016 e disposizioni successive.
- Opzione Donna: è un regime sperimentale che permette alle donne di andare in pensione anticipata con 35 anni di contributi e un’età anagrafica che può variare (59-61 anni, in base al numero di figli). Per il 2025 la misura è stata confermata.
Oltre a queste forme “speciali”, c’è da ricordare che il 74% di invalidità civile non sempre basta per le prestazioni previdenziali classiche, come l’assegno ordinario di invalidità (L. 222/1984).
L’assegno ordinario di invalidità INPS richiede infatti una riduzione della capacità lavorativa in occupazioni confacenti alle attitudini, con un minimo di contributi maturati (almeno 5 anni di cui 3 negli ultimi 5). Questa verifica è di natura previdenziale, diversa dalla valutazione dell’invalidità civile.
Ci sono delle maggiorazioni contributive con il 74% di invalidità?
Sì, se hai un’invalidità pari o superiore al 74% hai diritto, per legge, a due mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di lavoro effettivamente svolto dopo il riconoscimento dell’invalidità, fino a un massimo di 5 anni in totale. Questa misura è prevista dall’art. 80, comma 3, della Legge 388/2000 (Legge Finanziaria 2001) e decorre dal 1° gennaio 2002.
L’INPS la descrive chiaramente sul proprio sito (voce “Benefici in favore dei lavoratori sordomuti e invalidi”), precisando che la maggiorazione:
- Vale ai fini del diritto alla pensione (cioè per raggiungere prima il requisito contributivo).
- Può valere anche ai fini della misura (cioè per aumentare l’importo della pensione), ma soltanto per i periodi calcolati ancora col sistema retributivo.
Per ottenerla, devi:
- Avere la percentuale di invalidità uguale o superiore al 74% (oppure un’invalidità ascritta alle prime quattro categorie della tabella A del D.P.R. 915/1978).
- Dimostrare all’INPS che, durante gli anni di lavoro per cui chiedi il beneficio, eri già in possesso di questa invalidità.
- Presentare la domanda (meglio se con l’aiuto di un Patronato) e, in caso di rifiuto, valutare un ricorso.
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