Vasco Rossi e il singolo introvabile, 400 euro per il 45 giri di D’Avena. Il mercato dei dischi usati tra falsi e prezzi alle stelle

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di
Roberto Rizzo

L’Italia è il primo paese al mondo per numero di manifestazioni dedicate al vinile. E a Milano, a gennaio, si terrà la più grande fiera del settore

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L’11 e 12 gennaio al Forum di Assago si svolgerà la prima edizione di «Milano Vinile». Si tratta della più grande fiera del disco mai tenuta in città: 2.500 metri quadri con 220 espositori da tutta Italia e dall’estero, incontri, concerti e memorabilia varie. Manifestazione che, per dimensioni, supererà l’ormai storica Novegro Vinile Expo. 

L’appuntamento di gennaio al Forum è solo la punta di un fenomeno che anno dopo anno moltiplica fiere mercati, mercatini, eventi dedicati al più antico e tradizionale supporto per ascoltare musica. Perché c’è tutto un mondo che gira intorno a 33 e 45 giri di seconda mano: collezionisti pronti a svenarsi, semplici appassionati, dischi che raggiungono quotazioni folli, dischi introvabili, dischi falsi. Sì, perché, come succede alle borse di Luis Vuitton, anche in queste fiere può capitare di mettere le mani sulla ricercatissima prima stampa di «The Dark Side of the Moon» dei Pink Floyd, salvo poi scoprire che è un tarocco (come riconoscere un vinile falso: di solito è privo di matrice e la busta interna è tutta bianca, senza foto o testi).




















































Nel 2023, nel mondo, sono stati venduti 43 milioni di dischi in vinile per un giro d’affari di 1,4 miliardi di dollari (fonte Riaa). Il vinile oggi occupa il 10% del mercato musicale (lo streaming vale il 65%), ma è soprattutto la compravendita di seconda mano a muovere interessi. Discogs, la piattaforma online creata nel 2000 per comprare e vendere vinili, cd e cassette usati, conta 110 milioni di iscritti. Tra i market place operanti in Europa è al quinto posto per giro d’affari: al primo c’è Amazon, seguita da Ebay e Aliexpress. «In questo settore l’Italia è il mercato più importante, è il paese con più fiere al mondo», assicura Marco Massari che con la sua Ernyaldisco organizza la manifestazione che si terrà al Forum. La società gestisce 42 fiere del disco in tutta Italia. Un numero destinato a crescere. Anche al Forum di Assago la caccia sarà spietata ai due pezzi più rari del mercato nazionale. Il primo: «Il 45 giri “Asilo republic” di Vasco Rossi, del quale ne esistono solo tre copie al mondo, e “Happy the Man” dei Genesis, uscito in Italia con una copertina sbagliata e subito ritirato dal mercato. Ce ne sono solo due copie in circolazione. Entrambi sono senza prezzo», aggiunge Massari.

Se i tradizionali negozi di dischi sono spariti dal panorama urbano, «le fiere sono i nuovi negozi di dischi», sentenzia Alex Marcheschi, musicista milanese e insegnante che con l’ex discografico Roberto Grillo ha creato Simple Records. Saranno tra gli espositori del Forum. «Dieci anni fa stavo cambiando casa, all’epoca avevo una collezione di circa 3.000 vinili — racconta Marcheschi —. Decisi di venderne la metà per ragioni di spazio. Molti degli acquirenti si rivelarono essere espositori che poi avrebbero rivenduto i miei dischi alle fiere. Così decisi di farlo in proprio e oggi è diventata un’attività che rappresenta una parte importante del mio reddito». Il pubblico del vinile di seconda mano è trasversale, si va dai «cinquanta-sessantenni che magari hanno venduto i loro dischi anni fa e oggi, pentiti, se li ricomprano, ai giovani che arrivano alle fiere grazie al traino di Instagram e TikTok». 

Il sogno di ogni commerciante di dischi usati è imbattersi nella «signora che si è appena separata dal marito e non vede l’ora di svuotare la casa svendendo la collezione dell’ex coniuge», aggiunge Marcheschi. Che, ad oggi, nella sua carriera di commerciante dell’usato ha messo a segno alcuni colpi importanti: «La colonna sonora del film “Mark il poliziotto” (un poliziottesco del 1975, ndr) venduta a 1.000 euro, un 45 giri di Cristina d’Avena a 400 euro e un disco della Locanda delle fate (gruppo prog anni Settanta, ndr) comprato a 3 euro e rivenduto a 1.000 a un collezionista giapponese».

«C’è un’incredibile speculazione sui dischi usati», afferma Gianluca Soresi, anche lui ex discografico, che per anni ha gestito un locale a Porta Venezia, non a caso chiamato «Vinile», collezionista di Prince che con il suo banchetto gira le fiere. È reduce da Mega Records, la più grande manifestazione europea di settore che ogni anno si tiene in Olanda. «In media — prosegue — in Italia i prezzi sono più alti del 20-30% rispetto all’estero. Oggi, fare affari è sempre più difficile, specialmente per chi vende. Grazie alla rete è possibile controllare le quotazioni dei dischi e pagare il giusto». Motivo per cui, in vista delle prossime fiere, Soresi ha un dubbio: «Se mettere in vendita la prima stampa di “My Generation” degli Who, o tenerla nella mia collezione». Anche in questo caso, sarà solo una questione di prezzo.


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